Michele De Virgilio porta lo spettacolo 'Cafoni' in Capitanata
Michele De Virgilio torna a calcare il palco nella sua terra con diversi appuntamenti. Giovedì 14 marzo nella Sala delle udienze del Castello ducale De Sangro di Torremaggiore, venerdì 15 al 'Roma, cinema, teatro e...' di Cerignola (fa parte della stagione del Teatro Mercadante) e sabato 16 marzo al Teatro Giordano all’interno della rassegna 'La scena Foggiana' promossa dal Comune di Foggia e dal Teatro Pubblico Pugliese, mette in scena 'Cafoni', spettacolo prodotto da AVL – Teatro della Polvere. Gli spettacoli inizieranno tutti alle 21.
Si tratta di un racconto musicale ironico e graffiante che vuole essere un omaggio ai cafoni di ieri e di oggi uniti da un triste destino di povertà e miseria. Ad accompagnare De Virgilio ci saranno cinque artisti del territorio: Stefano Corsi e Simona Ianigro (attori) e Antonio Cicoria (percussioni, tastiere e suono), Giovanni Mastrangelo (contrabbasso), Aurora Corcio (chitarra e voce). A impreziosire la messa in scena le musiche originali composte dal musicista già in scena Antonio Cicoria, un importante disegno luci di Aldo Bux per AVL e una regia multimediale di grande effetto curata da Andrea Pontone per AVL.
I biglietti per lo spettacolo a Torremaggiore sono qui, quelli per Cerignola sono in vendita qui, mentre quelli per la data foggiana sono acquistabili qu oppure al botteghino del Teatro Giordano nei seguenti giorni: martedì 12 marzo dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 17; venerdì 15 dalle 9 alle 12 e sabato 16 dalle ore 19.
“Siamo felici – dichiara Marianna Bonghi, presidente del Teatro della Polvere-produzioni AVL – di portare un testo così potente con una messa in scena altrettanto importante al Teatro Giordano. ‘Cafoni’ è stato in giro per alcuni teatri della Puglia, ma stare sul palcoscenico nella nostra città è tutta un’altra emozione. Si tratta del nostro spettacolo da giro che fa parte integrante della proposta artistica di questa stagione: è stato un anno di ripartenza per il Teatro della Polvere e non ci siamo risparmiati presentandoci al pubblico con il nostro entusiasmo. Mi preme ringraziare la Fondazione Monti Uniti per averci sostenuto e avere creduto nella bontà del nostro progetto artistico e Michele De Virgilio che un pomeriggio di oltre un anno fa ha bussato alla porta del nostro teatro scegliendoci per mettere in scena il suo testo”.
“Lo spettacolo – aggiunge Andrea Pontone, presidente di AVL – nasce dalla sinergia fondamentale tra tecnica, composizione musicale e recitazione e ho avuto la fortuna, in quanto produttore con la mia azienda, di lavorare a uno spettacolo che sta già riscuotendo degli ottimi consensi da parte del pubblico. Produrre ‘Cafoni’ è stata una sfida bellissima per me e per tutti i professionisti che si sono adoperati alla buona riuscita del prodotto artistico. ‘Cafoni’ è la risposta alle mille domande scomode sulla nostra terra che in questi anni mi hanno fatto”.
Lo spettacolo. In un piccolo paese del Tavoliere della Puglia, come ogni mattina, un’anziana bracciante si cinge il capo con un fazzoletto nero, si chiude la porta di casa alle spalle salutando una foto di Giuseppe Di Vittorio e s’incammina lungo viale del paese, stringendo un mazzo fiori freschi tra le mani: va verso il cimitero. Ci va ogni giorno sulla tomba del marito, perché, come dice la donna, da quando lui è morto, lei si sente come una sedia senza una gamba. Ma una mattina, deviando dal solito percorso tra i viali del campo santo, la donna si accorge che in un angolo di terra sconquassato era sta piantata una croce che non aveva mai visto prima, su cui qualcuno con un pennarello nero aveva scritto: sconosciuto. E nient’altro.
Incuriosita, l’anziana bracciante si reca dal custode che le dice che sotto quella croce era stato seppellito un ragazzo straniero, probabilmente un bracciante stagionale, trovato vicino ad un campo, con la testa schiacciata dalla ruota di un camion. Il corpo martoriato di quel ragazzo era stato tenuto per tre mesi in una cella frigorifera dell’ospedale e, mentre le indagini dei carabinieri non arrivavano a nessuna soluzione, era stato disposto che fosse seppellito, così: “come un cane”.
Al racconto del custode, nell’anziana bracciante riaffiorano i ricordi della sua vita non solo di bracciante e in un gesto di pietà, tra l’incredulità dei compaesani, decide di dare una sepoltura da ‘cristiano’ al quel ragazzo, vittima del nuovo caporalato, trasformando la tomba di uno sconosciuto in un sacrario dedicato ai caduti nella guerra nei campi.