Femminicidio a Cerignola, Angelo Di Meo era "confuso ma per niente lucido". Al suo avvocato: "Nunzia è morta?"
A quasi 24 ore dall'omicidio di Nunzia Compierchio, parla l'avvocato del presunto omicida Angelo Di Meo
Forse un raptus di gelosia, il movente che avrebbe spinto Angelo Di Meo a fare fuoco almeno 3 volte contro la moglie, Nunzia Compierchio. I due, già da tempo erano in rottura, anche se non risulta alcuna causa di separazione né di divorzio.
Attriti e tensioni che avrebbero portato, intorno alle 14 di ieri, a fare fuoco nei confronti di Nunzia Compierchio, ferendola a morte. Nelle ore successive l'imputato è stato ascoltato dal Pubblico Ministero, con il quale si è rifiutato di rispondere mentre, al suo avvocato, Gianluca Pignataro di Cerignola, il Di Meo ha chiesto se la moglie fosse deceduta.
Già con problemi di tossicodipendenza e di salute mentale, fu ospite ai CIM (centro di salute mentale) di Manfredonia e Cerignola. "Nelle ore successive all'omicidio, il mio assistito era molto confuso ma per niente lucido", spiega ai microfoni di FoggiaToday l'avvocato Pignataro | IL VIDEO