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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Bisogni educativi dei bambini da 0 a 3 anni: oltre 10mila domande, disponibili 50 milioni di euro

Il numero delle istanze presentate restituisce in definitiva un overbooking pari a 236 domande rispetto alla capacità complessiva di accoglienza da parte del sistema di offerta

Si sono chiusi alle 12 di ieri 15 settembre con un totale di 10.046 istanze, i termini per la presentazione di domande di buoni educativi da parte di famiglie con minori da 0 a tre anni, mirati al sostegno economico da parte della Regione per la frequenza di unità di offerta accreditate in un apposito catalogo telematico per minori.

La piattaforma telematica ha reso immediatamente disponibili per gli ambiti territoriali e per le unità di offerta le graduatorie provvisorie. La misura è finanziata con 50 milioni di euro a valere sui Fondi europei che, fatte le dovute proiezioni di verifica da parte degli uffici con il supporto dell’assistenza tecnica informatica, consentono di coprire la quota pubblica del buono in favore del 100% dei posti messi a catalogo.

I soggetti gestori privati di servizi educativi per minori da zero a tre anni accreditati hanno dichiarato disponibili al catalogo complessivamente 9.602 posti a livello regionale a fronte di una ricettività autorizzata nelle medesime unità di offerta pari a 10.282 posti, quindi, con una capacità ulteriore del sistema di accoglienza per altri 680 minori rispetto ai posti attualmente a catalogo.

Il numero delle istanze presentate restituisce in definitiva un overbooking pari a 236 domande rispetto alla capacità complessiva di accoglienza da parte del sistema di offerta e proprio su questo fabbisogno l’Amministrazione regionale sta concentrando la propria attenzione andando a verificare, caso per caso, se si tratta di istanze comunque assorbite dal sistema a gestione pubblica ovvero di una carenza di posti cui far fronte tempestivamente attraverso nuove autorizzazioni al funzionamento.

Le graduatorie provvisorie che nella giornata di ieri, in esito alle elaborazioni effettuate dalla piattaforma sulle cooperazioni applicative con INPS e portale nazionale di controllo della residenza dei richiedenti, sono state generate automaticamente e consentono tanto agli Ambiti territoriali sociali, quanto alle Unità di Offerta di visionare già l’elenco degli aventi diritto al buono sulla base dei criteri previsti dall’Avviso approvato con l’Atto dirigenziale n. 228/2023 che sono, nell’ordine: - continuità pedagogica, vale a dire minori iscritti ad anni successivi al primo; - presenza di fratelli o sorelle nella medesima unità di offerta; - valore ISEE dal più basso al più alto. L’applicazione dei criteri di priorità è sottoposta ora a due livelli di controllo: - da parte delle Unità di offerta, che devono confermare la dichiarazione resa dal nucleo familiare in merito ai primi due criteri di priorità trattandosi di informazioni nella loro diretta disponibilità; - da parte dell’Ambito, che deve validare le istanze, previa verifica del dato demografico e della copertura economica del buono. Al fine di giungere il più velocemente possibile alla definizione delle graduatorie finali è importante che le UDO procedano celermente a confermare le dichiarazioni rese dai nuclei familiari, di modo che gli Ambiti possano approvare gli elenchi degli aventi diritto al buono educativo in via definitiva, fermo restando che l’Avviso approvato prevede la copertura economica in favore delle famiglie già dal 1° settembre a fronte dell’effettiva frequenza del minore. Dall’analisi delle istanze presentate è emerso che, in alcune specifiche realtà, la domanda da parte delle famiglie supera la disponibilità di posti offerta a livello locale da parte dei soggetti accreditati al Catalogo, perciò i competenti uffici, con il supporto dell’Assessorato all’Istruzione e della Direzione del Dipartimento Politiche del lavoro, Istruzione e Formazione, stanno procedendo a incontrare i referenti comunali, gli Ambiti territoriali sociali e le unità di offerta interessati per verificare se le domande presentate dalle famiglie possono comunque trovare risposta nel sistema di offerta pubblico presente sul territorio (infatti, numerosi nuclei familiari hanno presentato istanza di buono educativo e al contempo la domanda verso le strutture comunali in gestione pubblica) o all’interno di strutture private non iscritte nel Catalogo per minori. Ove ciò non sia possibile, la strategia regionale mira a sostenere le amministrazioni nell’incremento del sistema di offerta fornendo il supporto tecnico-amministrativo e finanziario reputato necessario per il completamento dell’offerta rispetto alla domanda delle famiglie. “Sono consapevole del disagio provocato ad alcune famiglie. Abbiamo compiuto scelte necessarie ma che purtroppo, in alcuni casi, sì sono ripercosse negativamente in termini di tempistiche”, dichiara l’assessore Leo. “Il passaggio a un nuovo sistema e il numero così elevato delle richieste giunte ha sicuramente reso più complesse le procedure. Sappiamo però, e di questo siamo certi, che sin dai prossimi mesi, e dunque già dal prossimo anno, questo sistema sarà perfettamente gestito sia per le Udo che per le famiglie. Con le stesse udo e organizzazioni di categoria, abbiamo già intrapreso il dialogo che permetterà, laddove necessario, di migliore gli aspetti più dibattuti di questo avviso. Voglio però evidenziare che il numero di istanze presentate fa registrare un clima di grande fiducia da parte delle famiglie pugliesi che evidentemente manifestano l’interesse verso la frequenza di un sistema di qualità in grado di cogliere le sfide educative attuali, e questo è sicuramente un dato positivo. Questo nuovo sistema”, conclude l’assessore Sebastiano Leo, “garantirà una maggiore copertura del sostegno alle famiglie e la sicurezza del posto nei servizi educativi accreditati a beneficio dell’organizzazione familiare con un adeguato e necessario anticipo. Il nostro impegno è e sarà sempre massimo persostenere i bisogni educativi di tutte le famiglie, per i minori che vivono in Puglia, per garantire possibilità di crescita culturale e sociale, sostenendo implicitamente in questo modo i genitori, principalmente le mamme, che potranno avere la tranquillità di continuare a lavorare, studiare o cercare attivamente lavoro”

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