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Cronaca Orta Nova

L’orrore del canile comunale lager di Orta Nova: “Un letamaio fetido”

Descrizione raccapricciante dell’Enpa che ha contribuito a svuotare le gabbie

Era un inferno il canile comunale di Orta Nova e lo testimoniano le condizioni dei trovatelli: rosicchiati dai topi, pieni di parassiti, claudicanti per le fratture non saldate.

Sono passati più di 12 anni dal sequestro ad opera dei Nas, ma solo grazie alla sensibilità dei commissari straordinari Maria Rita Iaculli, Angelo Caccavone e Francesco Fasano, e all’insistenza del responsabile del Settore Lavori Pubblici, l’ingegnere Rocco Alessandro Colangelo, l’incubo è finito.

“La vita di quei cani è finalmente cambiata”, raccontano con un sospiro di sollievo dall’Enpa di San Severo che ha contribuito a svuotare il canile lager.

La “situazione di degrado e abbandono” che si protraeva da tempo era stata messa nero su bianco dalla commissione straordinaria. La delibera certificava, qualora ce ne fosse ancora bisogno, lo “stato di emergenza igienico-sanitaria”.

Le parole dei volontari entrati nella struttura sono un pugno nello stomaco: lo descrivono come “un letamaio fetido”, dove i cani “mangiavano e dormivano fra i loro escrementi”. Malnutriti, non avevano cibo a sufficienza, e quello distribuito era in un cattivo stato di conservazione. Ai cani “sono state negate cure ordinarie e straordinarie”, e lo evidenziano le ferite riscontrate prima dei trasferimenti. Non erano mai usciti da quei “box luridi”. Per dodici lunghi anni, “fra quelle grate e quella sporcizia, soffrivano e morivano”.

Ora 75 cani sono stati trasferiti in una struttura privata di Apricena, altri, meno di una decina, sono ospiti dei rifugi Enpa di San Severo e Torremaggiore. Naturalmente, cercano casa e soprattutto affetto, per superare il trauma di un’orribile detenzione.  

“Con un fremito nel cuore li vediamo acquistare fiducia e farsi accarezzare; con commozione li osserviamo godere increduli del cibo a sufficienza, delle aree di sgambamento, della pulizia; con un sorriso li guardiamo scoprire il gusto del wurstel o di qualche bocconcino mai assaggiato”, raccontano i volontari. Orta, Ortino, Ortensio e Ortello sono i cani simbolo di una storiaccia. Negli occhi avevano ancora la paura, ora scodinzolano. Dei quattro cani portati a San Severo, tre avrebbero già trovato una famiglia. 

Lungaggini burocratiche, rimpalli e “colpevole disinteresse” avrebbero prodotto questa brutta pagina per la pubblica amministrazione. “Non sta a noi fare in modo che i responsabili di questa vergogna paghino per le sofferenze causate e i reati commessi – scrive l’Enpa di San Severo - ma ci auguriamo che ciò avvenga, e che avvenga in tempi accettabili”.

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