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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Le pressioni della mafia su Foggia: l'evoluzione a lobby economica e lo scioglimento del Comune

Il quadro emerso nella Relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia al Parlamento, in riferimento al secondo semestre 2021

In Capitanata il fenomeno mafioso tradizionalmente distinto in società foggiana, mafia garganica, malavita cerignolana e gruppi del Tavoliere si conferma fluido e flessibile. La pressante azione di contrasto dello Stato ha costretto i clan a rimodulare le proprie strategie orientandole verso un modello imprenditoriale che si attua anche attraverso la cooperazione di altri “attori” esterni al loro nucleo organizzativo.

Lo si legge nelle pagine dedicate alle mafie di Capitanata della Relazione della Dia al Parlamento, riferita al 2° semestre 2021. L’efferata propensione a stringere rapporti di collusione e complicità con le sfere della società civile e delle istituzioni è proprio alla base della capacità di networking delle formazioni mafiose operanti nel territorio di Foggia e provincia tanto che “la questione foggiana ha finalmente assunto, a tutti i livelli, l’attenzione che meritava, con un importante investimento di risorse per rendere più efficiente l’attività di contrasto”. Queste le parole del Procuratore Generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi che ha anche evidenziato come la mafia foggiana si caratterizzi “per forme specifiche e per il ricorso ancora attuale alla violenza, sia per il controllo del territorio che nel rapporto con le attività produttive”.

Quanto alla recrudescenza delle reiterate ed eclatanti forme di aggressività delle azioni criminali rivolte anche all’indirizzo di liberi professionisti per lo più imprenditori/commercianti si segnala come le stesse siano rappresentative non solo di chiari segnali di intimidazione e forza ma anche dell’impellente bisogno dei clan di rafforzare la propria immagine sul territorio compromessa dalle pesanti perdite subite dall’azione di contrasto, dalla persistente opera di antimafia sociale, dalle recenti sentenze di condanna e non ultime dalle nuove forme di collaborazione con la giustizia.

La tendenza delle consorterie mafiose a manipolare per i propri scopi le reti di relazioni a disposizione è emersa più volte nel passato e anche nel periodo di riferimento tale astuta duttilità operativa tipica di una vera e propria lobby economico-imprenditoriale trova conferma. I numerosi provvedimenti interdittivi ad esempio emessi dal Prefetto e lo scioglimento del Comune di Foggia del 6 agosto 2021 sono la chiara testimonianza dell’elevato grado di capacità dei sodalizi di stringere a livello locale relazioni diversificate e ad alta densità.  La governance che interessava l’ente territoriale dauno improntata al perseguimento di interessi privati a danno del primario interesse pubblico alla legalità unitamente ad un contesto pervaso dalla presenza della criminalità organizzata di tipo mafioso ha favorito forme di condizionamento ambientale quale conseguenza della commistione tra business criminali e politico-amministrativi. Riguardo a questi ultimi le attività di contrasto possibili grazie alla presenza degli anticorpi istituzionali che rappresentano i principali argini alle cosiddette zone grigie hanno permesso di svelare circuiti di malaffare attivi nell’esercizio della funzione pubblica.

In questo scenario l’operazione “Radici” condotta dalla Guardia di finanza l’11 novembre 2021 seppur non ascrivibile a contesti di criminalità organizzata ha messo in luce l’esistenza di un comitato d’affari composto da funzionari della Regione Puglia, imprenditori agricoli e consulenti agronomi operanti nel settore della silvicoltura che aveva quale scopo l’illecito conseguimento degli aiuti economici erogati dalle Istituzioni anche comunitarie. Parimenti significativa nel contesto delle infiltrazioni nella pubblica amministrazione è l’operazione “Icaro” del 13 dicembre 2021 condotta dalla Guardia di finanza che ha svelato la “manipolazione” di due gare di appalto bandite da Enti pubblici foggiani operanti nel campo della sanità. In particolare dalle attività di indagine è emerso che 3 dirigenti degli Enti pubblici committenti avrebbero realizzato con i referenti di una società una “corsia parallela riservata” per consentire a quest’ultima l’aggiudicazione delle gare mediante la preventiva predisposizione del capitolato speciale e del disciplinare di gara, attraverso la selezione di componenti compiacenti delle commissioni di gara che poi sarebbero stati condizionati nel loro operato.

Nonostante i timidi tentativi scissionistici da parte di alcuni soggetti, nella città di Foggia continuano a convivere le tre storiche batterie dei Sinesi-Francavilla, Moretti-Pellegrino-Lanza e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Provate dalla costante pressione investigativa e giudiziaria e dalle conseguenti condanne che le hanno private di quasi tutte le figure decisionali ed operative le consorterie hanno mostrato una sorta di ricompattamento. E’ questa la connotazione peculiare della società foggiana che come mafia “camaleontica” al passo con la modernità tende costantemente a rimodularsi secondo l’assetto operativo più idoneo al superamento delle difficoltà contingenti fra cui l’esigenza di liquidità. Anche a causa delle sempre più pressanti difficoltà economiche del territorio la continuità dell’attività criminale delle batterie continua ad essere garantita dalla facile possibilità di reclutamento di nuove leve molte delle quali provenienti dal bacino della criminalità comune la cui osmosi con quella organizzata è continua.

La pericolosità di tale compenetrazione diventa ancor più accentuata laddove il serbatoio da cui attingere nuove risorse criminali annoveri rampolli di famiglie mafiose. Tale spaccato è confermato dalle indagini concluse dalla Polizia di Stato il 17 e il 30 novembre 2021 nei confronti di giovanissimi componenti di baby gang le cui azioni criminali avevano destato un forte allarme sociale. Nell’ultima indagine è emerso il ruolo di un pregiudicato per reati di natura predatoria “punto di riferimento nell’ambito della micro-criminalità locale” unito per legami di sangue ad un elemento di spicco della batteria Sinesi-Francavilla. Tale articolazione della società foggiana proietta l’azione criminale anche in provincia attraverso proprie cellule e alleanze con la criminalità mafiosa garganica (Li Bergolis) e sanseverese (gruppo Nardino), nonché in chiave extraregionale con quella siciliana e calabrese. Se i recenti equilibri di potere hanno sfavorito particolarmente il clan Sinesi –Francavilla il nuovo regime detentivo domiciliare accordato in favore di figure di rilievo della compagine potrebbe rinvigorire le ambizioni di tale consorteria.

Sotto il profilo evolutivo non si esclude che la recentissima scarcerazione del 28 marzo 2022 di un elemento apicale collocato ai vertici della batteria mafiosa unita allo stato di detenzione non inframuraria del fratello possano costituire fattori importanti per ridisegnare i tratti criminali del panorama mafioso della provincia di Foggia. Nello scenario della criminalità organizzata foggiana e della provincia il ruolo centrale appartiene al clan Moretti-Pellegrino-Lanza che grazie alla sua progressiva azione di espansione ha edificato una rete relazionale funzionale alla sopravvivenza della batteria di riferimento attiva nelle aree contermini della provincia (Gargano, Alto e Basso Tavoliere) così come anche in alcune aree extraregionali del Molise e dell’Abruzzo.

Le tipiche modalità di azione mafiosa del clan consistenti nella vessazione e nel ricorso alla violenza fisica e psicologica sono state evidenziate dalla Dia con l’operazione del 22 novembre 2021 che ha permesso di appurare la realizzazione di una ripetuta e costante attività di usura ed estorsione a danno di un imprenditore agricolo della provincia. Nei confronti degli indagati sono state eseguite anche misure cautelari reali con cui sono stati sequestrati ai fini della successiva confisca beni mobili, immobili e disponibilità liquide per un valore complessivo stimato in oltre 300 mila euro. Schierata in favore della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza è la consorteria mafiosa dei Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese che sviluppando sinergie con elementi mafiosi di Manfredonia (gruppo ex Romito) e con esponenti della criminalità di Orta Nova risulta attiva soprattutto nei settori del traffico di stupefacenti, delle estorsioni e del riciclaggio di denaro in attività commerciali.

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