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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Fiato sospeso all’ex Tozzi, il ministero chiede il 'time-out' per agevolare un'eventuale vendita

Il Mimit prova a scalfire il muro dell'azienda e a mantenere in vita lo stabilimento. Intanto, la Fiom Cgil presenta un ricorso

“Abbiamo riscontrato ancora una volta un atteggiamento di forte chiusura da parte dell’azienda”. I sindacati sono fortemente preoccupati e non ne fa mistero Marco Potenza, segretario generale della Fiom Cgil, dopo il tavolo di ieri, convocato da ministero delle Imprese e del Made in Italy in videoconferenza, sulla vertenza G&W Elettric, l’ex Tozzi di Foggia, impresa specializzata nella produzione di quadri elettrici e apparecchiature elettriche in genere. La rigidità del liquidatore e dalla proprietà non lascia presagire nulla di buono. 

Il dicastero retto da Adolfo Russo, Regione Puglia, Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm provano a scalfire il ‘muro’ dell'azienda che ha dichiarato gli esuberi e ha mandato in liquidazione la società dopo aver lamentato "perdite ingentissime". Il 21 aprile scorso, la direzione ha informato il personale dello stabilimento in zona industriale Asi-Incoronata in merito alla conclusione con un mancato accordo della fase amministrativa, che investe il ministero del Lavoro, della procedura di licenziamento collettivo dei 114 lavoratori avviata il 18 gennaio scorso. Da allora in poi l’azienda ha 120 giorni per mandare le lettere di licenziamento.

“Noi, la Regione, e il ministero stiamo chiedendo di rivedere quella tempistica, per concedere un lasso temporale maggiore di sopravvivenza allo stabilimento, così da consentire anche a potenziali acquirenti di potersi affacciare, ovviamente trovando uno stabilimento che è ancora in vita”, spiega Potenza.

I lavoratori sono in ferie forzate e lo stabilimento è chiuso fino al 2 maggio. L’azienda, peraltro, ha convocato al rientro, il 3 maggio, tutto il personale per comunicazioni, e non è dato sapere quali saranno i contenuti dell’informativa. Quanto basta per aggiungere un’ulteriore dose di ansia alla vertenza.

“Il ministero ha chiesto alla dirigenza di rivedere le proprie posizioni di rigidità, di aprire alla possibilità di vendita ad altri acquirenti, di riprendere le interlocuzioni che sono state favorite con Enel, per garantire un lasso temporale maggiore all’attività produttiva, in maniera tale che possa tornare utile anche per poter fare approcciare nuovi acquirenti – riferisce il segretario generale della Fiom Cgil - Ha chiesto anche di parlare direttamente con la proprietà, perché al momento si riesce ad interloquire soltanto con il liquidatore”.

Le segreterie territoriali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, in una nota congiunta, avevano sintetizzato l’esito dell’incontro. Hanno partecipato, in videocollegamento, il liquidatore; Leo Caroli, presidente della Task force della Regione Puglia per l'occupazione (comitato Sepac); la Regione Lombardia e il Mimit.

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha ribadito – come riferito dai sindacati - che ci sono tutti i margini, anche a procedura scaduta, per rivedere i tempi della procedura ed agevolare un percorso di vendita del sito, che salvaguardi i lavoratori ed il sito produttivo.

L’azienda sembra aver scartato tutte le soluzioni fin qui prospettate. “Non dobbiamo dimenticare che la Regione Puglia ha offerto, attraverso i fondi di Puglia Sviluppo, anche la possibilità di stanziare delle risorse economiche per ammodernare gli impianti e, quindi, rendere più competitivo lo stabilimento – ricorda Marco Potenza - Ha avviato e ha favorito le interlocuzioni con Enel, e la Regione Puglia, ieri, ha ribadito che Enel ha accettato tutte le condizioni di rinegoziazione dei contratti che sono state avanzate da parte di G&W, mentre G&W afferma che non c’è stato alcun accordo con Enel. Quindi, c’è qualcosa che non torna”.

La Regione Puglia, anche rispetto alla dichiarazione aziendale di un mancato accordo con la committenza su rilavorazioni e penali, “si è dichiarata disponibile a fissare uno specifico incontro istituzionale tra G&W, Enel e la stessa Regione Puglia per assicurarsi che si giunga in tempi brevi ad un accordo. Al tempo stesso, la Regione Puglia ha dichiarato di aver avuto proprio da Enel, riscontro di piena disponibilità in tal senso”, si legge a tal proposito nella nota congiunta di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm.Ci sarebbe anche la possibilità di guadagnare tempo ricorrendo agli ammortizzatori sociali, e quindi alla cassa integrazione per cessazione, come richiesto dalle istituzioni e dalle organizzazioni sindacali.

Il Mimit ha chiesto di parlare direttamente con la proprietà e chiede parole di chiarezza all’azienda sulle sue intenzioni. “Non ci è dato sapere neanche se ci sono eventualmente proposte avanzate da potenziali acquirenti – afferma il sindacalista Fiom - le richieste di potenziali acquirenti arrivano direttamente negli Stati Uniti, nell’Illinois, e nessuno sa niente”.

Se ne riparlerà forse il 2 o il 3 maggio. Il ministero delle Imprese ha aggiornato la riunione successivamente al primo maggio, che sarà una data amara per i 114 lavoratori dell’ex Tozzi di Foggia.

La Fiom Cgil, oggi stesso, depositerà un ricorso. “Riteniamo che la procedura sia illegittima, perché nel corso degli anni non c’è stato mai nessun segnale di crisi dello stabilimento – afferma Potenza - Anzi, per assurdo a dicembre era stato acquistato un nuovo macchinario per quasi 1,5 milioni di euro e le maestranze erano state rassicurate. Salvo, poi, comunicare di lì a qualche giorno che l’azienda era stata messa in liquidazione”.

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