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Lunedì, 29 Aprile 2024
FRATE MORTO / San Giovanni Rotondo

Addio a Padre Gregorio, frate cappuccino per lunghi anni cappellano di Casa Sollievo della Sofferenza

I messaggi di cordoglio per la dipartita di frate Gregorio D'Arenzo

Padre Gregorio D'Arenzo, all'età di 82 anni, è tornato alla casa del Padre, per tanti anni padre cappellano dell'ospedale di San Pio.

A darne notizia i Frati Minori Cappuccini della provincia religiosa 'Sant'Angelo e Padre Pio: "Padre Gregorio è stato un frate cappuccino instancabile nel suo apostolato. Il suo impegno e la sua dedizione non conoscevano stanchezza, e il suo amore per i malati rifletteva la sua profonda devozione verso Gesù Crocifisso. La sua vita è stata un esempio luminoso di servizio e compassione, ispirando coloro che lo conoscevano. La sua memoria rimarrà viva nei cuori di coloro che hanno avuto la fortuna di condividere il suo cammino spirituale e umano. Che possa riposare in pace nell'amore misericordioso del Signore, nella protezione materna della Madonna e nell'intercessione dell'amato confratello Padre Pio".

Così il sindaco di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti: "Ieri sera sono passato a salutarti, eri ricoverato nella stanza affianco a quella di mia madre, dormivi e non ho voluto disturbarti. Nei giorni precedenti abbiamo scherzato insieme, la tua amabile allegria era contagiosa. Sarai sempre nel mio cuore. Pregherò per te. Condoglianze a tutta la comunità dei Frati Cappuccini".

Cordoglio è stato espresso anche dal primo cittadino di Vico del Gargano Raffaele Sciscio: "Tutta la comunità vichese esprime profondo cordoglio".

Lo hanno ricordato, per la sua passione per la Roma, i tifosi giallorossi del club locale:

"Fermo nella sua fede in Dio, non faceva mai mancare la sua presenza e la sua allegria ai degenti ricoverati nella Casa. Che si trattasse di dare conforto, il sacramento della Confessione o caramelle, la sua è stata una presenza costante nella vita monastica ed ospedaliera della nostra comunità. L'unica "debolezza" che nella vita si concedeva era quella di essere uno di noi, romanista appassionato. A noi il ricordo dei suoi "Forza Roma!" e dei "che fa la Roma?" quando ci incontrava durante le partite, a lui il nostro ricordo eterno nelle nostre preghiere.

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