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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Curcio ispirato, ma non basta: al 'Barbera' l'impegno c'è, ma mancano energie e qualità

Un buon primo tempo non basta ai rossoneri per uscire dal 'Barbera' imbattuto. La squadra di Cau paga la lunga inattività e gli errori dei singoli. In attacco male Dell'Agnello, a centrocampo stecca l'esordio Said

Un concetto va ribadito: il Foggia di più non avrebbe potuto fare. Pensare di tornare subito al top dopo che un focolaio Covid ti ha decimato la rosa (sei giocatori sono ancora positivi), impedendoti di giocare per quasi un mese e costringendoti ad allenamenti singhiozzanti, sarebbe poco logico, a voler essere indulgenti.

Il Foggia di Palermo ha avuto, per certi versi, le stesse sembianze della Cavese vista a Foggia. Anche la squadra di Campilongo era reduce da un megafocolaio e con una squadra rabberciata e atleticamente a terra. Eppure provò a giocarsela pur con tutti i limiti del caso. Quello è che è accaduto al ‘Barbera’: la squadra di Cau ha tenuto testa ai padroni di casa per un tempo, costruendo anche le più limpide occasioni da gol. E forse la maggior parte dei rimpianti si colloca proprio nella prima parte del match, quella che ha mostrato la parte migliore del Foggia, prima che le residue risorse fisico-atletiche ottenebrasse le idee dei rossoneri e fiaccasse la resistenza. Al Palermo è così bastato alzare un po’ il baricentro, affidarsi alle sortite di un Floriano ispirato, e di un palese errore di posizionamento della difesa ospite, in occasione del gol realizzato da Valente.

Adesso l’obiettivo è quello di ripartire. Mancano quattro gare alla fine e il Foggia ha l’obbligo di raccogliere minimo 6 punti. Impresa non troppo semplice, se si considera che dopo l’impegno interno con la Paganese, la squadra di Marchionni dovrà misurarsi con tre dirette concorrenti: Monopoli, Juve Stabia e Catania. Ma provarci è il minimo per chiudere al meglio una regular season che fino a oggi ha regalato molte più gioie che amarezze.

Le pagelle

PALERMO (3-4-3) Pelagotti 7; Marong 6,5 Peretti 6 Marconi 6,5; Almici 6,5 Luperini 6 (21’st Odjer 6,5) De Rose 6 Valente 7; Rauti 5 (18’st Saraniti 5,5) Floriano 7 Kanoute 5,5 (35’st Santana s.v.). A disposizione: Fallani, Doda, Corrado, Crivello, Martin, Silipo, Lancini, Broh. All. Filippi 6,5

FOGGIA (3-5-2) Fumagalli 6,5; Anelli 5 (42’st Salvi s.v.) Gavazzi 6 Galeotafiore 6; Kalombo 5,5 Vitale 5,5 Rocca 6 Said 5 (21’st Nivokazi 5,5) Di Jenno 5,5; Curcio 6,5 Dell’Agnello 5 (45’st Balde s.v.). A disposizione: Mascolo, Jorio, Agostinone, Aramini, Pompa, Balde, Turi. All. Cau 6 (Marchionni squalificato)

Arbitro: Longo di Paola 6,5

Assistenti: Somma 6,5; D’Apice 6,5

Fumagalli 6,5 – La staffilata di Valente ne vanifica lo sforzo atletico. Nel primo tempo si era opposto bene a due conclusioni con deviazione potenzialmente letale.

Anelli 5 – Quando può far valere la fisicità, riesce a cavarsela. Se lo si punta in campo aperto son dolori (e gioie per chi lo punta). Floriano trova spesso campo libero. E in occasione del gol, si schiaccia troppo su Gavazzi, trascinando fuori posizione anche Kalombo (42’st Salvi s.v.).

Gavazzi 5,5 – Più dominante nella prima frazione (anche se il termine è un po’ improprio), nella ripresa si palesano le insicurezze. Con più metri di campo da coprire va presto in affanno, beccandosi anche un giallo molto pericoloso.

Galeotafiore 6 – È tra i più positivi tra i suoi, imponendo la fisicità non appena ha l’occasione. Sul gol, scivola sull’out per contenere Almici e coprire il buco lasciato da Di Jenno.

Kalombo 5,5 – Nella prima frazione è tra i più vivaci, le sue percussioni hanno sempre un senso e barlumi di qualità. Si spegne progressivamente anche lui, partecipando alla frittata difensiva sul gol.

Vitale 5,5 – Copia e incolla Kalombo. Discreto nel primo tempo, maluccio nel secondo. Con l’ingresso di Nivokazi gli tocca smazzare di più in mediana, ma le energie sono davvero poche.

Rocca 6 – Primo tempo avaro di sussulti, ma perché il ruolo di regista gli impone di imporre ordine e distanze. Paradossalmente, nella ripresa è l’unico dei suoi a salire in cattedra. Accelera, dribbla, tira. Gli manca, oltre a Curcio, qualcuno che parli la sua stessa lingua.

Said 5 – Fatica a mascherare il disagio dell’esordiente, dopo mesi di inattività totale. Sarebbe quello deputato a dar qualità alle idee di gioco, ma l’imbarazzo lo circoscrive alle giocate scolastiche. Nella ripresa sparisce letteralmente (21’st Nivokazi 5,5 – Cau prova a giocarsi la carta della terza punta, cercando di beneficiare di quegli spazi che ci sono, ma che andrebbero sfruttati con qualità e corsa. Lui, come sempre, si sbatte, ma con una quantità miserrima di palloni giocabili è difficile chiedergli di scalare la mediocrità).

Di Jenno 5,5 – Con Kanoute si arrangia spesso di mestiere e tutto sommato tiene. Fatica a rinculare dopo un tentativo di azione offensiva, in occasione del gol.

Curcio 6,5 – Il più ispirato in assoluto. Due volte a un passo dal gol, per tacere delle tante giocate di qualità. La differenza tra lui e Floriano è che il secondo ha vinto la partita. Anche perché l’ex rossonero un po’ di assistenza in più ce l’ha. Curcio, invece, predica nel deserto, trovando conforto solo quando Rocca gli è accanto. Chiude da mezzala/trequartista, ruolo che interpreta con disciplina e abnegazione.

Dell’Agnello 5 – Il terzetto difensivo lo anestetizza senza neanche grossi sforzi. Sfonda solo una volta, poco dopo l’ingresso di Nivokazi, con una percussione sulla fascia. Troppo poco per catalogare la sua partita come buona. Si fatica a capire perché sia rimasto in campo fino al 90’ (45’st Balde s.v.).

All. Cau 6 – La scelta di Nivokazi è sicuramente coraggiosa, ma finisce per generare il classico effetto boomerang. Non conosciamo le condizioni dei singoli giocatori, è vero, ma restano i dubbi sulla tempistica di alcuni cambi. Per esempio, Dell’Agnello fuori partita rimasto in campo fino al 90’, con l’innesto di Balde nei minuti di recupero. 

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