'Sono morto il 29 febbraio': il giornalista Roberto Parisi presenta il suo nuovo libro
Con la morte non si scherza, ma un po’ di ironia a volte non guasta. Soprattutto se a trascinarci in una serie di situazioni tra il ridicolo e l’assurdo è un sogno che si ripete nelle notti di un professore universitario, costretto a porsi una serie infinita di quesiti sulla sua esistenza dopo aver visto la data della sua presunta scomparsa: il giorno, il mese ma non l’anno. Una data, però, particolare: il 29 febbraio. Per cui dovrà capire ogni quattro anni se sarà venuto il momento della sua dipartita.
Durante questo percorso il professore universitario si infilerà in avventure alla ricerca di spiegazioni sul sogno premonitore, incontrando cartomanti e preti, rivolgendosi alle onoranze funebri per prenotare il suo funerale oppure per ottenere un loculo al cimitero.
Questo è solo l’inizio di un cammino tortuoso del protagonista del nuovo libro del giornalista foggiano Roberto Parisi intitolato 'Sono morto il 29 febbraio' (Edizioni Il Castello), con la prefazione della direttrice di Rtl 102.5 Ivana Faccioli e con il commento della psicologa Tiziana Pagano che, a conclusione del libro, spiega il condizionamento che subiamo dagli eventi che ci circondano, a volte a causa anche di strane coincidenze. La copertina è a firma di Sabrina Di Chio. Il libro, Edizioni Il Castello, sarà presentato sabato 17 dicembre alle 17.30 presso Laltrocinema Cicolella in via Duomo a Foggia.
Il finale è davvero a sorpresa, come ha sottolineato lo stesso autore del libro. “Devo dire che tutto è partito da un episodio che mi è accaduto realmente a febbraio di quest’anno e che mi ha portato a fare delle riflessioni. Consiglio di leggere il libro senza interruzioni perché mentre crederete di essere arrivati alla soluzione dell’enigma tutto sarà rimesso in gioco con un finale che ci darà le risposte che cercavamo”, commenta Roberto Parisi.
“Quello che colpisce maggiormente nel libro di Roberto Parisi è il modo di affrontare un tema così delicato, quello della morte”, sottolinea Ivana Faccioli nella prefazione del libro. “Tutti abbiamo immaginato prima o poi il momento della nostra dipartita e ci siamo raffigurati nella mente l’avviso funebre che annuncerà al mondo che il nostro passaggio su questa terra è giunto a compimento. Personalmente, da giornalista abituata a fare domande e a interrogarmi su praticamente tutto, pagherei oro per esserci al mio di funerale, per ascoltare l’omelia del sacerdote, guardare i volti di chi partecipa, osservare chi porterà fiori sulla tomba. Pura fantasia, che il romanzo di Roberto è riuscito a riaccendere”, conclude Ivana Faccioli.