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Foggia-Cosenza 1-0: le pagelle dei rossoneri

Leali dà sicurezza a un reparto che tiene botta dopo gli affanni iniziali. Bene Billong, male Chiaretti e Galano. Kragl ci mette sempre lo zampino

Si riparte dai tre punti. Si riparte dalla vittoria col Cosenza, brutta, poco limpida, ma dannatamente preziosa. Tempo di specchiarsi o di storcere il muso non ce n’è. Tutto ciò che di buono arriva va preso e portato a casa. Ma le obiezioni non vanno accantonate in toto. Perché per affrontare il futuro il Foggia avrà bisogno di ritrovare un gioco quanto meno accettabile, supportato, possibilmente, da un atteggiamento più intraprendente e meno timoroso. Quell’atteggiamento che non ti spinge a retrocedere pensando che la difesa a oltranza sia l’unica strada per portare a casa il risultato. L’inconsistenza offensiva del Cosenza, mista alla buona prestazione della difesa rossonera, sono tessere di un mosaico che però non sempre si incastonano al meglio. L’episodio fortuito, che sia un errore di un difensore o una prodezza di un avversario, sono sempre dietro l’angolo. Per non parlare della caratura dell’avversario, che non sempre è la medesima. E infatti sabato prossimo si va a Lecce. Ma arrivarci con tre punti in più è sempre positivo. Si riparte da lì, si riparte dalla grinta del capitano Agnelli, che gioca la sua onesta partita di sacrificio, mettendo sotto i tacchetti non solo porzioni di terreno di gioco ma anche le ingiustificate ingiurie (che nulla hanno a che fare con le critiche puramente calcistiche) ingoiate a fatica nelle ultime settimane. Il capitano,  che chiude in ginocchio sul terreno di gioco, accarezzandolo dolcemente, e sussurrando parole che solo lui può sapere, ma un po’ tutti possono immaginare. Si riparta da questa immagine, da questo spirito, imprescindibile per tenersi stretta la serie B.

Le pagelle

FOGGIA (3-4-2-1) Leali 6,5; Martinelli 6 Billong 6,5 Ranieri 6; Zambelli 6 Agnelli 6,5 Greco 5 (25’st Ngawa 6) Kragl 6,5; Galano 4,5 (18’st Marcucci 6) Chiaretti 5 (36’st Mazzeo s.v.); Iemmello 5,5. A disposizione: Noppert, Loiacono, Deli, Cicerelli, Boldor, Ingrosso, Matarese. All. Padalino 6,5

COSENZA (3-5-2) Perina 6,5; Capela 6 Dermaku 6 Legittimo 6,5; Baez 6,5 Mungo 5,5 (27’st Bruccini 6) Palmiero 6 Garritano 5,5 (24’st Sciaudone 5,5) D’Orazio 6; Tutino 5,5 Maniero 5 (10’st Litteri 5,5). A disposizione: Saracco, Izco, Sueva, Schetino, Misuri, Hristov, Bittante. All. Braglia 5,5

Arbitro: Maggioni di Lecco 6

Leali 6,5 – Non è la serata degli straordinari, ma un clean sheet a Foggia è sempre un caso raro. Nessun prodigio, ma con tanti palloni che giungono dalle corsie, il pericolo è sempre dietro l’angolo. Lui regge e tiene serrata la porta. Che per la seconda volta dal suo arrivo resta inviolata.

Martinelli 6 – Tanti, troppi errori anche banali in fase di appoggio e non solo. Cresce nella ripresa, contenendo e contenendosi nell’assalto finale.

Billong 6,5 – Poche sbavature nel primo tempo, che coincidono con gli sbandamenti di un po’ tutta la squadra. Poi prende le misure, comandando il reparto con autorità e attenzione. E poco male se i piedi non sono proprio quelli di un centrocampista.

Ranieri 6 – Gara dai due volti. E quello del secondo tempo, quando piazza due tre chiusure notevoli, è il migliore. Ma nel primo lascia delle autentiche praterie, con tanto di chiusura “assassina” che origina il quasi gol di Mungo.

Zambelli 6 – Per essere uno che non giocava da un mese, tiene bene il campo. Certe sofferenze gli vanno abbuonate. Anche perché il Cosenza da quella parte affonda, ma non sfonda.

Agnelli 6,5 – La presenza di Greco lo svincola dai compiti di impostazione, e può fare il lavoro che più gli piace. Corre e rincorre, randella e rilancia. Si prende un giallo per rimediare a un errore di Galano, che poi va anche ad abbracciare e spronare. Il suo “dialogo” con il manto dello Zaccheria è l’istantanea più bella della serata.

Greco 5 – “Acciaccatello” per dirla alla Padalino. E infatti va più lento del solito, anche di pensiero. Troppi indugi con il pallone al piede, quando sarebbe più opportuno agevolarne la circolazione. Va detto che con gli scarsissimi movimenti dei compagni, il compito non è così semplice (25’st Ngawa 6 – Si piazza sulla sinistra, perché serve qualcuno che dia manforte a Ranieri. I suoi 25 minuti, recupero incluso, sono preziosi).

Kragl 6,5 – Gira e rigira, c’è sempre il suo zampino. La punizione che beffa Dermaku, la calcia lui. Un lancio alla “carlona” manda in porta Iemmello. Sarebbe assist se il “Re” non ciabattasse.

Galano 4,5 – Parte molto centrale, tanto da pestarsi i piedi con Chiaretti, poi finalmente si risistema sull’out di destra. Dove semina poco e raccoglie ancor meno. Un lancio per Iemmello l’unica cosa decente di una prestazione davvero brutta. E i fischi di una frangia di Zaccheria, comunque coperti dagli applausi del resto dello stadio, che ne accompagnano l’uscita dal campo, sono una impietosa conferma (18’st Marcucci 6 – Ha ragione Padalino: non è proprio la partita giusta per formulare giudizi netti. Ma la personalità con la quale gestisce il suo primo pallone in mezzo a due avversari, e con la quale si va a piazzare in cabina di regia dopo l’uscita di Greco, è innegabile).

Chiaretti 5 – A differenza di Galano ci sono i chilometri percorsi, le rincorse agli avversari, lo spirito di sacrificio nei momenti più cupi della partita. Ma si dà il caso che lui sia un fantasista, che di fantasia e qualità ne porta davvero poca (36’st Mazzeo s.v.).

Iemmello 5,5 – Quella di ieri è la classica partita che un attaccante non vorrebbe mai giocare. Quella in cui devi batterti e sbatterti, senza toccare chissà quante volte il pallone. Frustrante per un bomber. Un solo pallone nel primo tempo (diagonale da posizione defilata, respinto da Perina). Altri due le riceve nella ripresa, ma li gestisce come peggio non potrebbe

All. Padalino 6,5 – La sblocca e la porta a casa con la difesa e la sofferenza. Come accadde a Carpi, come non è accaduto con Pescara e Padova. Ora la sua squadra ha una settimana abbondante per recuperare infortunati, squalificati e preparare la gara con il Lecce. Non una sfida comune, e nemmeno una partita così semplice. Ma servirà un cambio di marcia nella prestazione della squadra e dei singoli.

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