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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Vieste

Boschi del Gargano ridotti in cenere, 15 anni per la ricostruzione: scarsa prevenzione e mezzi insufficienti

Fragilità della rete di prevenzione e messi insufficienti. Ci vorranno 15 anni per ricostruire l'habitat naturale delle montagne del Gargano

Coldiretti ha stimato che ci vorranno una quindicina di anni per ricostruire i boschi del Gargano ridotti in cenere. Ciascun rogo costa ai cittadini oltre 10mila euro ad ettaro, fra spese immediate per lo spegnimento e la bonifica e quelle a lungo termine sulla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate. 

Le cause degli incendi

Le alte temperature dei giorni scorsi e l’assenza di precipitazioni hanno inaridito i terreni favorendo l’innesco dei roghi nelle campagne e nei boschi. Coldiretti stima inoltre che il 60% degli incendi sia causato volontariamente, evidenziando che il divampare delle fiamme sia favorito dal clima anomalo e dalla siccità.

A favorire gli incendi, infatti, è il fatto che 2023 si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica che lo classifica all’ottavo posto tra le più alte mai registrate nel periodo dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni. secondo l’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr relativi al primo semestre.

Fragilità della rete di prevenzione

Per garantire una funzione di controllo e monitoraggio ed intervenire tempestivi Coldiretti e Vigili del Fuoco, con il supporto dell’associazione 'Agrivenatoria Biodiversitalia', hanno sottoscritto un protocollo per le attività di lotta attiva agli incendi di bosco o per rischi idrogeologici, che prevede che gli agricoltori mettano a disposizione spazi per i mezzi di pronto intervento e partecipino a progetti mirati per lo sviluppo di procedure per l’allertamento delle squadre operative del 115 in caso di emergenze.

Nella lotta agli incendi, infatti, è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.

Il secondo asse della collaborazione prevista dall’accordo riguarda il supporto al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco da parte di Coldiretti ed Ab, con eventuale formazione a favore degli operatori del 115 per interventi finalizzati alla gestione di insetti pericolosi, come gli imenotteri aculeati, anche al fine di preservare l’ecosistema e la biodiversità, con la messa in sicurezza delle api.

Tuttavia, rispetto agli ultimi roghi che hanno distrutto in un giorno oltre 800 ettari, ancora una volta è emersa la fragilità della rete della prevenzione nei boschi e nei parchi. “Come ogni anno la provincia di Foggia vive lo sfregio perpetrato ai danni di un territorio straordinario, dove le fiamme mandano in fumo interi campi di grano, alberi, colture, un situazione angosciante aggravata dalla mancata opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio” denuncia Coldiretti Puglia Coldiretti. Basti pensare che nel 2022, a Foggia, sono stati registrati 4.549 incendi. 

Il decalogo per combattere gli incendi

C'è un decalogo per combattere gli incendi: la prima regola per non causarli è quella di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento.

Soprattutto nelle campagne non andrebbero gettati mai mozziconi o fiammiferi accesi dall'automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre, non bisogna mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, bisogna evitare la dispersione nell'ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente.

Nel caso in cui venga avvistato un incendio, la Coldiretti regionale consiglia di non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. 

“Dal momento che un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi” conclude.

Pochi mezzi a disposizione

La Cia Puglia ha sottolineato invece come ci siano pochi canadair, i mezzi a disposizione sono insufficienti, non ci sono una rete e strutture logistiche adeguate a questo nuovo scenario ‘californiano’, in cui le temperature folli raggiunte ormai su tutta la Puglia, unite a forti venti di scirocco e all’azione sempre più criminale di piromani senza scrupoli, mettono a repentaglio la vita delle persone. “É una situazione nuova, almeno in parte, dunque per la scarsa prevenzione e l’insufficiente dotazione degli interventi non è il caso di additare nessuno, ma è chiaro che occorre una svolta. In questo senso, torniamo a ricordare e a ribadire che – se adeguatamente supportati e nell’ambito di un più vasto e articolato nuovo piano straordinario di prevenzione – anche le aziende agricole possono dispiegare i propri mezzi, la conoscenza del territorio e la propria esperienza al servizio di una vasta e capillare opera di difesa delle aree più a rischio. Facciamo qualcosa subito. Non possiamo permettere che la Puglia sia ridotta a un deserto di cenere”.

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