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Cronaca

Amiu, contratto da 200 milioni per i rifiuti di Foggia: scattano le perquisizioni della GdF dopo l'esposto in Procura

L’ipotesi è che l’Ente commissariato sia stato indotto ad affidarsi all’azienda barese, sulla base di dati errati. Le indagini sarebbero state avviate dopo gli esposti presentati dalle associazioni Società Civile, Konsumer Italia e Italia Nostra, e dei cittadini, circa la procedura dell’affidamento in house del servizio di igiene urbana

Su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia la Guardia di Finanza avrebbe eseguito due decreti di perquisizione nei confronti dell’ex responsabile pro tempore del settore Ambiente del Comune di Foggia, l’ing. Concetta Zuccarino, e di Antonello Antonicelli, direttore generale di Amiu Puglia, la società con la quale, nel dicembre scorso, il Comune di Foggia, in quel momento guidato da Marilisa Magno, aveva sottoscritto un contratto novennale da 22 milioni di euro all’anno.

Si ipotizza che l’Ente commissariato si sia affidato all'azienda barese sulla base di dati errati. Le indagini sarebbero state avviate dopo gli esposti presentati dalle associazioni Società Civile, Konsumer Italia e Italia Nostra, tra i firmatari anche l'avvocato Michele Vaira, circa la procedura dell’affidamento in house del servizio di igiene urbana. “Abbiamo semplicemente cercato la verità. Le intenzioni erano e sono sempre state la tutela degli interessi dei foggiani, contro un affidamento che serve e conviene ad altri territori. È stato facile? Assolutamente no. Da volontari ci è costato sacrificio, studio, approfondimento. Siamo stati scherniti dalle stesse istituzioni che intendevamo tutelare. Per questo ringrazio chi ci ha sostenuto e chi, contro ogni potere e pressione, ha cercato con noi questa Verità da libero cittadino” il post di questa mattina sulla pagina Facebook de ‘La Società Civile’.

Il 3 aprile scorso i cittadini e i rappresentanti delle associazioni La Società Civile, Konsumer Italia e Italia Nostra, avevano presentato un’ulteriore integrazione all’esposto depositato il 10 gennaio sulla gestione dell’igiene urbana a Foggia, e avevano segnalato la mancata pubblicazione dei dati relativi ai primi mesi del 2023. Il ritardo nella pubblicazione dei primi due mesi dell’anno – avevano fatto sapere dal Comune – era stato dovuto alla mancata comunicazione di tre aziende, autorizzate a norma di legge alla fuoriuscita dal perimetro Tari, che provvedono in autonomia alla gestione dei rifiuti. “Si è convenuto di pubblicare immediatamente sulla piattaforma di riferimento i dati provvisori, che saranno poi integrati ad horas, una volta ottenuti quelli delle tre aziende in questione”.

I dati provvisori relativi ai mesi di gennaio e febbraio, erano stati caricati e validati il 7 aprile sul portale dell’Osservatorio rifiuti. I comuni hanno l’obbligo di inserire i dati sul portale in base a una legge regionale del 2018, e in caso di ritardi rischiano di perdere finanziamenti e contributi. Sulla questione, il commissario Cardellicchio si era espresso in questi termini: “Ringrazio quanti si occupano e si preoccupano della raccolta dei rifiuti che ci aiutano a seguire l’andamento dei lavori, auspicando in un controllo sociale sempre più collaborativo e fiducioso. Si è all’inizio di un cammino per il quale occorre ancora molto lavoro, ma la strada intrapresa è quella giusta”.

In quella sede, nella riunione convocata d’urgenza a Palazzo di Città tra i componenti della commissione straordinaria Vincenzo Cardellicchio e Sebastiano Giangrande, il dirigente dell’Area Ambiente Saverio Pio Longo, il presidente di Amiu Paolo Pate e il direttore generale Antonello Antonicelli, era stato concordato che sarebbe stata Amiu Puglia, su delega del Comune di Foggia, a provvedere direttamente alla pubblicazione dei dati relativi alla produzione dei rifiuti urbani e alla raccolta differenziata sulla piattaforma dell’Osservatorio regionale dei rifiuti. Il 10 gennaio le tre associazioni di Foggia avevano presentato un esposto alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e all’Autorità nazionale Anticorruzione.

Oltre che da Michele Vaira, la denuncia era stata firmata anche da Giuseppina Cutolo, presidente di Italia Nostra, Giuseppe Potenza, presidente provinciale di Konsumer Italia, Giorgio Cislaghi e Marcello Sciagura. Sei giorni prima, il 4 gennaio, erano stati ricevuti dal procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro, al quale avevano chiesto un incontro.

Rispetto all'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti alla società Amiu Puglia, l’avvocato Michele Vaira si era espresso così “Riteniamo che, ben lungi da quello che è stato lasciato intendere alla pubblica opinione, l’affidamento diretto non sia la norma ma l’eccezione e deve sottostare a precise condizioni che nel nostro caso mancano. Riteniamo che questo affidamento non sia un atto tecnico della commissione ma politico, che ha una sua matrice, una sua paternità e che favorisce inevitabilmente la cittadinanza barese ai danni di quella foggiana”.

L’affidamento in house del servizio di igiene urbana, secondo gli estensori dell’esposto, non avrebbe rispettato quanto disposto dall’Anac. “Il primo presupposto è la convenienza, e non è stata dimostrata. In secondo luogo, il servizio deve essere affidato ad una società affidabile, che abbia dimostrato di essere in grado di svolgere la sua attività, ed è noto a tutta la città come da nove anni la raccolta venga effettuata poco e male”.

A metà dicembre avevano provato a presentare anche un’istanza di annullamento in autotutela della delibera commissariale bollandolo come un “clamoroso danno alla città”. Sempre secondo quanto affermato in precedenza dall’avv. Vaira, “il Comune di Foggia, per tutti questi anni, anche durante la gestione commissariale, ha pagato fatture per questi servizi inadeguati, quando non inesistenti. In regime di successive proroghe ha continuato a pagare 1,8 milioni circa al mese, per un servizio che è via via diminuito: sono diminuiti operatori e mezzi, sono inesistenti i cassonetti, gli stessi da anni, mai cambiati”.

Nelle 17 pagine del contratto - la cui firma è stata apposta materialmente il 14 marzo di quest’anno - sono contemplate, questa volta, una serie di penali.

Il Comune, previa diffida e messa in mora, potrà risolvere unilateralmente il contratto in caso di gravi e ripetute violazioni degli obblighi contrattuali, gravi violazioni alle norme in materia di rifiuti, arbitrario abbandono o sospensione non dipendente da cause di forza maggiore di tutti o parte dei servizi affidati per oltre 10 giorni di calendario. 

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