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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Agguato a Manfredonia, Mascione (Ultimi): "La mafia non risparmia gli occhi innocenti di bambini"

Tentato omicidio al Luna Park in cui è rimasto ferito un 45enne. Il vicepresidente dell'associazione Ultimi si rivolge a coloro i quali credono ancora che la mala agisca secondo un preciso codice d'onore, risparmiando gli occhi innocenti di bambini

Per Pietro Paolo Mascione l'agguato al Luna Park di Manfredonia in cui è rimasto ferito a una gamba il 45enne Giovanni La Torre, qualche ora dopo la lunga processione in onore dei festeggiamenti del Santo Patrono, la Madonna di Siponto, "sono la prova di come questa terra continui ad essere 'terra di tutti e nessuno'. Secondo il referente di Ultimi, "occorre riflettere su come stia cambiando la mentalità criminale, il suo 'modus operandi' soprattutto quando si tratta di agguati, perché è lì che si assiste alla metamorfosi criminale dove, 'il fine giustifica i mezzi'.

Il vicepresidente dell'associazione, si rivolge a coloro i quali credono ancora che la mala agisca secondo un preciso codice d'onore, risparmiando gli occhi innocenti di bambini. "Duole ricordare che alla performance gomorriana di questa notte hanno assistito molti giovani, colpevoli di trovarsi nel posto giusto e nel momento giusto. Già perché, riflettendoci, di sbagliato quei ragazzi non hanno fatto nulla. La criminalità non ha 'occhi di riguardo' e colpisce nei momenti di maggiore vulnerabilità, come questa notte, dove la spensieratezza faceva da padrona. A poco serve trovare il capro espiatorio sul quale far ricadere le responsabilità, di un controllo che purtroppo non ha funzionato. Ancora meno serviranno i discorsi che intavoleranno in queste ore politici candidati che, come illusionisti - per non dire 'visionari' - estrarranno dal cappello millantanti programmi politici che assicurerebbero la bramata conquista della 'Terra Promessa'.

Lungi dall'essere polemici e nefasti, è ora di prendere atto che, fino a quando questa terra verrà vista come ottimo spunto per creazioni cinematografiche o come palestra sociale e campo di addestramento per giovani reclute, resterà 'Terra di pochi'. Non siamo un territorio da prevenire ma da curare e, se proprio dobbiamo "subire" l'onorificenza del titolo di 'Terra di Mafia', anzi di 'Quarta Mafia"', allora pretendiamo di esser trattati come tali. E, seppur consapevoli di non sapere ancora abbastanza sul fenomeno criminale, abbiamo la certezza che lo stesso non si contrasta con personale sottorganico, burocrazia lenta e farraginosa, con lungaggini della magistratura o con immobilismo diffuso negli apparati della Repubblica. Siamo tutti colpevoli di un territorio che sanguina perché non lo si vuole custodire, perché non lo si ama abbastanza. E la Mafia, purtroppo, non si combatte al grido 'armiamoci e partite'!

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