rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024

Caso Ferrazzano, slitta a giugno l'udienza preliminare: "Chi sa o ha visto qualcosa si faccia avanti"

Sei gli indagati per la morte del giovane foggiano, forse spinto al suicidio per le pesanti condotte bullizzanti subite. Avanzata una richiesta di patteggiamento, i familiari di Marco si costituiscono parte civile

Slitta a giugno l’udienza preliminare del procedimento relativo alla morte di Marco Ferrazzano, il giovane foggiano forse spinto al suicidio per le pesanti condotte bullizzanti subite.

Sei gli indagati, tutti foggiani di età compresa tra i 21 e i 24 anni. Tra questi, anche Antonio Bernardo e Antonio Pio Tufo, attualmente detenuti e in attesa di giudizio per la  violenta rapina al bar Gocce di Caffè, all’esito della quale fu gravemente ferito il titolare, Francesco Paolo Traiano, deceduto dopo 23 giorni di agonia (qui i dettagli).

Questa mattina, dinanzi al gup del Tribunale di Foggia, Giuseppe Ronzino, si sono costituiti parte civile i familiari - padre, madre e sorella - di Marco. Uno degli imputati ha avanzato richiesta di patteggiamento, ma l’istanza dovrà essere integrata in alcune parti, motivo per il quale il gup ha concesso un breve rinvio; nessun’altra richiesta di riti alternativi avanzata dagli altri imputati, tutti assenti per rinuncia.

Il padre di Marco: "Lotterò per lui e per tutte le vittime di bullismo" 

“Nella prossima udienza si discuterà la posizione e la fondatezza della notizia di reato e noi speriamo in un rinvio a giudizio”, spiega l’avvocato Antonio Cozza, che con il collega Pio Giorgio Di Leo rappresenta la famiglia Ferrazzano. “I reati contestati sono numerosi, su tutti gli atti persecutori: Marco veniva sbeffeggiato, molestato, offeso e deriso. Ha vissuto una condizione molto difficile, soprattutto per un ragazzo che aveva problemi di salute. A questo si aggiunge il reato di truffa, che è poi l’atto che avrebbe portato Marco a commettere il suicidio”.

“Noi abbiamo prove schiaccianti dal punto di vista documentale”, aggiunge l’avvocato Di Leo. “Ma dal punto di vista testimoniale abbiamo necessità che chi sa, ha assistito o ha visionato le pagine Instagram dove Marco veniva cyberbullizzato si faccia avanti. E’ necessario che la cittadinanza sappia che queste cose non si devono ripetere: ci sono altri ragazzi come Marco, che stanno subendo -  e speriamo non accada ancora in futuro - questo reato infamante”.

Copyright 2022 Citynews

Video popolari

Caso Ferrazzano, slitta a giugno l'udienza preliminare: "Chi sa o ha visto qualcosa si faccia avanti"

FoggiaToday è in caricamento