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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Intercettazioni a carico di D'Alba autentiche: "Querele contro chi sostiene il contrario"

È quanto dichiara in una nota l'avvocato Michele Sodrio, legale di due funzionari della Squadra Mobile, che rigetta l'accusa di manipolazione di una intercettazione ambientale a carico del presidente della cooperativa Tre Fiammelle, colpita da una interdittiva antimafia

Le intercettazioni a carico dell’imprenditore Michele D’Alba sono autentiche, investigatori della squadra mobile querelano chi sostiene il contrario. La decisione è stata presa da due notissimi e storici investigatori, da anni impegnati nelle più importanti inchieste di mafia in città, soprattutto in seguito agli attacchi di un quotidiano locale.

Pertanto, tramite il loro difensore Michele Sodrio, hanno depositato ciascuno la propria querela contro il direttore e una giornalista del quotidiano locale, per diffamazione aggravata e vilipendio della Polizia di Stato. Nel dettaglio, si respinge con toni forti l'accusa che sia stata manipolata una intercettazione ambientale del febbraio 2018 a carico dell'imprenditore Michele D'Alba e di due suoi familiari, intercettazione poi posta a base, insieme a diversi altri elementi, dell'interdittiva antimafia che ha colpito la cooperativa Tre Fiammelle, della quale D'Alba è presidente e dominus. 

I due funzionari della Squadra Mobile, dei quali uno andato recentemente in pensione dopo lunghi anni di servizio, rivendicano la correttezza del loro operato e chiedono alla Procura della Repubblica di procedere in tempi ragionevoli ad accertare le responsabilità di questa vicenda, che a loro dire rischia di danneggiare gravemente la reputazione e l'immagine delle forze dell'ordine e di una parte importante dell'apparato antimafia a Foggia.

"Il nostro intento - sottolinea l’avvocato Sodrio - è ribadire una volta per tutte la correttezza, l'onorabilità e l'onestà della Polizia di Stato e dei due funzionari che rappresento, che mai e dico mai nella loro lunga carriera si sono sognati di manipolare o "taroccare", come dice il giornalista nei video, alcun atto o tanto meno intercettazioni telefoniche e ambientali. Nessuno può avere una licenza di impunità, non si può diffamare dei fedeli servitori dello Stato, senza che vi sia una reazione forte. Noi abbiamo fatto il primo passo e andremo fino in fondo. Ora tocca alla Procura della Repubblica, dalla quale ci aspettiamo una risposta immediata in termini di accertamento dei fatti", conclude.

 Michele Sodrio

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