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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

"Me li sogno la notte i cristiani che si sentono male"

Le intercettazioni choc sul pesce scaduto e il tonno alterato per esaltare aspetto e sapore. Indagini avviate anche con l'ausilio dei carabinieri dei Nas di Foggia.

'Truccavano' il tonno, aggiungendo additivi "non consentiti" per esaltarne aspetto e colore, ma di fatto lo rendevano nocivo per la salute, provocando oltre trenta intossicazioni alimentari. A fermare la presunta associazione a delinquere sono stati i Nas di Bari, coordinati dalla procura di Trani, al termine di un'inchiesta che conta 18 indagati tra titolari e dipendenti di due aziende ittiche di Bisceglie, di un laboratorio di Avellino e di una società di consulenza.

Le indagini hanno permesso di verificare il modus operandi degli indagati grazie a nove decreti di perquisizione eseguiti nel maggio dell'anno scorso insieme ai Nas di Napoli, Salerno, Campobasso, Taranto e Foggia.

Attraverso le intercettazioni telefoniche, gli inquirenti ritengono di aver anche accertato che gli indagati avrebbero messo in commercio ingenti quantitativi di salmone congelato che veniva venduto come fresco, di preparazioni a base di pesce lavorate in un'altra loro azienda, utilizzando prodotti ittici scaduti.

"Me li sogno la notte i cristiani che si sentono male. Nessuno ci ha lasciato le penne solo per grazia del Signore: non mangiare pesce crudo"

Secondo il procuratore, questa conversazione dimostra che tra i dipendenti del laboratorio di analisi "vi è la volontà di scremare i dati o di ometterli", al fine di "massimizzare il volume di affari viste le centinaia di chili di prodotto adulterato commercializzato in tutta Italia".

In un caso, è stata scoperta anche una partita di tonno in stato di alterazione e pericolosa per la salute, contaminata con alti livelli di istamina, un composto azotato ampiamente diffuso nell'organismo ma che, se ingerito in grossi quantitativi, può provocare gravi reazioni simili a quelli di un'allergia alimentare.

Sono state eseguire 18 misure cautelari ed 11 ordinanze di custodia cautelare, di cui cinque in carcere e sei agli arresti domiciliari, nonché cinque ordinanze di applicazione della misura del divieto di dimora e due dell'obbligo di dimora, emesse dal Gip del Tribunale di Trani a carico di imprenditori e dipendenti di aziende ittiche di Bisceglie, di una società di consulenza sulla sicurezza alimentare e di un laboratorio privato di Avellino, deputato alle analisi sul prodotto ittico lavorato nel citato stabilimento, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata, tra l'altro, all'adulterazione di sostanze alimentari, frode nell'esercizio del commercio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Trani ed avviate, nel giugno del 2021, a seguito di un'intossicazione alimentare patita da decine di persone, in varie province del territorio nazionale (alcune delle quali ricoverate in ospedale, tra cui un'intera famiglia di Pezze di Greco di Fasano, in provincia di Brindisi), dopo il consumo di tonno a pinna gialla (Thunnus Albacares), hanno consentito di documentare che il prodotto, prima della sua immissione in commercio, veniva decongelato e adulterato con sostanze non consentite, nello specifico nitriti e nitrati, al fine di esaltarne l'aspetto ed il colore, ma rendendolo, di fatto, nocivo per la salute dei consumatori.

Gli indagati avrebbero sistematicamente occultato i risultati sfavorevoli delle analisi condotte sui prodotti ittici e falsificato i certificati redatti da altri laboratori accreditati, in modo da non far risultare la presenza di nitriti e nitrati ed abbassando i valori di ascorbati, traendo così, anche, in errore il Servizio Veterinario della Asl Bat, inducendo lo a revocare un'azione esecutiva di verifica, imposta alla citata azienda, nel dicembre 2021, a seguito di procedura di allerta comunitaria attivata dalla Slovenia, per la presenza di elevati valori di tali sostanze in alcuni campioni di tonno.

I Carabinieri hanno inoltre proceduto ad eseguire un decreto di sequestro della somma di 5,2 milioni di euro, provento delle illecite attività fraudolente, nonché delle due aziende ittiche citate e dei relativi beni aziendali, per le quali è stato nominato un amministratore giudiziario.

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