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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Inizia il Ramadan, il saluto di Mons. Ferretti alla comunità musulmana: "Ci uniscono supplica, digiuno e gioia"

Il messaggio dell'Arcivescovo di Foggia-Bovino: "Anche quest'anno il mese del vostro digiuno coincide in buona parte con la nostra Quaresima. Possa l'astinenza tracciare la Santa via per tutto il prossimo anno"

Inizia il Ramadan e anche quest'anno il mese del digiuno coincide in buona parte con la Quaresima. Il vescovo di Foggia Mons. Ferretti rivolge un saluto ai fratelli e alle sorelle credenti dell'Islam: "Al-salam alaykum, la pace sia con voi. All'inizio del mese di Ramadan vorrei farmi vicino con il mio saluto e le espressioni della più cordiale amicizia, nelle quali associo l'intera Chiesa di Foggia, che io servo come Pastore. Nei miei anni in Mozambico - scrive Ferretti - ho avuto l'onore di essere amico di tanti fratelli e sorelle musulmani. Era buona tradizione farci gli auguri per il Ramadan, per la Pasqua, per l'Id al-fitr (la seconda festa religiosa più importante nella cultura islamica, ndr) e per Natale". 

"Vorrei allora che questo mio primo messaggio di augurio qui a Foggia vi trovasse bene in salute e in pace", aggiunge l'arcivescovo che poi enuncia tre elementi che accomunano il Ramadan e la Quaresima: la supplica, il digiuno e la gioia. 

"Anzitutto la preghiera: Ramadan, così come la Quaresima, ci spinge a un ritorno interiore a Dio, «con tutta la mente, con tutta l'anima, con tutte le forze». Una maggiore fedeltà alla preghiera comune e personale è elemento essenziale di questo sfrozo. La lettura più intensa dei testi sacri sorregga la vita spirituale e la spinga ad atti di misericordia nei rapporti reciproci, poiché non puoi veramente amare il Dio che non vedi se non ami la persona umana, uomo o donna, che vedi". 

Poi c'è il digiuno: "Ramadan, come la Quaresima, propone una mortificazione volontaria in quell'atto così istintivo e indispensabile che è il cibarsi. L'esperienza della fame, come condivisione esistenziale della condizione abituale dei poveri, che digiunano tutto l'anno. Ciò ci deve spingere a non sprecare i beni di cui disponiamo, e a fare parte di essi con chi ha meno di noi, con chi non ha nulla. La fame di cibo e acqua è anche simbolo di una fame più profonda: la fame di giustizia e di pace. La disciplina del digiuno sia dunque quest'anno un grido a Dio e agli uomini per il raggiungimento della giustizia e della pace, anzitutto in Israele-Palestina e poi in tutti i luoghi dove si combatte e si versa il sangue innocente. Il digiuno sia anche dalla parte negativa di noi stessi, dal fare il male, dalle divisioni, dal non accogliere".

Infine, arriva la gioia: "Ramadan-Quaresima come il mese che apre alla gioia: per noi è la festa di Pasqua, nella quale celebriamo il trionfo di Gesù sulla morte e il male, a favore di tutti gli uomini e donne; per voi è Id al-fitr, la festa della Rottura del digiuno. La festa di sentirsi figli di Dio, di sentire l'amore del Clemente e Misericordioso. Nella nostra come nella vostra tradizione - dice mons. Ferretti - leggo la verità profonda della Gioia che, per essere veramente tale, non deve avere confini, proprio come l'aria e il cielo che ci sovrasta non ne hanno". 

Mons. Ferretti conclude: "Possa, dunque, l'astinenza del mese di Ramadan, in parallelo a quella quaresimale, tracciare la Santa Via per tutto il prossimo anno: pace, giustizia, perdono, condivisione con i poveri, amicizia con tutti. Sorelle, Fratelli, vi saluto in: 'Kull am wa-antum bi-khayr', state bene tutto l'anno". 

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