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Cronaca Torremaggiore

Decine di testi, prove documentali e video per ricostruire la mattanza di Torremaggiore: aperto il dibattimento

Aperto, in Corte d'Assise, il processo a carico del 43enne albanese Malaj Taulant, accusato di duplice omicidio volontario e tentato omicidio pluriaggravati

Aperto il dibattimento del processo a carico del panettiere albanese di 43 anni Malaj Taulant, residente a Torremaggiore, accusato di duplice omicidio volontario e tentato omicidio pluriaggravati.

L’uomo, presente in aula e difeso dagli avvocati Michele Maiellaro e Giacomo Lattanzio, è accusato di aver ucciso a coltellate il 51enne Massimo De Santis, ritenuto l'amante di sua moglie Tefta, e la figlia Jessica, di soli 16 anni, intervenuta in difesa della madre, gravemente ferita ma sopravvissuta alla mattanza.

Il processo è in corso dinanzi alla Corte d’Assise (presidente Mario Talani), che ha rigettato tutte le questioni preliminari sollevate dalla difesa dell’imputato -  richiesta di rito abbreviato, perizia psichiatrica, esclusione tra le parti civili della cooperativa ‘Il Filo di Arianna’ - e ha ammesso le prove documentali e le liste dei testi presentate da pubblica accusa, parti civili e difesa (diverse decine nel complesso).

“Sarà un processo lungo e certamente complesso”, spiega l’avvocato Roberto De Rossi che rappresenta la sopravvissuta Tefta, moglie dell’imputato e madre della giovane vittima, costituitasi parte civile in proprio e in qualità di esercente la potestà genitoriale sul figlio di 5 anni, che assistette alla violenza. La loro lista testi conta solo tre nomi: “Puntiamo a far emergere la condotta dell’imputato prima e dopo l’omicidio per vari aspetti legati alla dosimetria della pena”, spiega il legale al termine dell’udienza.

“Procederemo in maniera concreta e pragmatica avendo ben chiari i nostri obiettivi, valutando di volta in volta ciò che emergerà nel corso dell’istruttoria dibattimentale. Allo stato, non possiamo che ritenerci soddisfatti perché sono state rigettate tutte le questioni preliminari, sia dinanzi al gip che oggi in sede dibattimentale, con la Corte che ha condiviso in toto le argomentazioni a suo tempo spese dalla dott.ssa Mannini”.

Nel fascicolo, tra le fonti di prova, confluiranno anche alcuni video: si tratta delle immagini estrapolate dall’impianto di videosorveglianza presente all’interno dell’abitazione coniugale, che avrebbero ripreso l’omicidio della figlia 16enne e il tentato omicidio di Tefta, ma anche i video realizzati dallo stesso imputato con il proprio telefono cellulare, con il quale ha documentato la mattanza. I filmati furono immessi in rete e iniziarono a girare vorticosamente nelle chat e su canali social, al punto da indurre il sindaco di Torremaggiore e i vertici dell’Arma a chiedere di interrompere la catena della diffusione per rispetto delle vittime e delle indagini. Il processo proseguirà a maggio, con i primi testi della pubblica accusa (pm Sabrina Cicala), ovvero i carabinieri che hanno eseguito i rilievi e avviato le indagini.

LA VICENDA | Il fatto risale al 7 maggio scorso ed ha sconvolto l’intera Provincia di Foggia. Ad armare la mano dell’uomo sarebbe stata la gelosia: il primo a cadere sotto i colpi dei fendenti è stato il 51enne Massimo De Santis, commerciante incensurato del posto. L’uomo, che abita nella stessa palazzina della famiglia, è stato colpito nell’androne del palazzo con numerose coltellate in varie parti del corpo, tra cui la gola, ed è morto dissanguato.

A quel punto, l’uomo avrebbe raggiunto la moglie in casa colpendo anche lei ripetutamente con diverse coltellate, ma, in difesa della donna, sarebbe intervenuta la figlia della coppia, Jessica - studentessa di appena 16 anni - anche lei colpita più volte con il coltello dal padre; le ferite ne hanno causato la morte durante il trasporto in ospedale. A tutta la drammatica scena ha assistito il figlio minore della coppia, di soli 5 anni, tuttora sotto shock.

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