rotate-mobile
Economia

Il prof. Serviddio pronto a prendere il testimone lasciato da Limone: "Immagino Foggia una città aperta"

Lettera aperta di Gaetano Serviddio per la candidatura a Rettore dell’Università di Foggia 2023-2029

C'è anche il professor Gaetano Serviddio, direttore dell'unità di epatologia del Policlinico Riuniti di Foggia, tra le otto personalità dell'ateneo dauno candidate a ricoprire l'incarico di Rettore per i prossimi sei anni, fino al 2029.

Attraverso una lettera aperta, Serviddio evidenzia la crescita dell'Università di Foggia nell'ultimo decennio e soprattutto negli ultimi tre anni con Pierpaolo Limone alla guida: "C'è stato un impulso decisivo a questa crescita. Infatti, se dal punto di vista dei ranking internazionali, l'impegno profuso ha consolidato la posizione del nostro Ateneo, dall’altro hanno definito un piglio giovane e moderno, perfettamente sintonizzato con il territorio, particolarmente innovativo e capace di cogliere le nuove sfide di una didattica sempre più versatile e “tecnologica”.

Di conseguenza, "nessun programma per il futuro può ignorare i risultati conseguiti, così come nessun programma può non considerare che l’ulteriore crescita dovrà essere fondata sulla costante e tenace ricerca di benessere quale priorità intorno alla quale armonizzare le componenti universitarie: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo" precisa. "Il benessere deve restare il valore chiave intorno al quale organizzare il futuro ed elaborare strategie in cui investire le risorse materiali ed immateriali necessarie affinché l’Ateneo di Foggia continui ad affermarsi e consolidi il trend di immatricolazioni che attualmente ci invidiano tutti gli atenei del Sud, e non solo"

Quindi, spiega, "la traccia su cui lavorare per i prossimi anni è definita da ciò che siamo diventati in poco più di vent’anni creando prospettive in un territorio che guardava con scetticismo al futuro e, perché no, offrendo, ai delusi, occasioni per credere in un destino diverso".

Il noto epatologo crede in un’Università "che crei opportunità, disegni piattaforme di collaborazione, esplori aree nuove di crescita, guardi oltre i confini di ciò che si è realizzato ed intercetti nuovi bisogni e nuove intelligenze. Il legame inscindibile tra Uni Fg ed il proprio territorio di influenza culturale - che oltre la Daunia e la Bat si estende a parte della Basilicata e dell’Irpinia, e lambisce, ormai, anche parte della provincia di Bari - si declina in un’università perfettamente integrata nella società. Un’università che vuole continuare a crescere non può porsi limiti e non può permettersi di circoscrivere i propri confini ma deve coinvolgere tutti ed impegnarsi nella costruzione di una Comunità accademica saldamente legata alla società".

Gaetano Serviddio prosegue: "Chi mi conosce sa bene che ho investito gran parte delle mie energie in ambito sanitario e oggi dirigo la prima Unità di Epatologia d’Italia, un punto di riferimento per la città, un luogo di cura e rispetto per la persona, un team di medici tra i 30 e 40 anni, ho dato vita a due scuole di specializzazione e ho una gran voglia di fare la differenza.

La mia posizione mi permette ogni giorno di affermare con vigore la visione di una medicina di governo e di mediazione, integrata in un quadro di collaborazione senza mai rivendicare supremazie inesistenti. Credo fermamente, infatti, che “il malato” sia una materia nobile e che la medicina non sia un tabernacolo per pochi. 

Per questa ragione nel mio Programma per l’Ateneo parto da ciò che so fare per sviluppare e promuovere una visione della “cura della salute” come benessere sociale diffuso, intorno al quale costruire, intercettare e armonizzare esperienze nuove e stimolanti. 

Sono da tempo particolarmente attratto dalla forza che esprime la contaminazione dei saperi, un valore in cui credere fortemente e che impone un ripensamento nel segno dell’innovazione e delle attese degli studenti, così come degli attori sociali con i quali l’Università, dialoga, collabora, elabora e propone"

Il professore aggiunge: "Uno dei temi che più mi affascina sono le medical humanities, che insieme alla pedagogia medica, alla storia della medicina, alla bioetica e ai linguaggi digitali possono mettere a disposizione ambiti interdisciplinari estremamente accattivanti e particolarmente innovativi. Ma penso anche alle nuove tendenze della nutrizione umana, all’attenzione mediatica ai prodotti della terra, ai modelli da reinventare in economia sanitaria e all’invecchiamento della popolazione"

Conclude il direttore dell'unità di Epatologia: "Immagino 'Foggia città aperta' che, come la Caserma Miale dimostra, non é una chimera ma un obiettivo reale. La realizzazione di un polo universitario dentro la città e perfettamente integrato con la città stessa, in grado di dare concretezza ad un progetto di riqualificazione dal quale far concretamente ripartire la rinascita di Foggia, non è importante solo per valorizzare le tante potenzialità locali inespresse o mortificate, ma perché la Miale è un monumento alla rinascita, un luogo che simboleggia l’aggregazione delle intelligenze più eclettiche e permettere a Foggia di scommettere su se stessa, soprattutto di candidarsi a diventare una città universitaria a pieno titolo".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il prof. Serviddio pronto a prendere il testimone lasciato da Limone: "Immagino Foggia una città aperta"

FoggiaToday è in caricamento