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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Fugge dalla guerra con due lauree in tasca: la storia di Samantha, tirocinante in Procura e nonna 39enne

La donna è attualmente impegnata in un tirocinio formativo promosso negli uffici della Procura di Foggia, nell’ambito del progetto Sai – Sistema di Accoglienza ed Integrazione, gestito dalla cooperativa sociale Medtraining con la collaborazione del Comune di Candela

Samantha è una giovane donna titolare di protezione internazionale, fuggita dagli orrori delle guerre che sconvolgono la Repubblica Centrafricana, con una laurea in fisica in tasca e una in ingegneria elettromeccanica conseguita in Niger. Da due anni in Italia (prima a Scanzano, ora a Candela) grazie ai corridori umanitari della Caritas nazionale, Samantha è attualmente impegnata in un tirocinio formativo promosso negli uffici della Procura di Foggia, nell’ambito del progetto Sai – Sistema di Accoglienza ed Integrazione, gestito dalla cooperativa sociale Medtraining con la collaborazione del Comune di Candela.

Così, ogni mattina, dal 1° febbraio scorso, si reca nell’ufficio Dibattimento della Procura, dove si occupa della movimentazione dei faldoni, della stesura delle liste testimoniali e della catalogazione cronologica delle notifiche dei testi citati nelle udienze in programma. Il suo impegno ed il suo lavoro sono molto apprezzati da tutor e colleghi: “E’ curiosa, volonterosa, vuole imparare e vuole essere partecipe generale dei meccanismi dell’ufficio e non solo del suo segmento di azione”, racconta il cancelliere Roberto Ginese, tutor del tirocinio che sottolinea l’importanza di questa iniziativa: “Samantha è la decima tirocinante accolta attraverso questo progetto, attraverso il quale possiamo arricchire i nostri uffici della collaborazione di persone che hanno tanto da dare e che, allo stesso tempo, ci permette di  essere un accompagnamento, una ‘guida’, nella loro istruzione. E’ uno scambio reciproco, loro ci forniscono un aiuto nel quotidiano, noi cerchiamo di fornire loro l’accompagnamento necessario verso l’integrazione, che è forse la cosa più bella e  importante di questo progetto”, conclude.

Nonostante abbia appena 39 anni, Samantha ha due figlie, di 18 e 21 anni, ed è già nonna di un bambino di 3 anni. Parla correttamente francese e le lingua del Congo, fluentemente l’inglese e ha già una buona padronanza dell’italiano scritto e parlato. “Sono felice di poter fare questa esperienza qui, accanto a colleghi molto competenti e simpatici”, spiega la donna. “Al momento non sto avendo particolari difficoltà, nonostante sia un ambiente per me nuovo”. Non fa programmi (“Quando finirò questa esperienza solo Dio sa cosa succederà”) ma di certo immagina il suo futuro in Italia: “Il mio sogno nel cassetto è quello di insegnare e fare ricerca” confida, nella speranza di mettere a frutto i suoi studi precedenti (è in corso la pratica per il riconoscimento dei titoli in Italia).

 

"Questa iniziativa ha tanti significati e tanti valori”, spiega il procuratore capo Ludovico Vaccaro. “Partiamo dai vantaggi per noi: l’ufficio soffre la carenza di personale amministrativo, e in particolare nel ruolo dei commessi, e quindi dobbiamo ringraziare i tirocinanti perché ci danno aiuto e mentre si formano (lo scopo del progetto è la formazione e inserimento sociale). Tutto questo avviene a costo zero, senza aggravio di spese per il ministero della Giustizia”, puntualizza Vaccaro.

“E’ uno scambio reciproco: non solo apportano un aiuto concreto e materiale, ma anche una ventata di vita, di impegno e motivazione che è contagiosa. Il loro entusiasmo  contribuisce al benessere organizzativo degli uffici. Tutti questi progetti riguardano persone regolari in Italia, ovvero munite di permesso di soggiorno. Noi aiutiamo loro in questo percorso di  inserimento sociale e lavorativo, sperando che questa esperienza possa essere occasione di un inserimento più stabile”, conclude.

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