Lo sfruttamento delle persone impegnate nel lavoro agricolo costituisce uno dei problemi più rilevanti di questo territorio.

Garantire un sistema di sicurezza sociale idoneo vuol dire dare dignità alle persone e permettere loro lo svolgimento del lavoro nell’ambito della costruzione di una rete sociale capace di far fronte alle diverse problematiche del territorio.

Sono queste le condizioni necessarie per sviluppare percorsi virtuosi di integrazione tra comunità autoctona e nuovi cittadini di origine straniera.

Se da una parte le iniziative di sgombero degli insediamenti informali, svincolati dai desideri, dalle necessità e dalla volontà di chi li abita, e senza reali alternative, non costituiscono una soluzione, dall’altro è anche vero che spesso quei luoghi informali continuano ad essere delle 'comfort zone' dove è comunque possibile vivere tranquillamente, con una rete di relazioni, trovare comunque un lavoro, senza vere grandi costi.

L’iniziativa regionale di Più Supreme Capitanata rappresenta oramai una buona prassi e uno strumento in grado di attivare processi virtuosi di integrazione nel nostro contesto.

Il progetto ha la finalità generale di contrastare e superare tutte le forme di grave sfruttamento lavorativo e di grave marginalità e vulnerabilità dei lavoratori migranti nei territorio della Provincia di Foggia.

Il principale mutamento che si vuole conseguire è l’offerta ai lavoratori migranti di dignitose condizioni abitative e di adeguati percorsi di autonomia.

Ospite dell'incontro di ieri mattina al Villaggio di Bosco è stato Yvan Sagnet che con la filiera No Cap punta ad eliminare la pista del caporalato creando realtà adatte ai migranti impegnati nei lavori agricoli, evitando di allacciare rapporti con la criminalità che crea il legame tra imprenditore e bracciante.