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Sabato, 27 Aprile 2024
Attualità Candelaro

Il don antimafia Antonio Carbone lascia il Candelaro: “Resterà uno dei grandi amori della mia vita”

Tra le amarezze che porta nel cuore andando via, "il crescente degrado sociale della città"

Dopo due anni al quartiere Candelaro, il parroco salesiano del Sacro Cuore don Antonio Carbone lascia Foggia, città che definisce “bella donna, ma trascurata” nei suoi saluti. Destinazione Napoli: è stato chiamato dall’Ispettoria Salesiana Meridionale ad amministrare le case salesiane del Sud Italia.

“Non è facile distaccarsi da dove si è vissuta, per due anni, la propria vita. È stato certamente, e penso resterà, uno dei grandi ‘amori’ della mia vita – scrive congedandosi - È stato bello vivere in comunità con altri confratelli salesiani, diversi di età e di sensibilità. Foggia era e resta la comunità salesiana con la media di età più bassa del sud Italia. Ci siamo voluti bene, stimati e incoraggiati, ho imparato tanto dalla loro testimonianza di vita”.

Stila un elenco delle cose che porterà nel cuore, oltre alla comunità religiosa: “La comunità parrocchiale e la sensibilità nel curare le celebrazioni liturgiche. Qualche volta ho portato un po' di folclore, penso a Natale con l’asinello Rosina", ricorda.

E poi, "la presenza in oratorio di adulti e giovani al servizio dei più piccoli (sport, gioco, catechesi, la ripresa di musical); la presenza in parrocchia di donne e uomini santi che, al di là del parroco del momento, mostrano attaccamento a Cristo nello stile di don Bosco. Nel contesto sociale di oggi dove spesso ci si sente depositari di verità, o si cerca il tornaconto su quello che si fa, condividere sogni, percorsi di comunione, di servizio, di gratuità, di carità, di fede è stata certamente la cosa più bella".

E ancora, la nascita della Comunità Famiglia per minori ‘Casa Giò’, “per dare di più a chi la vita ha dato di meno”: "Forse sono i ragazzi che porto più nel cuore - ammette - per le loro storie personali. Bravi educatori cresciuti in oratorio fanno sì che è apprezzata anche dai servizi sociali di provenienza dei minori".

Non dimenticherà "il lavoro in rete con le associazioni e le realtà del territorio, penso all’Università di Foggia, a Libera che ha spostato la sede presso la nostra parrocchia, alle forze dell’ordine, alla rete di Emmaus, ai progetti territoriali gestiti con l’aps Sacro Cuore. La ristrutturazione del primo piano ‘Spazio Candelaro’  per dare più spazi all’oratorio e alle iniziative per e con il territorio”.

Decisamente più corta la lista delle ‘amarezze’, che comprende, però, "il crescente degrado sociale della città, dovuto soprattutto alla presenza di una mafia sanguinaria. Mi rattrista la poca incisività che abbiamo come chiesa nel tentare un’inversione di tendenza. I migliori giovani spesso sono costretti, per crearsi un futuro dignitoso, ad emigrare”.

Ringrazia i foggiani per l’accoglienza ricevuta: “Più di qualcuno, nel salutarci, ha detto che sono un prete coraggioso, ma tentare di vivere il Vangelo porta ognuno di noi ad impegnarsi e denunciare”.

Il suo, però, non è un addio: continuerà a presiedere l’associazione Piccoli Passi Grandi Sogni che gestisce anche la casa famiglia, e in qualità di amministratore dei salesiani girerà le varie case salesiane e anche Foggia.

Il nuovo direttore parroco del Sacro Cuore è don Cristiano Ciferri, “un confratello con esperienza nel campo della parrocchia, della scuola, dell’oratorio - dice di lui - Stimato in particolare per la sua passione educativa e competenza pastorale. Penso che al ‘Sacro Cuore’ non potesse capitare di meglio”.

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