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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Capitanata mondezzaio d'Italia: la lotta a mafia e imprenditori con poche armi e norme inefficaci

L'audizione del Procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico Vaccaro in commissione parlamentare antimafia

Ascoli, Candela, Cerignola e Basso Tavoliere: sono queste le aree della Capitanata - pianeggianti e vicine ai caselli autostradali o con svincoli sulle principali strade - maggiormente colpite dal grave fenomeno dell’abbandono di ecoballe di rifiuti provenienti perlopiù dalle regioni al confine con la Puglia, Campania e Abruzzo.

L’ampiezza della Provincia di Foggia, di 7mila km (più del doppio del Molise) ed i mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti illeciti, renderebbero complicate le indagini, rispetto alle quali la Procura della Repubblica di Foggia non ha competenza. Difatti, come ha spiegato in commissione antimafia Ludovico Vaccaro i reati di competenza in materia di rifiuti delle Procura sono il 452 bis, ovvero l’inquinamento ambientale, reato di evento rispetto al quale occorre provare la compromissione o il deterioramento significativi e misurabili dell’aria, dell’acqua, del suolo e sottosuolo e di un ecosistema della flora e della fauna; e il 452 quater, ovvero il disastro ambientale (bisogna provare una alterazione irreversibile dell’ecosistema).

“Questi due reati che talvolta ci è capitato di contestare, sono reati complessi da provare proprio sul piano tecnico. Tolti questi, gli altri reati di competenza della Procura sono contravvenzionali: l’abbandono dei rifiuti e la gestione non autorizzata dei rifiuti, cioè il trasporto, lo scarico e la discarica non autorizzata”.

La vera ipotesi di reato, sulla quale ruota l'inchiesta della Dda, è l’articolo 452 quaterdecies, vale a dire il traffico illecito organizzato di rifiuti. “Se capisco che l’ecoballa viene dalla Campania, dall’Abruzzo o da un’altra parte d’Italia, è evidente che si tratta di un’attività organizzata di traffico di rifiuti e quindi noi mandiamo i processi alla Dda” ha evidenziato Vaccaro, che ha precisato come fino al 2010 la competenza dell’articolo 260 del testo unico sull’Ambiente appartenesse alla Procura ordinaria.

Per il numero uno della procura foggiana la decisione dell'imprenditore di smaltire illegalmente i rifiuti attiene alla sfera della criminalità economica: "Credo che il fenomeno sia più grande di quello che si sia potuto constatare anche in occasione della visita di una parte della commissione, perché ci sono poi contadini e proprietari terrieri conniventi. L’affare è enorme: scavare e interrare ecoballe su mezzo o un ettaro intero di terreno, mi ha fruttato in una maniera esorbitante rispetto a quello che può fruttare un terreno agricolo”.

Durante l’audizione in commissione parlamentare antimafia, Vaccaro ha posto un interrogativo sulle competenze investigative: “Siamo sicuri che accentrare nei capoluoghi di regione, nella Procura distrettuale, sia effettivamente produttivo dal punto di vista delle indagini? Sono oberate di lavoro: se si combatte la mafia che spara, in qualche modo si corre il rischio di non farcela su tutto”.

Secondo il Procuratore, inoltre, la polizia giudiziaria andrebbe dotata di strumenti e specialisti, formati e adeguati sul tema dei rifiuti: “Noi lavoriamo con il Noe, che a sede a Bari e non a Foggia. Ci rendiamo conto che gli organici non sono adeguati, sono esigui. Occorrono nuclei specializzati e forniti di mezzi. Si può pensare ad esempio ad una articolazione della Dia che si occupi dei reati ambientali”.

Sulle indagini in corso, il numero uno della Procura ha precisato che c’è bisogno di molto tempo: “Se io vado a fermare, come a volte succede, la persona che fa quell’unico scarico, non è che ho provato l’attività organizzata di rifiuti continuativa, per cui rischiamo di prendere il singolo conducente di camion, l’ultimo anello al quale è stata data una somma, ma non riusciamo a cogliere l’organizzazione, la filiera”.

Il Procuratore della Repubblica di Foggia ha elencato anche una serie di possibili rimedi, a partire dalle videocamere con lettore targhe agli ingressi-uscite delle arterie principali attraversate dai tir carichi di rifiuti: “Le strade d’accesso nei vari luoghi non sono tante. Con le fototrappole riusciamo ad individuare qual è un camion che possa aver sversato, camion intestati a prestanome, persone inesistenti o straniere. Se però sappiamo quali sono le targhe e le inseriamo nel sistema possiamo ricevere subito gli alert”.

Pur evidenziando gli enormi costi, Vaccaro ha suggerito presidi di polizia giudiziaria nelle ore serali. Tuttavia, ha spiegato, “ci vuole una grossa competenza da parte dei magistrati e della polizia giudiziaria e qualche norma più efficace. E’ necessaria un aggravamento delle norme. Ci vogliono norme più efficaci e dobbiamo portare dalla parte dello Stato coloro che subiscono”.

In ultimo, ha evidenziato, "le strade del mio circondario sono vergognose, le piazzole di sosta sono delle piccole discariche. Rimangono li e anche nei terreni privati. Per me dovrebbe essere previsto un sistema di rimozione statale, che si possa poi rivalere sui responsabili”.

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