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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Monte Sant'Angelo

Microzonazione per rischi sismici: sotto monitoraggio i comuni del Gargano e del Subappennino Dauno

Elio Sannicandro: "In particolare per la microzonazione stiamo recuperando antichi gap, dovuti a monte alla mancanza di cartografie dettagliate e aggiornate. Non a caso, oltre al lavoro sul campo, stiamo lavorando con Cnr e UniBa ad aggiornare le cartografie, a partire da Taranto e Manfredonia"

Sono 84 i comuni pugliesi sotto monitoraggio, in gran parte nel Subappennino Dauno e Gargano, per attività di microzonazione per rischi sismici; e 41 studi sono già chiusi e validati (per il primo dei tre livelli previsti). In parallelo, sul fronte della mitigazione del rischio idrogeologico, la Regione sta lavorando a 415 progetti, mentre il commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico - carica oggi ricoperta dal governatore Michele Emiliano - ha attuato 172 interventi. Sono i dati salienti emersi stamattina in Fiera del Levante nel secondo dei quattro convegni tematici organizzati da Asset: “Verso una pianificazione responsabile per un abitare consapevole e sostenibile”.

La Puglia è dunque sempre più attenta al territorio, alla sua salvaguardia e all’abitare in sicurezza. Una regione con aree esposte a rischi sismici, ma che sta studiando dettagliatamente il suo suolo e sottosuolo, sia per orientare nuovi insediamenti sia per pianificare l’organizzazione delle emergenze. Tecnicamente si chiama microzonazione. Micro, perché iperdettagliata anche su piccole porzioni di territorio, dove le condizioni possono variare anche solo a distanza di 100 metri. Studi, dunque, a cui ancorare i piani urbanistici. Attività che, facendo il paio con quelle legate al rischio idrogeologico - acuito dai cambiamenti climatici e dagli sconsiderati interventi dell’uomo - sono state protagoniste dell’incontro.

“Su input della Regione Puglia l’Asset – ha spiegato il suo direttore Elio Sannicandro - si occupa di entrambi i temi, in collaborazione con Protezione civile, Università ed enti di ricerca, comuni. In particolare per la microzonazione stiamo recuperando antichi gap, dovuti a monte alla mancanza di cartografie dettagliate e aggiornate. Non a caso, oltre al lavoro sul campo, stiamo lavorando con Cnr e UniBa ad aggiornare le cartografie, a partire da Taranto e Manfredonia. Abbiamo creato gruppi di lavoro multidisciplinari con ingegneri, architetti, geologi, archeologi, agronomi e, rispetto al passato, oggi disponiamo di tecnologie avanzate come laser-scanner e droni. I rischi idrogeologici legati a frane, erosione costiera, alluvioni etc, coniugano invece messa in sicurezza del territorio e mantenimento dell’equilibrio ambientale: anche attraverso innovative scelte progettuali e tecniche, tese al recupero in chiave naturalistica delle aree dissestate”.

E sono stati fatti esempi di interventi a Biccari, alla Cava di Maso, o previsti nelle cavità ipogee di Canosa: in passato utilizzate come cantine per oli e vini, spazi da recuperare e valorizzare come beni storico-culturali.

Infine, appendice all’insegna della stessa visione, col progetto pilota Regione-Asset per la riqualificazione dello storico Rione Fossi di Accadia, nel Foggiano: 70 abitazioni abbandonate dopo i terremoti del secolo scorso: esempio di rigenerazione culturale (previsto un concorso internazionale per una grande installazione artistica nella chiesa matrice), sociale ed economica dei borghi. Il progetto sarà ultimato entro il 2026.

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