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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Cerignola

Le telecamere de Le Iene a Cerignola: il racconto di Giulio Golia del maxi blitz al 'Fort Apache'

Giulio Golia e Francesca di Stefano hanno seguito il maxi blitz avvenuto nelle giornate del 27 e 28 settembre scorsi che interessò i centri ad alta intensità criminale di Cerignola, Andria e Bitonto

"Siamo in Puglia e siamo qui per assistere a una importante operazione di alto impatto, coordinata dal servizio centrale operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia".

Comincia così il servizio nel quale le 'Iene' Giulio Golia e Francesca di Stefano assistono al maxi blitz avvenuto nelle giornate del 27 e 28 settembre scorsi che interessò i centri ad alta intensità criminale di Cerignola, Andria e Bitonto, setacciati con perquisizioni, rastrellamenti, posti di blocco e controlli a esercizi commerciali. "Un'area quasi sconosciuta al panorama nazionale che, però, nel silenzio generale sta diventando sempre più pericolosa", annuncia Golia. Il 'tour' parte proprio da Cerignola, "centro dell'organizzazione criminale nota come 'Malavita Cerignolana' specializzata in assalti a portavalori e caveau".

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"L'obiettivo è il quartiere San Samuele, dove ci sono grossi comprensori che vengono utilizzati come basi di spaccio", spiega Antonio Tafaro de Servizio centrale operativa di Roma. L'area perlustrata è quella nota come 'Fort Apache' "perché sembrano palazzoni impenetrabili. Per entrare serve una strategia molto precisa", racconta ancora la 'iena'.

"Per prima cosa vanno presi i terrazzi, perché queste case popolari dove il lastrico solare è unico, basta un attimo per salire sulla tromba delle scale, andare nel palazzo a fianco, scendere e trovare il fucile in un altro appartamento", fa presente un agente. A presidio dei portoni ci sono due pastori tedeschi e un altro cane chiuso all'interno di un box. Cominciano i controlli degli appartamenti. In uno di questi si sente tirare lo sciacquone del water. Subito dopo un agente mostra tre 'pallette' di cocaina rinvenute. Poi giunge il momento dell'unità cinofila per setacciare l'intero palazzo, dalle cantine al terrazzo. Il fiuto di uno dei cani consente il ritrovamento di una busta piena di dosi di hashish pronte per essere vendute, nascoste nel vano ascensore: "Ci sono due mattonelle rotte e le hanno usate come deposito", precisa un agente.

I lunghi e minuziosi controlli fanno emergere la presenza di una 'pietra' di cocaina, una quantità ingente di materiale per il confezionamento. E sopra la porta dell'ascensore spuntano boccette di Vivin-C, utilizzato per il confezionamento della droga. In base al tipo di sostanza le boccette vengono colorate diversamente. Si giunge, infine, nel seminterrato dove gli agenti individuano un megafono utilizzato per avvisare quando arrivano le forze dell'ordine, e una pistola sul contatore: "Qui sono i migliori a saldare la canna. Prendono la pistola giocattolo e riescono a saldare la canna in modo da poterla utilizzare. Si può utilizzare una, massimo due volte, perché c'è il rischio che esploda mentre si spara", spiega Tafaro. Dalla droga si passa alla piaga dei furti d'auto. I poliziotti raggiungono un demolitore, dopo di che viene individuato un magazzino a cielo aperto in un'altra zona, dove si trovano circa 1500 ponti (lo scheletro delle automobili) di vari modelli anche piuttosto costosi: "Starà pure la macchina mia?", ironizza Golia.

Quello delle auto rubate è un vero e proprio business: "Adesso vendono tutto su Internet. Impacchettano e spediscono tramite corriere", fa presente un funzionario. E infatti, vengono individuati degli imballaggi pieni di pezzi rubati pronti per essere spediti. La stima è di 150 auto rubate al giorno. Furti che avvengono in pochi minuti e sempre con la medesima tecnica (quella della spinta). Le auto poi vengono portate in un deposito o in aperta campagna: "Se fate i giri delle campagne, sono piene di scocche nascoste sotto gli ulivi. Un allarme sociale non indifferente, anche più grande del vecchio contrabbando", puntualizza un funzionario di polizia, che poi fa una stima del volume d'affari che si cela dietro una sola macchina rubata: "Circa 30mila euro da una Audi li tirano fuori, levando le spese perché devono pagare chi va a rubare, chi impacchetta, chi gestisce il sito. È una filiera a tutti gli effetti".

Il servizio poi racconta le operazioni condotte ad Andria - dove viene individuato un casolare in cui si nascondeva un latitante - e presso il Borgo antico di Bitonto, dove agiscono due clan contrapposti che si sono contesi la piazza di spaccio con violente sparatorie, una delle quali costò la vita a una anziana signora (Anna Rosa Tarantino) trovatasi per caso durante un conflitto a fuoco nel centro storico bitontino, il 30 dicembre del 2017. Per quell'episodio, furono emesse nove condanne.

Nel percorso, Golia si ferma a parlare con un soggetto noto alle forze dell'ordine e affiliato a uno dei due clan. Subito dopo le telecamere seguono il blitz durante il quale gli agenti controllano dieci case contemporaneamente per non dare il tempo di avvisare. Nel corso dei controlli viene rinvenuto un contenitore con all'interno circa 100 dosi di cocaina sistemato sul riso: "Serve per evitare che l'umidità rovini la sostanza", spiega un agente.

"Come il tartufo", commenta Golia. Le dosi vengono segnate in base al peso con del nastro adesivo di colore diverso. La droga, però, non è stata rinvenuta in una delle abitazioni perquisite, ma sul terrazzo: "Una tecnica che utilizzano, perché così la droga formalmente risulta a carico di ignoti". L'ipotesi è che il padrone di casa - che all'arrivo della Polizia ha indugiato prima di aprire la porta agli agenti - abbia portato la sostanza sul terrazzo. Tuttavia, in casa vengono ritrovati contanti e il 'kit dello spacciatore'. L'uomo verrà arrestato e poi posto ai domiciliari.

Segue un dialogo tra Golia e la moglie dell'uomo arrestato, che lo conduce sul terrazzo mostrando all'inviato de Le Iene come sono strutturati i palazzi, tutti collegati tra loro, per cui chiunque - secondo la donna - avrebbe potuto conservare la droga. La donna racconta dei problemi avuti dal marito con la droga: "Quella porcheria manco la deve vedere". Golia poi sentirà altre donne del Borgo Antico, che lamentano lo stato di abbandono della zona, tra case pericolanti e degrado, una delle cause dell'alto tasso di criminalità: "Le case cadono a pezzi, siamo invasi da topi e scarafaggi. Ogni tanto mettono il ponteggio e se ne vanno". Bitonto, però, resta uno dei comuni del Barese dove le piazze di spaccio sono aperte h24.

L'operazione nell'area di Cerignola-Andria-Bitonto ha portato all'arresto complessivo di 13 persone, mentre altre 15 sono state deferite all'Autorità Giudiziaria in stato di libertà.

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