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La "fiacca" risposta alla criminalità amareggia Vaccaro: "Percepisco antimafia che non crede più nella propria funzione"

A soli sei anni di distanza il ricordo dell’eccidio sembra già sbiadito. Secondo Vaccaro, nella popolazione il ricordo è vivo, ma ancora non si è tramutato in memoria

Alla commemorazione organizzata da Libera per ricordare la strage nella quale furono uccisi i fratelli Luciani non si è registrata la presenza di persone che ci si aspettava. A soli sei anni di distanza il ricordo dell’eccidio sembra già sbiadito. È "l’indifferenza che fa la differenza", come ha denunciato Don Ciotti.

Comportamento che si riverbera anche nelle azioni della politica. Ma anche la comunità potrebbe e dovrebbe fare di più. Eppure, la risposta agognata non è ancora giunta: “È cambiato ancora troppo poco. Avrei voluto trovare la chiesa stracolma, anche la piazza antistante”, l’amaro commento del Procuratore della Repubblica Ludovico Vaccaro a margine della celebrazione eucaristica presso la chiesa Ss Annunziata di San Marco in Lamis.

Secondo Vaccaro, nella popolazione il ricordo è vivo, ma ancora non si è tramutato in memoria, “che significa attualizzare quel ricordo per determinare un cambiamento radicale”. Il procuratore si cruccia per la “fiacchezza nella reazione sociale alla criminalità”. Perché sì, le istituzioni hanno fatto, stanno facendo e continueranno a fare la loro parte, ma non basta: “Occorre la gente, la comunità, la reazione sociale”. “Percepisco un po’ di aria stagnante”, l’amaro commento di Vaccaro che vede un’antimafia “che ormai non crede più nella propria funzione”, che però resta fondamentale strumento di contrasto alla illegalità e alla criminalità.

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