Partipilo immarcabile, Ternana superiore: il Foggia lotta, ma perde ancora
Finisce 2-0 al 'Liberati. Decisive le reti dell'esterno offensivo al 21' del primo tempo. A metà ripresa il raddoppio di Falletti su rigore. Passo in avanti della squadra sotto il profilo del gioco, ma è evidente la bassa qualità tecnica
Non era la Ternana la squadra contro la quale il Foggia doveva ritrovare i tre punti. E infatti non lo è stata. Ma l'obbligo di ritrovare l'orgoglio e un minimo di credibilità, sì. E da questo punto di vista mister Marchionni potrà essere soddisfatto, malgrado il quarto k.o. consecutivo in campionato, malgrado gli avversari abbiano mostrato una superiorità tecnica a tratti imbarazzante. Ma tant'è. Decisive le reti di Partipilo, migliore in campo e pressoché immarcabile, e Falletti su rigore.
PRIMO TEMPO - Da una prima e sommaria osservazione, una cosa appare chiara: il Foggia di Terni è sicuramente più presentabile di quello vistosi tre giorni fa con l’Avellino. Non che ci volesse molto. Marchionni conferma il 3-5-2, malgrado l’impiego contestuale di Dell’Agnello, D’Andrea e Curcio. Sì, perché a smentire l’ipotesi di un modulo con il trequartista è la posizione di D’Andrea, riproposto come mezzala come nell’ultimo segmento della gara con gli irpini. A centrocampo spicca l’assenza di Gentile, che non figura neppure tra i panchinari. Il tecnico rossonero si affida a due velocisti sulle corsie, Kalombo e Ndiaye: l’idea è chiara, ovvero quella di tamponare la pressione umbra per provare a sviluppare le transizioni sulle corsie, sfruttando l’esplosività degli esterni. A conti fatti, le intenzioni trovano un riscontro concreto solo in una occasione e sulla destra. Bravo Kalombo a presentarsi in area e a servire il pallone al centro che Dell’Agnello in qualche maniera riesce a rendere giocabile per Curcio. La conclusione del 10 rossonero è imprecisa quel poco che basta per far tirare un sospiro di sollievo a Iannarilli. Gol mangiato, gol subito. Regola vecchia quanto veritiera. E infatti al 21’ Partipilo castiga i rossoneri, beneficiando del secondo liscio stagionale di Agostinone (stavolta nel tentativo di arpionare in acrobazia un campanile alzato da Raggio Garibaldi). Gioca bene la Ternana, soprattutto negli ultimi 20 metri, facendo viaggiare il pallone a velocità sostenuta ed esercitando una pressione costante sui portatori di palla rossonera. A centrocampo tutto ruota attorno alle geometrie dell’ex Samp Palumbo (uno dei migliori in assoluto), mentre sul versante destro l’asse Defendi-Partipilo anestetizza il povero Ndiaye, incapace anche solo una volta di arginare le folate dell’esterno offensivo rosso-verde. Non deve sorprendere il fatto che Marchionni al 26’ approfitti dell’infortunio di Dell’Agnello per richiamare anche l’esterno. Dentro Di Masi e Garofalo con ri-avanzamento di D’Andrea accanto a Curcio. L’assetto ultraoffensivo di Lucarelli finisce per concedere qualcosa dietro; spazi che il Foggia potrebbe anche sfruttare se solo disponesse di un tasso di qualità superiore sulla trequarti e di maggiore fisicità in avanti. Tuttavia, il duplice cambio di Marchionni un accenno di scossa la produce come evidenzia il finale in crescendo della squadra, che chiude con una punizione dal limite di Curcio, persasi sul fondo.
SECONDO TEMPO – Il tema tattico non cambia neppure nella ripresa. Nel Foggia si apprezza il tentativo di proporre un calcio più manovrato senza l’isterica ricerca del lancio lungo, ma la squadra fatica ad arginare il pressing asfissiante della Ternana sulla fase di primo possesso. Di certo, i difettosi stop più volte denunciati da diversi giocatori, non agevola il compito. Un problematico controllo di Di Masi dà l’abbrivio all’azione del penalty procurato dal solito Partipilo, abile a trovare il corridoio in area prima che Kalombo lo affossi. Falletti fa centro. Marchionni toglie un inconsistente Raggio Garibaldi facendo esordire Morrone e concede l’ultimo quarto d’ora (recupero incluso) a Balde. Il match, a quel punto sembra chiuso, tanto che Lucarelli concede la virtuale standing ovation a Falletti e Partipilo, inserendo Paghera e Suagher e passando al 3-5-2. E la differenza si vede, perché la Ternana allenta la pressione e lascia giocare. Il fratellino di Keita, malgrado l’esiguo minutaggio, ci mette davvero poco a cambiare volto all’attacco. In pochi minuti è bravo prima a liberarsi centralmente per calciare a rete (sinistraccio in curva) e poi a seminare il panico nell’area avversaria, mandando Garofalo a un passo dall’1-2 (tiro deviato in angolo). Poco per salutare il quarto k.o. di fila con ottimismo, anche perché tra una settimana c’è il derby col Bari.