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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Indotto a prendere moglie in Marocco, familiari portano il caso in Procura: "E' circonvenzione di incapace"

La storia di un 59enne foggiano ristretto nella struttura per un vizio totale di mente e una "lieve pericolosità sociale". L'avvocato Bulso: “Se le accuse trovassero conferma in sede processuale verrebbe disvelata una vicenda permeata da biechi e deprecabili connotati immorali, prima che penali"

Sarebbe stato indotto dall’amico-badante a prendere moglie, per ben due volte, in Marocco. Donne ‘segnalate’ dal conoscente e conosciute solo tramite video-chiamate su whatsapp.

Vittima del plagio, secondo la denuncia, sarebbe un foggiano di 59 anni, attualmente ristretto in un Crap - Centro riabilitativo di assistenza psichiatrica, dove è sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata, così come ordinato dal Tribunale di Foggia, per via di un vizio totale di mente e per una "lieve pericolosità sociale", condizioni statuite da periti forensi in sede processuale.

Mentre il primo matrimonio è durato pochi mesi a causa della prematura scomparsa della donna, il secondo è tutt’ora in essere sulla carta, ma si esplicita solo attraverso il regolare prelievo, da parte della giovane consorte, della pensione di invalidità spettante all’uomo. A denunciare l’accaduto è una familiare del 59enne che, rappresentata dall’avvocato Umberto Bulso (nella foto in basso), ha presentato un esposto alla Procura di Foggia per circonvenzione di incapace.

L’uomo, come si legge nel documento, sarebbe “incapace di intendere e di volere poiché affetto da malattia psichiatrica congenita che lo ha visto costantemente in cura, durante tutto il corso della sua vita, ed anche all'attualità, presso diversi presidi clinici ed ospedalieri”.

Nell’esposto si ricostruiscono le fasi del presunto plagio: “Su iniziativa ed in virtù della ‘mediazione’ svolta da un cittadino straniero, è stato indotto - per ben due volte - a contrarre matrimonio in Marocco con donne che, poi, si sono trasferite in Italia conseguendo tutti i  diritti civili correlati al loro acquisito status giuridico”, si legge. Il matrimonio in essere è stato celebrato il 10 marzo del 2021, nella città di Ben Ahmed, in Marocco: “Tale unione civile pare avere avuto luogo per finalità alquanto estranee alla sfera sentimentale atteso che gli unici incontri verificatisi in Italia tra i due sono stati soltanto quelli in occasione dei quali la donna, certamente consapevole ab origine delle condizioni mentali del’uomo, si è recata sistematicamente presso il Crap (non proprio una residenza per felici vacanzieri!) per farsi accompagnare dal 'marito' presso l'istituto bancario, a prelevare denaro, che si è sempre fatta consegnare brevi manu nell'immediatezza, dal libretto di risparmio a lui intestato e sul quale è accreditata mensilmente la sua modestissima pensione d'invalidità (324 euro mensili)”.

Poche settimane dopo il matrimonio, l’uomo è stato trasferito al Crap, dove è avvenuto il primo incontro reale con la moglie nel frattempo giunta in Italia: “Da quel momento in poi, ogni successiva visita effettuata dalla moglie, con frequenza di una o due volte al mese, si è concretizzata esclusivamente nell'andare a prelevare il marito per accompagnarlo allo sportello bancomat dove la donna si faceva consegnare somme di denaro che l’uomo prelevava sul proprio libretto di risparmio”.

In un caso specifico, la stessa era riuscita a farsi consegnare addirittura la somma di 2.500 euro, in un'unica soluzione, a suo dire necessaria per il disbrigo della pratica del permesso di soggiorno a cui lei agognava. Tutti episodi che hanno indotto la famiglia, per il conto del legale rappresentante, a chiedere la nomina di un amministratore di sostegno. Inoltre, la donna - dopo essersi accorta dell'avvenuta cancellazione della sua residenza presso l'abitazione del marito (un modestissimo e insalubre sotterraneo-grotta nel centro cittadino dove la stessa non ha mai voluto alloggiare), si è intrufolata all’interno del Crap lamentandosi aspramente con l'uomo per l'inaspettata e sgradita unilaterale iniziativa. “L'episodio, manco a dirlo, ha provocato grave turbamento e squilibrio ulteriore in una persona già malata”, si puntualizza nella denuncia.

“Se le accuse mosse nei confronti della donna ed i suoi complici trovassero conferma in sede processuale - spiega a FoggiaToday l'avvocato Bulso - verrebbe disvelata una vicenda permeata da biechi e deprecabili connotati immorali, prima che penali, non potendosi diversamente qualificare una condotta, come quella attribuita alla signora, che ha approfittato dell'evidente grave condizione di salute mentale di un uomo, inducendolo a contrarre un matrimonio vero solo sulla carta ma, in realtà, esclusivamente preordinato ad un sistematico stillicidio delle sue già modestissime risorse economiche. Il malcapitato infatti vive della sola pensione d'invalidità derivante dalla sua insanabile e congenita malattia psichiatrica", conclude.

umberto bulso

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