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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Vieste

Quel vento dell'antiracket arrivato dal mare di Vieste: "Non ci siamo fatti intimorire e abbiamo denunciato"

Il presidente dell'associazione antiracket, Nicola Rosiello: "Da soli non si va da nessuna parte". E sulla cattura del boss Raduano e del suo braccio destro: "La giustizia può essere lenta ma arriva sempre"

“L’esperienza ci ha insegnato che la giustizia, a volte, può essere lenta ma arriva sempre. Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato”.

A parlare, a margine della cattura del boss Marco Raduano e del suo braccio destro Gianluigi Troiano, è Nicola Rosiello, presidente dell’associazione antiracket di Vieste, pioniera in Capitanata nel contrastare la criminalità con le ‘armi’ della denuncia e della ‘rete di protezione’ tra imprenditori e commercianti, sul territorio ma anche e soprattutto nelle aule dei tribunali.

L’associazione viestana è nata nel 2009 sotto l’egida della FAI - Federazione delle Associazioni antiracket e antiusura Italiane di Tano Grasso, quando la cittadina garganica era sotto lo schiaffo della criminalità e le intimidazioni erano all’ordine del giorno. “Eravamo in 27 e oggi siamo 46”, ricorda Rosiello. “Dalle nostre denunce è scaturito il processo ‘Medioevo’ con diversi imputati, ma sapevamo di avere tutto il paese al nostro fianco”.

Colleghi imprenditori, commercianti ma non solo: “Il giorno dell’udienza preliminare, da Vieste partirono due pullman pieni di ragazzi. In quel momento era chiaro a tutti che il seme lanciato aveva attecchito”. Tuttavia, precisa Rosiello, “non spetta a noi combattere la mafia ma alle forze dell’ordine. Il nostro compito è sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere gli imprenditori taglieggiati nel percorso che va dalla denuncia al processo”.

L’avvio del l’associazione non è stato semplice. Le cronache dell’epoca raccontano di atti incendiari, bombe e intimidazioni continue: “Qualcuno a Vieste aveva deciso che dovevamo pagare tutti e di intimidazioni ne abbiamo contate a centinaia”, ricorda. “Ogni sera succedeva qualcosa, ma tutti quegli episodi non ci hanno intimorito. Anzi, siamo andati avanti per la nostra strada, l’unica da percorrere”.

Impossibile individuare il momento più difficile, lo scoglio da superare: “Sono stati tanti e sono stati tutti: siamo un gruppo e abbiamo affrontato ogni attacco al singolo come un attacco a tutti. Lo diciamo sempre: da soli non si va da nessuna parte. E così siamo andati avanti. Insieme all’atto delle denunce, insieme ai processi per dare forza a chi portava la verità”.

L’impegno dell’associazione continua. Il tessuto imprenditoriale viestano ha maggiore consapevolezza e ‘confidenza’ con la presenza attiva dell’antiracket: “Questo vento di legalità partito da Vieste nel 2009 non finirà mai”, assicura Rosiello. “Speriamo che questo vortice positivo prenda presto anche altre realtà della Capitanata, cui offriamo il nostro esempio e il nostro sostegno. Siamo al fianco dell’associazione antiracket di Foggia, realtà ormai già incamminata in questo percorso. Se l’imprenditore taglieggiato non parla e non denuncia è una sconfitta per tutti: la libertà, sia umana che imprenditoriale, deve essere al primo posto”, conclude.

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