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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Morti di notte o nei festivi senza la possibilità di salvarsi: la reperibilità veterinaria H24 problema non più rimandabile

Il Comitato, costituitosi dopo l'ennesimo decesso di un animale domestico, pone al centro dell'attenzione una problematica in essere ormai da anni

Oscar era un bellissimo cane di razza chow chow. È morto alla fine del gennaio scorso, tra le braccia dei suoi padroni. Soffriva di una forma grave di epilessia, causa di frequenti attacchi. L’ultima crisi fu più grave delle precedenti, tanto da richiedere l’ausilio di un veterinario. Ma la crisi avvenne nella notte e i veterinari non hanno l’obbligo di essere reperibili h24. Diverse chiamate andarono a vuoto; la disperazione condusse i padroni addirittura a rivolgersi a un pronto soccorso, nella speranza di trovare un veterinario Asl disponibile.

Finché il respiro di Oscar ha cominciato a farsi sempre più flebile per poi fermarsi. Oscar è morto tra le braccia dei suoi padroni, Giovanni Pio Micale e la sua compagna, che a distanza di quasi tre mesi ne piangono la scomparsa, l’assenza. A far loro compagnia, oltre alla disperazione per aver perso un compagno di vita, anche il rimorso: “Chissà che cosa sarebbe potuto accadere se qualcuno ci avesse risposto. Non sapremo mai se Oscar si sarebbe salvato o meno, ma non abbiamo avuto neppure l’occasione di provarci”, ha raccontato Giovanni Pio.

Quella di Oscar, purtroppo, non è una storia a sé. A Foggia non esiste da tempo una clinica veterinaria aperta h24. Sono tanti gli episodi che vedono cani privati morire per la mancata disponibilità di un veterinario nelle ore notturne o nei festivi. In poche parole, un animale d’affezione che non sta bene, deve avere la fortuna che il problema si palesi durante un feriale e di giorno. Altrimenti… Ma la vicenda denunciata da Giovanni Pio ha fatto piuttosto rumore, spingendo alcune associazioni foggiane a costituire un Comitato spontaneo, nato con il precipuo scopo di porre al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, ma soprattutto delle istituzioni, un problema ormai in essere da diverso tempo e che coinvolge a 360° l’intero territorio provinciale.

La reperibilità veterinaria h24 è indispensabile per qualsiasi territorio che voglia definirsi civile e moralmente valido. Non riteniamo plausibile procrastinare oltre nel trovare una soluzione efficace e immediata, nonostante le difficoltà che conosciamo e condividiamo”, hanno fatto presente i promotori del Comitato, che nella giornata di ieri pomeriggio hanno organizzato un dibattito presso il Museo di Storia Naturale di Foggia.

I cani sono compagni di vita, non beni di lusso”, ha commentato Milly Pellegrini, componente dell’associazione La Società Civile: “La città capoluogo non può non avere alcuni servizi. Ci sono persone che sono dovuti andare a Bari o a Pescara per il proprio cane, senza riuscire a salvar loro la vita. Se tutto ciò accadesse a un uomo, la magistratura indagherebbe per omissione di soccorso. Non si può vivere nella speranza che certi episodi non accadano nei festivi”.

I veterinari privati non sono obbligati alla reperibilità h24, ma ciò che noi chiediamo è che si cerchino possibili soluzioni”, ha commentato Francesca Toto, promotrice del progetto Zero Cani in canile (partito nel comune di Vieste e poi estesosi anche in altre realtà della Capitanata), che insieme al presidente dell’Ordine dei veterinari di Foggia Iannacci, ha proposto di pianificare delle turnazioni negli ambulatori privati: “Sul Gargano è possibile creare una rete attraverso la reperibilità a turno in studi raggiungibili in meno di un’ora, senza gravare su un singolo veterinario. Il problema c’è, vogliamo risolverlo senza polemiche, ma con voglia di lavorare”.

A Vieste, il Comune avrebbe voluto destinare una spesa per la reperibilità notturna dei veterinari, per un importo di 50mile euro all’anno: “Ma il sindaco ci ha detto che la Corte dei Conti non avrebbe mai approvato una spesa del genere”. In alcune realtà il problema della cura dei cani sarebbe anche più grave: “Ci sono comuni che anche sotto l’aspetto della cura di giorno sono inadempienti. Non ci sono spese per i cani randagi e questo non accade di certo perché non ce ne siano, ma perché non vengono curati”. “Per la reperibilità bisogna sedersi intorno a un tavolo e discuterne per cercare soluzioni”, ha chiosato la Toto, che ha poi citato l’esempio dei comuni di Trento e Novara, dove la reperibilità notturna dei veterinari è stata pianificata sulla stregua di quella delle farmacie: “In alternativa, ci sarebbe la costruzione di un ospedale, ma servono gli specialisti. Si tratta di una soluzione a lungo termine, ma i nostri animali muoiono ora”.

Fabrizio Cangelli ha riportato in auge una vecchia convenzione attiva nei primi anni duemila, realizzata grazie ad Angelo Castelluccio, anch’egli veterinario e all’epoca assessore comunale nella giunta Ciliberti. La convenzione (che al Comune costò intorno ai 26mila euro) garantiva reperibilità a turno anche di notte e nei festivi: “A un certo punto questa convenzione non è stata rinnovata”. Cangelli ha già proposto alla Commissione Prefettizia il ripristino della convenzione, che non sarebbe però possibile sempre per via dell’eventuale parere negativo della Corte dei Conti. Né l’attuale legge regionale promulgata nel febbraio del 2020 aiuta: la competenza della Asl afferisce ai soli cani randagi: “Finché non cambia la legge non andremo da nessuna parte. Le cose, paradossalmente, funzionavano meglio quando andavano peggio. Prima la reperibilità funzionava, bene o male si garantiva almeno la stabilizzazione del paziente. Adesso sono stati smantellati gli ambulatori, non c’è possibilità di fare una lastra, né di somministrare un farmaco che non sia quello per la sterilizzazione di cagne e gatti di colonie”, ha denunciato la dottoressa Antonella Puccini, vicepresidente dell’Ordine dei veterinari di Foggia.

Per Angelo Castelluccio, l’intervento delle istituzioni è imprescindibile. Tra le proposte dell’ex assessore, la creazione di un fondo comune: “La Provincia può essere capofila coinvolgendo i singoli comuni affinché stanzino delle somme per pagare le professionalità”. Ma alla necessità che le amministrazioni facciano rete, deve aggiungersi anche la disponibilità degli stessi veterinari i quali, secondo Castelluccio, andrebbero incentivati sia sotto il profilo economico che mediante precise garanzie a livello di sicurezza: “Non sempre chi si presenta è una brava persona. Se si lavora sulla sensibilità, sulla sicurezza e sulla parte economica allora la storia può cambiare”.

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