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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia Candela

Ai comuni "girano" le pale eoliche, royalties non versate per milioni di euro: "Così chiudiamo"

A lanciare l'allarme è sindaco di Candela, Nicola Gatta. Venerdì, intanto, sul tema, ci sarà un (nuovo) incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, richiesto anche dall'Anci, che si è fatta carico del problema

Distese di pale eoliche in Capitanata e neanche un euro di ristoro per i comuni che le ospitano. Al danno la beffa, insomma, per le comunità e per una provincia che hanno dato molto in termini di energia alternativa (anzitutto il loro/nostro paesaggio) e cui pare, a conti fatti, non sia dovuto niente. Solo il Comune di Candela, a fronte di un accertamento minuzioso compiuto dall'amministrazione Gatta, vanterebbe un credito ormai milionario. E solo un sindaco sa quanto bene potrebbe fare quel denaro alle casse comunali.

A tirare fuori il paradosso che si trascina da anni e investe numerosi centri foggiani è proprio lui, Nicola Gatta, con una nota su Facebook in cui chiede l'intervento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Venerdì, intanto, sul tema, ci sarà un (nuovo) incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, richiesto anche dall'Anci, che si è fatta carico del problema. Non c'è solo Candela. Ma anche Manfredonia, Ascoli Satriano, Troia, Castelluccio, Rignano ed altri centri.

Pale eoliche, il caso di Candela

E le storie sono tutte simili. Per Gatta inizia col suo primo mandato da sindaco, sei anni, allorché, - racconta a Foggiatoday- ad una prima ricognizione, rilevava come la ex Daunia Wind (poi Daunia Candela) dei fratelli Miscia, aveva accumulato un debito col Comune di quasi due milioni di euro di royalties non pagate sottoforma di Ici, risalenti all'amministrazione Santarella (il parco eolico nasce nel 2008). Iniziava così una lunga battaglia legale, nel corso della quale il Comune avrà ragione in sede tributaria ma dovrà difendersi dai ricorsi al TAR della Daunia Candela che, per tutta risposta, chiederà l'annullamento della convenzione col Comune (della durata trentennale), con tanto di restituzione delle somme erogate negli anni passati. La sentenza della Cassazione tra un paio di mesi. La faccenda è complessa e arzigogolata e si incrocia, nel 2010, con un decreto ministeriale che modifica parzialmente le linee guida per i comuni in questa materia, trasformando le compensazioni economiche dovute dalle società in compensazioni ambientali.

"Ma i nostri progetti sono precedenti" rileva Gatta, che fa notare come un caso simile lo abbia vissuto anche Ascoli Satriano, con la stessa società che, all'arrivo del commissario prefettizio, capitola e chiude una transazione da 800mila euro. Ed è la stessa società, la Daunia Candela, che ha parchi anche a Troia e Deliceto. Due le curiosità che si intrecciano con questa vicenda: la società, ad un certo punto, cambia la sua sede legale da Foggia a Rovereto, al confine nazionale, e il suo ex amministratore, Giacomo Miscia, è stato per molti anni avvocato del Comune di Candela, con cui aveva maturato crediti per circa 400mila euro, per ottenere i quali azionò lo strumento dei decreti ingiuntivi.

Nicola Gatta: "Di questo passo chiudiamo"

È lo stesso Gatta a rivelarlo a Foggiatoday: "col risultato - dice mesto - che noi abbiamo dovuto pagarlo ma il Comune non vede ancora un suo euro". Immaginabili le conseguenze sui bilanci (250mila euro all'anno per una comunità come Candela sono tanti soldi) e le difficoltà con la Corte dei Conti, che di quelle somme nel frattempo chiede conto. Tanto che Gatta non fa fatica a prevedere: "di questo passo chiudiamo" ci dice. Per non parlare della beffa rispetto ad un territorio che ha stravolto la sua immagine a fronte di royalties fissate ad una somma irrisoria, che non va oltre il 2.5%. Ieri un incontro in Provincia di alcuni sindaci. Venerdì il viaggio a Roma. Nel frattempo la Regione batta un colpo.

                                                   

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