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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia Vico del Gargano

Anas e cittadini costruiscono insieme la Garganica nel territorio “supervincolato” da Vico a Peschici

Al centro del primo incontro informativo territoriale del dibattito pubblico sulla Superstrada i 4 percorsi alternativi. Progettisti orientati verso le soluzioni 'meno tortuose'

“Le soluzioni più aderenti alla morfologia del territorio, paradossalmente, sono quelle più interferenti con le componenti del paesaggio”. È una considerazione ricorrente nelle relazioni dei progettisti della Superstrada Garganica sulle quattro alternative dell’itinerario che collega Vico del Gargano alla località Mandrione, in corrispondenza dello svincolo per Peschici.

Il primo dei quattro incontri informativi territoriali, dedicato ai cittadini del comune di Vico del Gargano, si è concentrato sulla prima tratta, identificata come l’itinerario 1 nel dossier di progetto. L’analisi comparativa delle varie ipotesi progettuali, presente nel documento di fattibilità delle alternative, ha pervaso le descrizioni dei professionisti di Sintagma che fa parte dell’Ati incaricata delle progettazione.

La sicurezza stradale è l’elemento prioritario nell’inquadramento dell’opera a cura dell’architetto Giovanni Magarò di Anas spa. Efficace l’immagine del ‘gioco dell’oca’ che rende l’idea di quanto sia lungo e laborioso l’iter dalla prima concezione dell’idea progettuale fino all’apertura al traffico. I partecipanti sono ancora alla primissima casella per “costruire insieme la Garganica”.

Le 4 alternative progettuali

L’ingegnere Nando Granieri, coordinatore del progetto, è entrato nei dettagli delle caratteristiche dell’infrastruttura. Quella proposta è una strada di tipo C, a due corsie da 3,75 metri con banchina da 1,50 metri, complessivamente 10,50 metri, con una velocità di progetto di 100 chilometri all’ora, almeno per due percorsi immaginati, quelli meno “tortuosi”.

Nella soluzione 1A, il percorso si sviluppa principalmente in galleria. L’itinerario si estende per 9,8 chilometri, con 3 gallerie della lunghezza totale di 5,5 chilometri e 5 viadotti per 2,4 chilometri complessivi, per un investimento di 322 milioni di euro.

La soluzione 1B, originariamente, era stata pensata per mettere in esercizio un primo tratto anticipatamente rispetto al completamento dell’intero tratto 1A, e quindi coincide in parte con la prima ipotesi progettuale, per poi annettersi alla SS89. Si estende per 10,3 chilometri, consta di 11 gallerie (3,6 Km) e 8 viadotti (3,3 Km), per un costo stimato di 276 milioni di euro.

La soluzione 1C prova ad adattarsi all’orografia del territorio, riducendo le opere e quindi anche un po’ i costi ma “invadendo pesantemente il territorio”, ha aggiunto l’ingegner Granieri che considera l’asse “molto tortuoso e invasivo”, e per di più, a detta sua, i tempi risparmiati sarebbero modesti. Si estende per 11,9 chilometri, con 5 gallerie (2,3 Km) e 8 viadotti (2,5 Km), per un investimento di 209 milioni di euro.  

L’ultima opzione, la soluzione 1D, segue più o meno gli stessi criteri, ma è “meno tortuosa”. Si estende per 11,86 Km, con 7 gallerie per 4,7 chilometri e 9 viadotti per 2,7 chilometri. L’investimento ammonterebbe a 312 milioni di euro. Tutte le soluzioni, tranne la 1B, sono caratterizzate da una lunga galleria nella parte terminale.

L’impatto ambientale

Sugli aspetti ambientali, paesaggistici ed archeologici si è concentrato l’architetto Alessandro Bracchini. Mutuando le parole del sindaco di Vico, Michele Sementino, l’opera si incardina in un “territorio supervincolato”.

“Le soluzioni più tortuose sono quelle che noi pensavamo essere più adattive alla morfologia dei suoli attraversati, cosa che in parte si è verificata, ma i risultati conseguiti hanno definito una maggiore impronta sul territorio e una maggiore interferenza con gli elementi più significativi”, ha spiegato il progettista.

Le interferenza più significative, analoghe per tutte le alternative considerate, sono quelle rispetto ai corsi d’acqua vincolati: i torrenti Calenella, Ulso e Chianara. Le soluzioni più morfologicamente adattive lasciano una maggiore impronta anche per l’interessamento di aree tutelate per legge. La 1D e la 1C, che sono più articolate, presentano un maggiore interessamentento delle aree protette e vincolate. Nessuna delle alternative coinvolge in modo diretto o indiretto aree di interesse archeologico o componenti culturali come i tratturi o siti storici. L’alternativa 1D determina maggiori criticità per ulivi monumentali e corsi d’acqua. Emerge come abbia meno effetti sulla qualità paesaggistica la soluzione 1A.

L’architetto Bracchini ha osservato come l'attraversamento di paesaggi così significativi “richiederà, nella fase di approfondimento del progetto, un confronto molto spinto della qualità architettonica”. In altre parole, bisognerà ragionare soprattutto sull’architettura dei viadotti.

Incrociando le valutazioni dei due professionisti, dal confronto delle alternative in termini di vantaggi, accessibilità, velocità, costi e incidenza ambientale, sembrano propendere per la 1A e la 1B, e forse su tutte quella che più delle altre prevede opere in galleria, vale a dire la prima.

“Il tratto che va da Vico a Mattinata è sicuramente quello di maggior importanza anche per la complessità dei territori attraversati”, ha detto il commissario straordinario del Governo Vincenzo Marzi in apertura dei lavori. Già alla presentazione del dibattito pubblico, provocatoriamente, il sindaco Sementino gli aveva chiesto se lo avrebbero visto i loro figli. “Lo vedremo noi”, ha risposto il dirigente Anas che il Governo ha chiamato per velocizzare questa come altre opere.

I contributi dei partecipanti

Sono arrivate 19 domande che Avventura Urbana srl, soggetto terzo che si occupa del dibattito pubblico, ha aggregato in sette punti. Il coordinatore Alberto Cena le ha sintetizzate: curiosità, commenti e richieste di chiarimento riguardavano la mobilità sostenibile - che in ragione dello spostamento del flusso di traffico sulla nuova viabilità potrebbe concentrarsi più che altro litoranea -, la tutela del Parco, i criteri di scelta delle soluzioni, oltre a domande puntuali sul tracciato. Filtrate ma non troppo, in un climax fino alle più velenose (“Cos’è il Mose del Sud?”, “Chi ha bisogno di attraversare il Garbano a 100 chilometri all’ora?”, “Perché investire ancora sul trasporto su gomma?”).

È intervenuta da remoto anche la deputata M5S Marialuisa Faro, in “modalità ascolto”, che da garganica ha fatto presente come l’opera debba servire “non solo per il turismo ma per la sicurezza del territorio”.

Il segretario Cna di Vico del Gargano Michele Pupillo ha già opzionato una soluzione: “Per l’incidenza sul territorio che avrebbero le varie ipotesi progettuali, la 1A riteniamo che sia l’alternativa migliore, che ha un impatto inferiore dal punto di vista dell’incidenza sul territorio”. Il pressing è sui tempi: “Quello che è importante è che si cerchi di andare avanti il più velocemente possibile”.

Provocatorio il botanico Nello Biscotti (“Perché l’Anas vuole concederci questo lusso e non l’hanno fatto sulla Costiera amalfitana?”), tecnico l’intervento dell’ingegnere Marco Martens che ha suggerito di inserire nell’analisi comparativa “una matrice a multicriteri sinottica a semaforo”. A differenza dei progettisti, eviterebbe i rettilinei, perché non c’è lo spartitraffico e potrebbe aumentare il rischio di incidenti: preferirebbe il tracciato più sinuoso possibile.

I contributi al dibattito saranno inseriti nei “quaderni degli attori”. Il prossimo incontro informativo territoriale si terrà a Peschici il 26 gennaio nell’auditorium alle 17.dibattito pubblico Garganica - Vico del Gargano-2

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