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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca San Marco in Lamis

Covid-19 'frena' imprenditore, il servizio-navetta passa ad un 'collega' (che incendia due bus): tre arresti sul Gargano

E' l'esito dell'operazione Lockdown, messa a segno all'alba di oggi tra San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo. Tre persone arrestate: risponderanno di concorrenza illecita con minaccia e violenza, e danneggiamento aggravato

Positivi al Coronavirus in famiglia, imprenditore costretto ad interrompere il servizio-navetta per infermieri tra San Marco in Lamis a San Severo. Una volta terminata la quarantena, lo stesso cerca di recuperare l’appalto, chiedendo supporto ad un’altra ditta, che però subisce un grave attentato incendiario.

E’ quanto scoperto dai carabinieri, sul Gargano. All'alba di oggi, i militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale su richiesta della procura di Foggia, nei confronti di tre persone (Antonio Armanetti, 46enne di San Giovanni e Ciro Bonfitto 53enne di San Marco, destinatari di misura cautelare in carcere; obbligo di firma per un terzo soggetto, di 25 anni), ritenute responsabili di concorrenza illecita con minaccia e violenza, nonché di danneggiamento aggravato, in relazione all’incendio di due autobus di gran turismo di una ditta di San Marco in Lamis.

La notte del 2 giugno scorso, alcuni abitanti di San Marco in Lamis sono stati svegliati da una forte esplosione derivante dall’incendio di due autobus di gran turismo di una ditta locale, che si trovavano posteggiati, insieme a tanti altri mezzi, nel parcheggio situato tra il campo sportivo e il cimitero. I militari dell’aliquota radiomobile insieme a quelli della locale stazione, allarmati da una guardia giurata, sono intervenuti sul posto constatando che uno dei due autobus era completamente distrutto nella parte anteriore, mentre l’altro riportava danni ingenti nella parte laterale anteriore sinistra.

L’immediato sopralluogo e l’acquisizione delle immagini rilevate dal sistema di videosorveglianza comunale e quelle di private abitazioni ed esercizi commerciali, hanno consentito di accertare che l’incendio era di natura dolosa. Le telecamere, difatti, riprendevano il piromane in tutte le fasi di arrivo, evoluzione e conclusione dell’illecita azione: all’una di notte si vede giungere sul posto una Smart grigio/nera, dalla quale scendeva, lato passeggero, una persona che, a piedi, raggiungeva il muro perimetrale posteriore; attraverso una scala, quest’ultimo si calava all’interno del parcheggio, raggiungeva l’autobus e mediante materiale infiammabile dava fuoco al pneumatico anteriore destro, dandosi immediatamente alla fuga; un’ora dopo, stessa persona è tornata sul posto e, dopo aver rinvigorito le fiamme che nel frattempo si stavano spegnendo, si è definitivamente allontanato.

Lo sviluppo e l’analisi dei filmati acquisiti ha permesso di identificare gli autori dell’incendio in due soggetti, il primo residente a San Marco in Lamis quale autore dell’incendio, il secondo, di San Giovanni Rotondo, con compiti di accompagnatore e palo.

Accertata la responsabilità degli esecutori dell’incendio restava da capire il movente e l’eventuale mandante. Le indagini successive, esperite anche attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno chiarito questi due aspetti ed inquadrato quell’incendio in un atto violento teso all’accaparramento del servizio di trasporto degli infermieri che quotidianamente attraverso pulmini si recano da San Marco in Lamis a San Severo, dove presso quell’ospedale svolgono la loro attività lavorativa. Si comprende che tale servizio produce negli operatori del settore un guadagno notevole.

Ebbene, tale servizio è stato gestito per oltre dieci anni da un imprenditore locale, il quale a causa della diffusione del contagio da Coronavirus era stato costretto a fermarsi perché nell’ambito della sua famiglia erano stati accertati casi di positività al virus Covid-19 (da qui il nome dell’operazione Lockdown).

Il servizio quindi era passato a un altro imprenditore di San Giovanni Rotondo. Una volta ultimata la quarantena il precedente appaltatore aveva cercato di riprendere il servizio chiedendo ausilio alla ditta proprietaria degli autobus bruciati visto che con il suo mezzo non riusciva a soddisfare le esigenze sorte per il distanziamento sociale. Tale iniziativa evidentemente non veniva gradita dal gestore attuale di quel servizio, il quale per sbarazzarsi del suo concorrente aveva ordinato l’incendio degli autobus.

I numerosi riscontri investigativi hanno consentito ai carabinieri della compagnia di San Giovanni Rotondo di redigere un’informativa conclusiva che, elaborata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Foggia, è sfociata nella richiesta di misura cautelare poi emessa dal gip del tribunale che ha disposto la custodia cautelare in carcere per due soggetti nonché il divieto di dimora nel comune di San Marco in Lamis e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il terzo.

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