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Lunedì, 29 Aprile 2024

A "Il Libro possibile" si parla di lotta alla mafia: "Repressione non basta, serve cambio di mentalità"

Il contrasto delle culture mafiose che riguardano anche le terre della Capitanata, è stato uno dei temi principali, sui quali sono intervenuti i protagonisti e le voci più autorevoli della legalità e della lotta al crimine

Si è chiusa sui palchi di Vieste la XXI edizione del Libro Possibile 2022. Tanti i temi affrontati con gli autorevoli ospiti presenti nella serata finale, andata in scena ieri. L’ultimo capitolo di quest’anno si scrive venerdì 29 luglio sui palchi di Vieste, con un gran finale ricco di temi cruciali, di nomi autorevoli e con un occhio di riguardo ai giovani lettori a cui vengono consegnati gli anni che verranno.

Il titolo di questa edizione ‘L’anno che verrà’, in omaggio al cittadino onorario pugliese Lucio Dalla a 10 anni dalla sua scomparsa, ha fatto da filo rosso a tutti gli incontri del festival, dove si è registrato il tutto esaurito durante tutte le otto serate dal 6 al 9 luglio a Polignano a Mare (Ba) e il 21, 22 e il 28 luglio a Vieste. La conferma che il Libro Possibile è il più importante evento culturale di piazza dell’estate italiana in Puglia.

Il contrasto delle culture mafiose che riguardano anche le terre della Capitanata, è stato uno dei temi principali, sui quali sono intervenuti i protagonisti e le voci più autorevoli della legalità e della lotta al crimine.

Tra gli ospiti intervistati, il Prefetto e Direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina, il quale ha approfondito i temi della lotta alla criminalità organizzata. Secondo Messina, la lotta alla criminalità organizzata richiede un approccio multiforme e diverse misure, che non si riducano alla sola repressione, che non può essere sufficiente senza un serio cambio di mentalità: "Qui in Capitanata si respira un'aria delicata. La magistratura ha coniato concetti specifici, si parla di estorsione ambientale, di alcuni imprenditori che sono andati, senza ricevere richieste, direttamente loro a cercare quelli che imponevano il pizzo. Bisogna lavorare molto sulla mentalità. Abbiamo una necessità che è quella di completare l’azione repressiva dello Stato, quando si aprono queste finestre dovute agli interventi, abbiamo bisogno che questi spazi vengano occupati da altri attori della sicurezza che siano diversi da quelli strettamente tecnici. Questi possono appartenere anche al sociale e completare l’azione che incide anche su questioni diverse dal mero rispetto della legalità. Esistono aree del territorio in cui si sono ottenuti grandi risultati dal punto di vista repressivo, ma si è ancora fermi dal punto di vista della capacità di recepire questa necessità di cambiare passo”. 

L'edizione di quest'anno de Il Libro Possibile ha dedicato diversi approfondimenti sul tema della lotta alla Mafia, a 30 anni dalle stragi nelle quali persero la vita i giudici Falcone e Borsellino. Ieri a Vieste era presente anche il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, in prima linea contro la 'ndrangheta e autore del libro 'Complici e Colpevoli', un saggio - scritto a quttro mani con lo storico Antonio Nicaso - che evidenzia i meccanismi che hanno portato la criminalità calabrese a fare affari nel Nord Italia e in Europa. Gratteri ha anche detto la sua sulla mafia foggiana, una "mafia violenta perché ha bisogno di essere riconosciuta e temuta". Secondo il Procuratore della Repubblica, la Capitanata non è all'anno zero nella lotta alla mafia: "C'è una polizia giudiziaria di qualità, la Procura distrettuale di Bari sta lavorando bene". Ma sono diversi gli ambiti in cui la criminalità può trovare terreno fertile per proliferare: "La politica può dare più ossigeno o meno alle mafie. Le mafie votano e fanno votare e cercano di non stare mai all'opposizione; in secondo luogo, nel momento in cui potere legislativo, nel rispetto della Costituzione, non crea norme proporzionate alle realtà criminali, si dà ossigeno alle mafie che diventano sempre più forti e arroganti". 

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