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Scarica d’insulti ai gilet arancioni sui social, ma è il profilo sbagliato. Sono gli agricoltori pugliesi in piazza nel 2019

Il portavoce del movimento che l'anno scorso manifestò a Bari e Roma si è visto costretto a prendere le distanze dagli organizzatori dei presidi di ieri a Milano e in altre città italiane: "Siamo lontani anni luce"

“Buffoni”, “irresponsabili”, “letame”: una scarica di insulti è partita su Twitter con il tag @GArancioni, all'indirizzo dei Gilet Arancioni, ma se la sono presa con quelli sbagliati. Nulla a che vedere con il movimento guidato dal generale dei carabinieri a riposo Antonio Pappalardo che inneggia alla 'lira italica' e che ha manifestato a Milano e in altre città italiane contro cui inveivano gli autori dei messaggi che hanno menzionato il profilo pugliese. Gli amministratori si sono visti costretti a chiarire con un tweet: “Occorre precisare che questo profilo appartiene al movimento degli agricoltori che manifestarono nel 2019 a Bari e a Roma. I Gilet Arancioni di oggi nulla c’entrano con le proteste e con gli agricoltori che nel 2019 manifestarono per ottenere risorse contro gelate e Xylella”

Dopo giorni di equivoci sul social, già alla vigilia, e foto di repertorio circolate sul web associate alle nuove proteste di piazza, Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce del movimento degli agricoltori che manifestò nel 2019 indossando i gilet arancioni, ha scritto una nota per dissociarsi e "sottolineare, ancora una volta, che le due manifestazioni degli agricoltori di Bari (7 gennaio 2019) e Roma (14 febbraio 2019) nulla c'entrano col movimento dei gilet arancioni" che ha manifestato ieri nelle piazze italiane.

Ricorda come all'epoca l'olivicoltura italiana fece squadra per tutelare e difendere l'economia e la storia del territorio, indossando i gilet come un simbolo per attirare attenzione e segnalare un pericolo. Il movimento partì dalla Puglia e coinvolse tutte le province pugliesi, compresa quella di Foggia che in massa si riversò nelle piazze con i trattori e i ramoscelli d'ulivo. "Gli agricoltori, nel 2019, deposero un attimo le bandiere delle proprie organizzazioni (Cia, Confagricoltura, Legacoop, Copagri, Agci, Italia Olivicola, Unapol, Confcooperative, etc.) per unirsi sotto un unico vessillo, il gilet arancione, col quale manifestammo in maniera civile e unitaria per ottenere attenzione e risorse dalle istituzioni per l'olivicoltura piegata dalle gelate e dalla Xylella. Grazie a quelle manifestazioni, il governo Conte ed il ministro Centinaio intervennero con il decreto legge emergenze agricole per indennizzare olivicoltori, braccianti, aziende e cooperative colpiti dai numerosi problemi che ancora oggi affliggono il settore".

Dalle manifestazioni e dagli organizzatori delle proteste balzate agli onori delle cronache nelle ultime ore "siamo lontani anni luce", scrive Onofrio Spagnoletti Zeuli. "Tanto si doveva - conclude - per evitare spiacevoli fraintendimenti, che purtroppo non sono mancati".

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