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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Cerignola

Presentato a Cerignola l’Osservatorio sui beni confiscati della città

Frutto di un processo partecipato è stato presentato dalla cooperativa Altereco a conclusione del progetto 'Coltivare la legalità'

La proposta di un Osservatorio sui beni confiscati della città di Cerignola frutto delle proposte emerse negli incontri, nei laboratori e nei workshop che in questi mesi hanno animato la comunità, coinvolgendo cittadini, terzo settore, istituzioni, imprese e mondo del volontariato. Ed in particolare, gli alunni e le alunne di alcune istituzioni scolastiche di Cerignola: l'ITET "Dante Alighieri", l’IISS “Giuseppe Pavoncelli” e il liceo scientifico “Albert Einstein” di Cerignola.

Si è concluso ieri pomeriggio, nella saletta Consiliare del Comune di Cerignola, con la consegna del documento nelle mani del sindaco, Francesco Bonito, e dell’assessora ai Servizi Sociali e vice-sindaco, Maria Dibisceglia, il processo partecipato promosso dalla cooperativa sociale Altereco nell’ambito del progetto “Capitanata attiva, coltivare la legalità!”.

Nel corso dell’incontro, quindi, è stata presentata da Dora Giannatempo, della cooperativa Altereco, insieme ad Antonio Cocco, direttore del consorzio Oltre / la rete di imprese, la proposta sul riutilizzo e assegnazione dei beni confiscati alla mafia emersa dagli incontri di questi mesi e che può diventare strumento da adottare sia dal Comune di Cerignola sia dalla Regione Puglia. Tra i compiti principali dell’Osservatorio – inseriti nella proposta consegnata - quello "di favorire la progettazione partecipata intorno alla rifunzionalizzazione sociale e culturale dei beni confiscati e confiscati alla mafia, di studiare e contrastare i fenomeni criminali, nella loro complessa articolazione e organizzazione, nel territorio di Cerignola (anche in un’ottica sovra territoriale). Compito primario dell’Osservatorio è, pertanto, costruire progettualità e partecipazione sociale contro il crimine organizzato in convenzione con soggetti pubblici e privati operanti in piena concordanza con lo spirito dell’antimafia sociale".

"È stato un percorso non semplice, complesso ma portiamo a casa un modo diverso di pensare i beni confiscati. Un arcipelago polifunzionale che generi nuove idee di impresa e soddisfi i bisogni sociali, aggregativi e soprattutto lavorativi del nostro territorio – spiegano dalla cooperativa Altereco - . I partecipanti al processo rappresentano un target trasversale della nostra città e ci hanno donato punti di vista inediti. I giovanissimi sono stati esplosivi. Abbiamo condiviso il documento e consegnato nelle mani del sindaco Francesco Bonito con l'assessore ai servizi sociali Maria Dibisceglia la nostra idea di osservatorio sui beni confiscati. Uno strumento utile a tutti i cittadini, aperto, trasparente, inclusivo che metta al centro i cittadini. Ora attendiamo la call dell'Amministrazione perché è necessario fare fiorire quanto seminato: l’Osservatorio è uno strumento necessario di monitoraggio civico ed i cittadini sono pronti".

Durante la presentazione, l’alunna Elisa Caggiano, del liceo “Einstein”, accompagnata da una rappresentanza di studenti delle due classi, ha letto l'articolo “Coltivare la legalità”, composto da lei e ispirato da questa esperienza didattica. Inoltre, il buffet ed i servizi di sala sono stati affidati alle studentesse dell’alberghiero “Pavoncelli”, ingaggiate con il loro primo contratto di lavoro dagli organizzatori dell’evento, Samantha Caputo e Maria Sciancalepore della VB corso diurno e Rosa Casanova della 3A corso serale. Il progetto è stato finanziato dall’Avviso pubblico “Puglia Partecipa”, per la selezione di processi partecipativi da ammettere a sostegno regionale nell’ambito del Programma annuale della partecipazione della Regione Puglia, che invita i cittadini ad accedere a spazi di confronto costruttivi che consentono di prendere parte alle decisioni pubbliche. Attraverso workshop, laboratori, momenti di formazione, l’obiettivo dell’iniziativa era quello di valorizzare spazi di comunità, generando una cultura di antimafia sociale tesa ad analizzare i bisogni della città, elaborare proposte di riqualificazione di luoghi pubblici, nello specifico sui beni confiscati alle mafie. Ieri, dunque, l’atto finale con l’elaborazione di una proposta partecipata sottoposta all’Amministrazione Comunale e sottoscritta dai numerosi partecipanti presenti.

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