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Martedì, 30 Aprile 2024
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Progressivo calo dei residenti in Puglia: nel Foggiano 27mila abitanti persi in dieci anni

I dati diramati dall'Istat confermano il calo demografico diffuso in tutta la Puglia. In termini percentuali, rispetto al 2020 la provincia di Foggia ha fatto registrare la variazione negativa più consistente (0,6%)

Sulla base dei risultati del Censimento permanente della popolazione è stata determinata la popolazione legale riferita al 31 dicembre 2021. In Puglia ammonta a 3.922.941 residenti e rispetto al 2011 è diminuita del 3,2%; la riduzione più significativa si registra nella provincia di Brindisi (-4,9). Sono i dati diramati dall'Istat, che conferma il progressivo calo demografico diffuso in tutta la regione. 

Rispetto al 2020 i dati censuari evidenziano un decremento di -10.836 persone residenti nella regione. A livello provinciale Bari perde -3.374 residenti, seguita da Foggia (-3.366), che registra anche il maggiore decremento relativo (-0,6%). Nel decennio 2011-2021 la provincia di Foggia ha perso 27.044 residenti, ovvero il 4,3%, il secondo dato più elevato dopo quello fatto registrare da Brindisi. 

Tra il 2020 e il 2021 un comune su tre non ha subito perdite di popolazione e tra questi non è presente alcun capoluogo di provincia, tranne i comuni di Barletta, Andria e Trani. Invece sono 174 i comuni dove la popolazione diminuisce: in valore assoluto, le perdite più consistenti si registrano a Bari (-1.257), Taranto (-1.256) e Foggia (-664); in termini relativi nei comuni di Poggiorsini (-3,6%) e Celle di San Vito (-3,3%).

Sotto il profilo della dimensione demografica, il 41,9% dei comuni con popolazione tra 5.001 e 10.000 abitanti non ha perso residenti. La popolazione risulta invece in calo in tutti i 3 comuni con più di 100.000 residenti, nel 70% e oltre di quelli con popolazione compresa tra 20.001 e 100.00 abitanti e con popolazione fino a 5mila residenti.

Dinamica demografica e struttura della popolazione per genere ed età

La diminuzione della popolazione residente della Puglia è frutto di un saldo naturale fortemente negativo (-19.905 unità) al quale si somma un saldo migratorio totale che rimane negativo  (-870 unità) nonostante un recupero dei movimenti demografici internazionali tra il 2020 e il 2021. Il saldo censuario positivo (+9.939) non riesce a compensare la perdita di popolazione. 
La dinamica naturale conferma la tendenza negativa in corso. La mortalità è in aumento: il tasso di mortalità passa dall’11,2 per mille del 2020 all’11,8 per mille del 2021, e raggiunge il valore più alto (12,3 per mille), nelle province di Lecce e Taranto. 

La diminuzione della popolazione residente della Puglia è frutto di un saldo naturale fortemente negativo (-19.905 unità) al quale si somma un saldo migratorio totale che rimane negativo  (-870 unità) nonostante un recupero dei movimenti demografici internazionali tra il 2020 e il 2021. Il saldo censuario positivo (+9.939) non riesce a compensare la perdita di popolazione. 

La dinamica naturale conferma la tendenza negativa in corso. La mortalità è in aumento: il tasso di mortalità passa dall’11,2 per mille del 2020 all’11,8 per mille del 2021, e raggiunge il valore più alto (12,3 per mille), nelle province di Lecce e Taranto. Tra il 2020 e il 2021 il tasso di natalità rimane invariato (6,7 per mille), con un numero di nati di poco inferiore rispetto al 2020 (-74). A livello provinciale il tasso resta stabile nella provincia di Taranto, aumenta in tutte le altre province, tranne in quelle di Brindisi e Foggia. 

I movimenti tra comuni sono ridotti anche nel secondo anno pandemico: il tasso migratorio interno è sceso da -1,8 per mille del 2020 a -1,7 per mille del 2021, oscillando tra -4,1 per mille in provincia di Foggia e -0,5 per mille a Lecce.
I movimenti migratori internazionali sono in recupero: il tasso migratorio estero, positivo in tutte le province, aumenta rispetto al 2020 (dallo 0,9 al 2,3 per mille) soprattutto nella provincia di Foggia, dove raddoppia (da1,7 a 3,6 per mille nel 2021).

La prevalenza della componente femminile nella struttura per genere si conferma anche nel 2021. Le donne rappresentano il 51,3% del totale e superano gli uomini di poco più di 101mila unità. La prevalenza si evidenzia particolarmente nelle età più avanzate per la maggior longevità femminile. La popolazione pugliese presenta, nel 2021, una struttura sensibilmente più giovane rispetto al totale del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi delle età sovrapposte.

L’età media, 45,7 anni, risulta in aumento rispetto al 2020 (45,4) e più bassa rispetto ai 46,2 anni della media nazionale (Prospetto 5). Aumenta l’indice di vecchiaia , che passa da 181,1 del 2020 a 187,0 del 2021 e risulta lievemente in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: da 36,1 del 2020 a 36,6 del 2021. Cresce anche l’indice di struttura della popolazione attiva, che passa da 133,0 nel 2020 a 134,9 nel 2021.
Dagli indicatori della popolazione (Prospetto 5) le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia risultano quelle con la struttura demografica più giovane; all’opposto il processo di invecchiamento è più evidente nelle province di Lecce e Brindisi. 

Popolazione straniera residente 

La popolazione straniera in Puglia al 2021 ammonta a 135.173 unità, il 2,7% della popolazione straniera residente in Italia. Quasi il 75% dei cittadini stranieri risiede nelle tre province di Bari (31,1%), Foggia (22,9%) e Lecce (19%). La percentuale sulla popolazione residente totale è minore rispetto al valore nazionale (3,4% contro 8,5%); l’incidenza provinciale più alta si osserva a Foggia (5,2%) e, all’opposto, quella più bassa a Taranto (2,6%). La più giovane distribuzione per età della popolazione straniera rispetto a quella italiana si evidenzia nei bassi valori degli indici di dipendenza strutturale (26,0 contro 57,5 degli italiani) e di vecchiaia (25,6 contro 194,7 degli italiani). Le variazioni interprovinciali di questi indicatori, così come l’incidenza della popolazione femminile sul totale, dipendono dalla diversa caratterizzazione del fenomeno migratorio, dal carattere individuale o familiare, dalla durata del percorso migratorio, dalle cittadinanze prevalenti, più o meno inclini all’acquisizione della cittadinanza italiana. 

In Puglia la metà (50,3%) dei cittadini stranieri proviene dall’Europa, il 26,1% dall’Africa, il 20,5% dall’Asia e il 3,1% dall’America. Sono residuali le presenze dall’Oceania e gli apolidi. I cittadini stranieri provengono da 168 Paesi del mondo, particolarmente da Romania (21,6%), Albania (15,6%) e Marocco (8,0%); albanesi e georgiani presentano una particolare concentrazione rispetto al livello nazionale. 

Livello di istruzione

Nel 2021 gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 5,6% dei residenti (4,1% in Italia); il 17,5% possiede la licenza elementare, il 31,3% ha conseguito il diploma di licenza media, il 32,4% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 13,1% possiede un titolo accademico.
Complessivamente la quota di persone con livello di istruzione più basso (da analfabeti a licenza media) supera il valore nazionale di 6 punti percentuali e rappresenta oltre la metà della popolazione residente (54,4%).

La scolarizzazione ed il conseguimento dei titoli più alti hanno condotto ad un progressivo innalzamento del livello di istruzione della popolazione pugliese, seppure con divari tra le province correlati all’invecchiamento della popolazione e alle caratteristiche del mercato del lavoro. 
L’incidenza dei livelli di istruzione terziaria è più elevata nei territori con sede di ateneo. Quella più alta si osserva a Bari (14,9 %), Lecce (14,2%) e Foggia (12,4%). 

La componente femminile pugliese prevale fra le persone con titolo universitario (56,3% dei laureati o con titolo superiore), in particolare per le donne di età compresa tra i 25 e 49 anni, ma anche tra quelle prive di un titolo di studio (60,8%) e in possesso della sola licenza elementare (58,8%), soprattutto nella classe d’età 65 anni e oltre.

A livello provinciale i tassi di conseguimento dei titoli di studio più bassi (fino alla licenza media inferiore) presentano valori più elevati per le femmine ad eccezione di Barletta-Andria-Trani dove, tra l’altro, si registra il tasso massimo sia maschile (59,8%) sia femminile (59,0%). Anche l’incidenza dell’insieme dei titoli accademici è ovunque più elevata per le donne, con il valore più alto a Bari del 16,1%, contro il corrispondente 13,5% degli uomini.

Una quota significativa di stranieri, il 38,6%, è in possesso della licenza media, con uno scarto di 7,6 punti percentuali in più rispetto agli italiani, mentre il 14,2% degli stranieri non possiede alcun titolo di studio, contro il 5,3% degli italiani. Sono il 24,7% gli stranieri con diploma secondario di secondo grado (italiani: 32,7%) e il 7,2% con titolo universitario (italiani: 13,4%).

La condizione professionale 

Al 31 dicembre 2021 le forze di lavoro in Puglia sono poco più di 1,5 milioni, 45mila in meno rispetto al 2011 (-2,9%). Il decremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto alla diminuzione delle persone in cerca di occupazione (circa 86mila persone in meno, -31,5%), soprattutto fra le donne (circa 49mila unità in meno, pari al -35,4%). In aumento gli occupati (+3,1%), in particolare per la componente femminile (circa 47mila unità in più, pari al +10,0%).
La quota più importante tra le non forze di lavoro è formata da 738mila percettori di pensioni da lavoro o di redditi da capitale (-5,1% rispetto al 2011), mentre risultano 565mila persone dedite alla cura della casa (+0,1%) e 293mila studenti e studentesse (-1,2%).

Gli indicatori relativi al mercato del lavoro per la Puglia presentano valori leggermente diversi rispetto a quelli nazionali. Nel 2021 il tasso di occupazione è del 39%, quasi sette punti percentuali sotto il valore medio italiano, come più bassa risulta la percentuale di occupate donne (28,8% contro 37,9% dell’Italia) e degli occupati stranieri (42,3% contro 53,5% dell’Italia). I tassi di disoccupazione suddivisi per genere sono più bassi delle medie nazionali, sia per la popolazione totale, sia per la sola componente straniera. 

In Puglia permane una situazione sfavorevole all’occupazione femminile e uno squilibrio di genere con valori superiori rispetto alla media nazionale. Nel 2021 il gap di genere del tasso di attività è di circa 22 punti percentuali (uomini 55,7%, donne 33,8%), la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (28,8%) e quello degli uomini (49,9%) di 21 punti, il tasso di disoccupazione delle donne (14,8%) è di quattro punti più alto di quello degli uomini (10,5%). Il divario di genere si riduce se si considerano i tassi della sola componente straniera: 17 punti nel tasso di occupazione (uomini 50,7%, donne 33,4%) e solo 0,6 punti percentuali nel tasso di disoccupazione (maschi 18,4%, donne 19,0%).

Fra le province i valori più alti del tasso di occupazione si osservano a Bari (41,5%) e Brindisi (38,6%), quelli più bassi a Foggia (36,9%) e Taranto (37,5%), mentre lo squilibrio di genere più ampio (circa 25 punti) si riscontra a Barletta-Andria-Trani, il più basso (circa 19 punti) a Lecce. L’incidenza maggiore del tasso di disoccupazione nel 2021 si osserva nella provincia di Barletta-Andria-Trani (13,3%), mentre, all’opposto, Bari e Lecce presentano i valori più bassi (11,2% e 11,7%). Il divario di genere è più marcato (5,3 punti) nel tarantino, minore (3,6 punti) nel foggiano. 
 

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