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Cronaca San Giovanni Rotondo

Cani randagi come pacchi postali: l'Enpa si oppone al trasferimento (da San Giovanni a Bari)

Enpa chiede al sindaco di bloccare il trasferimento dei cani in un'altra provincia e di attivarsi invece per costringere il gestore del canile a fare ogni sforzo per incentivare le adozioni

"Siamo estremamente preoccupati per le voci che da giorni danno per imminente il trasferimento di un gran numero di cani randagi dal canile comunale di San Giovanni Rotondo (gestito da Mapìa srl) a Bari. Trasferirli in un'altra provincia è non solo ingiusto, ma anche contrario alle previsioni della legge regionale in materia di randagismo". Lo dichiara Gloria Capodilupo, presidente della Sezione Enpa di San Giovanni Rotondo.

"Non abbiamo conferme - aggiunge - ma stranamente non abbiamo nemmeno smentite. Secondo le informazioni in nostro possesso, il gestore del canile comunale starebbe per trasferire a Bari un gran numero di cani. Non conosciamo i motivi di questo possibile, illegittimo trasferimento".

Secondo la Sezione Enpa di San Giovanni Rotondo, che ha fatto partire un mail bombing al Comune "i cani devono restare nel territorio perché devono essere quotidianamente seguiti dai volontari e perché si deve, per ciascun randagio, fare ogni sforzo possibile per trovare la giusta adozione. I randagi non sono pacchi da spostare secondo le convenienze di chi gestisce i rifugi".

Enpa chiede al sindaco (è lui, lo ricordiamo, il responsabile dei randagi del territorio) di bloccare il trasferimento dei cani in un'altra provincia e di attivarsi invece per costringere il gestore del canile a fare ogni sforzo per incentivare le adozioni.

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