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Sabato, 27 Aprile 2024
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Mons. Pelvi preoccupato per i giovani, appello a famiglie e docenti: "La scuola siamo tutti noi"

Primo giorno di scuola a Foggia. La lettera dell'arcivescovo della diocesi Foggia-Bovino

"La scuola siamo tutti noi". Ha esordito così l'arcivescovo della diocesi Foggia-Bovino, Monsignor Vincenzo Pelvi, in una lettera rivolta agli alunni, al personale docente, alle famiglie, alle istituzioni e ai cittadini tutti, in occasione del ritorno a scuola.

La lettera di Mons. Vincenzo Pelvi

"A nessuno sfugge che ragazzi e giovani sono inondati da informazioni, attrazioni, conoscenze, per cui si respira una sensibilità esplosiva, senza il controllo delle emozioni e l’attenzione a se stessi. Tutto si percepisce allo stesso livello e passa subito: il creato, la guerra, la moda, lo sport. L’altro viene inteso più come 'contatto digitale' che persona. Penso alla messaggistica esasperante che è confusa con la comunicazione interpersonale dove l’esaltazione dell’io allontana il noi, sino a rinchiudere ciascuno nel suo mondo virtuale. Di qui quella precarietà scelta dalle nuove generazioni: l’onnipotenza infantile si sente sfidata e non vuole perdere nulla, per restare, paradossalmente, senza nulla.

Vige, talvolta, un certo spontaneismo educativo, comprensibile reazione all’autoritarismo del passato. Ne consegue la crescita di persone prive di autocontrollo, di criteri di giudizio e senso della vita come progetto, soprattutto senza capacità di relazione, ancor più quando non si impara a rispettare gli altri, perché non si riconosce una minima coscienza di sé. Uno scenario che si fa più grave quando si dà spazio all’uso sregolato di cellulari e social, per non parlare di imprese da incoscienti, risultato di un’istintualità senza raziocinio né coscienza. Sarebbe un errore pensare che i fenomeni estremi di cui parlano le cronache siano casi isolati, prodotto di ambienti sociali e urbani degradati.

Questi aspetti di degrado possono aggravarlo, ma il fenomeno è effetto di una cultura di massa di cui sono vittime potenzialmente tutte le famiglie, quando ci sono ancora, e in qualche misura tutti noi. Cultura, invece, è senso della dignità di sé e degli altri, capacità di stare in relazione con rispetto e attenzione, disponibilità all’incontro e alla collaborazione. Cultura è capire che la vita non è consumo e divertimento, buttare il tempo e spassarsela: questo è sprecare la vita. E molti, senza accorgersene, hanno e trasmettono questa filosofia di vita, per cui ciò che conta è approfittare di tutto e di tutti senza rispettare niente e nessuno. Ciò è non solo ignoranza, rozzezza e volgarità ma disprezzo della proprie e altrui dignità umana. Purtroppo, l’idea di educazione è sfidata dall’individualismo, che promuove l’indifferenza, sminuendo l’impegno della partecipazione e solidarietà.

Questo è in particolare la missione di docenti e famiglie. L’educazione è relazione tra docente, famiglie e studenti che si aprono alla realtà, scoprendo, ponendo domande e cercando insieme risposte. La scuola è comunità senza paura, perché scommette sul futuro vincendo la naturale spinta che nasce da tante preoccupazioni che rischiano di immobilizzarci in un eterno e illusorio presente. La scuola siamo tutti noi. Ciascuno contribuisce alla sua vita e al suo clima morale in bene o in male. Nel cuore di ciascuno passa il confine tra il bene e il male e nessuno deve sentirsi in diritto di giudicare gli altri, ma piuttosto ciascuno deve avvertire il dovere di migliorare se stesso.

A scuola non ci sono spettatori ma attori responsabili che risvegliano l’esercizio della gentilezza nei rapporti interpersonali. La persona che possiede questa qualità rende la sua e l’esistenza degli altri più amabile. Educhiamoci a trattare gli altri con la gentilezza nel tratto, l’attenzione a non ferire con parole violente, impeti irragionevoli e gesti aggressivi. La scuola è chiamata a insegnare parole di incoraggiamento che danno forza, che consolano e non parole che umiliano, rattristano, irritano e disprezzano. Regalare un sorriso, dire una parola di speranza e di fiducia in mezzo a tanta indifferenza trasforma profondamente i rapporti sociali e crea autentiche e profonde relazioni interpersonali.

A voi, cari studenti, rivolgo l’augurio di papa Francesco: « a voi che coltivate sogni grandi ma spesso offuscati dal timore di non vederli realizzati; a voi che a volte pensate di non farcela – un po’ di pessimismo ci assale a volte –; a voi, giovani, tentati in questo tempo di scoraggiarvi, di giudicarvi forse inadeguati o di nascondere il dolore mascherandolo con un sorriso; a voi, giovani, che volete cambiare il mondo – ed è un bene che vogliate cambiare il mondo – e che volete lottare per la giustizia e la pace; a voi, giovani, che ci mettete impegno e fantasia nella vita, ma vi sembra che non bastino; a voi, giovani, di cui la Chiesa e il mondo hanno bisogno come la terra della pioggia; a voi, giovani, che siete il presente e il futuro; sì, proprio a voi, giovani, Gesù oggi dice: “Non temete!”, “Non abbiate paura!”».

Il commento di Giuseppe Nobiletti

"Nuovo anno scolastico e suona la campanella, cari ragazzi. Il primo giorno per antonomasia, è il giorno dell’accoglienza e su questo concetto vorrei soffermarmi. A voi ragazzi, che giornalmente sarete chiamati a fare la preziosa esperienza educativa e formativa, auguro di trovare una scuola accogliente, che sappia riconoscere i vostri talenti e li accresca in un percorso di apprendimento di livello, senza distinzioni alcune, al fine di proiettarvi in una società meritocratica in cui il lavoro è un diritto garantito e non già un privilegio riservato a pochi. Perché la scuola è un importante tassello del vostro cammino che vi porterà ad affrontare, con fiducia e serenità, il vostro inserimento nella società di domani.

E’ un punto di partenza fondamentale, non di arrivo. La Scuola è anche baluardo di legalità; E’ forse lo strumento più prezioso, che non può farci abbassare la testa, in un territorio ancora troppo afflitto dalla piaga della criminalità. Il mio augurio di buon anno in questo caso va ai docenti, agli apparati amministrativi nonché alle famiglie perché è davvero tanta la responsabilità di coloro i quali, ai diversi livelli, operano per garantire la legalità.

'Un Paese lo si può capire e giudicare dalla sua scuola' recita un vecchio motto e noi amministratori abbiamo il dovere, dall’esterno, di lavorare alacremente su questo campo, per accogliervi nella società e nel mondo del lavoro con le migliori aspettative possibili, per non farvi scappare da una terra che merita e ha sempre più bisogno del vostro apporto. Con la consapevolezza di chi guida la Provincia di Foggia da pochi mesi, vi è tutta la volontà d’intensificare il rapporto di collaborazione con il mondo della scuola, al fine di garantire la massima accoglienza, anche dal punto di vista della sicurezza e del comfort degli edifici (di competenza dell’Ente). Gli investimenti nell’edilizia scolastica toccheranno solo quest’anno svariati milioni di euro in interventi di manutenzione, ordinaria e straordinaria. Non c’è democrazia, non esiste libertà, se mancano istruzione, formazione e cultura. Buon inizio, ragazzi, non siete soli. Insieme per costruire i vostri sogni!". 

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