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Cremonese-Foggia 1-0: le pagelle dei rossoneri

Leali si arrende nel finale, ma è l’unico a dimostrare di valere la B. Male la coppia Loiacono-Martinelli, malissimo Mazzeo. E quei cambi di Grassadonia che fotografano alla perfezione il pomeriggio di Cremona e l’intera stagione

È finita con il volto distrutto di un inconsolabile Leali. Crollato sul più bello, lui che per novanta minuti aveva scongiurato il crollo di un’intera squadra. Lui che già a Pasquetta aveva tenuto in piedi la baracca. Lui che da gennaio ha dimostrato di essere all’altezza della categoria. Lui. Non gli altri. A Cremona si è consumata la resa di una squadra vuota, nelle idee e nelle motivazioni. Lo zero alla voce dei tiri in porta racconta alla perfezione quello che (non) è accaduto allo ‘Zini’, e rende piuttosto stonate le parole nel post partita del tecnico Grassadonia.

Perché se il Foggia ha davvero dato l’anima come ha dichiarato, anche ai più stolti sorgerebbe il dubbio sulla reale esistenza di un’anima nella squadra. A Cremona si è vista una replica della gara di Lecce, una squadra incapace di andare oltre il più banale dei fraseggi a metà campo, come se in palio non ci fosse nulla. Difficile darsi spiegazioni: ci si aspettava una reazione dopo il pari col Livorno, anche in virtù dell’ennesimo “regalo” delle dirette concorrenti. Tutti si sarebbero aspettati come minimo una squadra aggressiva come quella vista a Brescia, o propositiva come quella di Venezia e del primo tempo col Livorno.

Invece quel secondo tempo di lunedì scorso sembra aver idealmente spezzato le gambe alla squadra. Che allo ‘Zini’ si è presentato con l’atteggiamento di chi è lì perché deve. Un peccato per gli oltre mille tifosi che neppure questa volta hanno rinunciato a sostenere la squadra. Distanze lunghissime coperte in nome di una fede, che ancora una volta non ha trovato la giusta riconoscenza sul campo.

Alla fine del campionato mancano 4 partite, 12 punti in palio. Il Crotone, sestultimo, ha 6 lunghezze (che in teoria diventano 7 per la classifica avulsa) di vantaggio sul Foggia. Una distanza che a questo punto è da considerarsi incolmabile. Anche perché, dopo la partita di ieri, si fa fatica a essere ottimisti anche parlando di lotta per un posto nei playout. Mercoledì con la Salernitana, la resa dei conti. La stessa Salernitana che 21 anni fa condannò i rossoneri alla serie C. L’auspicio è che l’esito sia diverso. Possibile, purché la squadra dia l’anima, stavolta per davvero.

CREMONESE (3-5-2) Agazzi 6; Caracciolo 6,5 Claiton 6,5 (40’st Strizzolo s.v.) Terranova 6; Mogos 6,5 Arini 6,5 Croce s.v. (7’pt Soddimo 5,5) Castrovilli 6,5, Renzetti 6; Piccolo 5,5 (24’st Carretta 6) Montalto 5,5. A disposizione: Ravaglia, Volpe, Rondanini, Migliore, Castagnetti, Strefezza, Del Fabro, Emmers, Boultam. All. Rastelli 6,5

FOGGIA (3-5-2) Leali 5; Loiacono 5,5 Martinelli 4,5 Ranieri 5,5; Gerbo 5 Busellato 5,5 (47’st Chiaretti s.v.) Greco 5 Cicerelli 5,5 (46’st Boldor s.v.) Kragl 5,5; Mazzeo 4,5 (31’st Iemmello 5,5) Matarese 5. A disposizione: De Stasio, Noppert, Agnelli, Arena, Iemmello, Ngawa, Galano, Cavallini, Boldor, Sonnini, Di Masi. All. Grassadonia 4,5

Arbitro: Dionisi dell’Aquila 5,5

Leali 5 – Cade sul più bello, o sul più brutto che dir si voglia. Meriterebbe comunque un voto alto per la costanza di rendimento, perché è l’unico davvero a mantenere un livello di rendimento elevato. Anche ieri, prima della papera finale, sbarra la strada ai grigiorossi in almeno tre occasioni.

Loiacono 5,5 – Con un mezzo salvataggio rimedia ad alcuni assopimenti inconcepibili. Ma si resta nel limbo della mediocrità.

Martinelli 4,5 – A fine primo tempo cincischia e per poco non regala il gol a Piccolo. La classica “martinellata”, puntuale come una fuga al bagno dopo aver assunto dieci gocce di lassativo.

Ranieri 5,5 – Una mano galeotta che gode della clemenza di Dionisi. Non è responsabile di alcun disastro, ma la modestia della prestazione coinvolge un po’ tutto il gruppo.  

Gerbo 5 – Un paio di tiracci dal limite, puntualmente murati. Sui cross non è il caso di esprimersi.

Busellato 5,5 – Forse uno dei pochi, se non altro, a tentare di uscire dal letargo. Ma a un buon imbianchino non si può chiedere di restaurare un affresco di Michelangelo (47’st Chiaretti s.v.).

Greco 5 – Lento, deconcentrato, fuori partita. Quasi a voler rassicurare la sua ex squadra sulla bontà della sua cessione.

Cicerelli 5,5 – Per un po’ tenta di ripetere la bella prova di Pasquetta. Ma a lui si chiedono delle giocate da mezzala. Ieri sarebbe servito qualche miracolo (46’st Boldor s.v.)

Kragl 5,5 – Anche il tedesco sembra vittima di un incantesimo. Giocate scolastiche (ma non da primo della classe), qualche tiro insensato, e un paio di fughe dall’esito infelice. Si fa vedere di più in fase difensiva. Se cede pure il tedesco, stiamo freschi.

Mazzeo 4,5 – Sfiora il gol ben imbeccato di Matarese. Ma era partito in offside (segnalato dall’assistente), tanto per cambiare. È l’unico evento che segnali la sua presenza in campo, dopo la punizione dal limite concessagli da Kragl, e spedita fuori (31’st Iemmello 5,5 – Combina poco, ma è difficile chiedergli qualcosa di più in un quarto d’ora, e con una squadra totalmente incapace di produrre gioco).

Matarese 5 – Anche lui si immalinconisce quasi subito. Le buone intenzioni non trovano il conforto della concretezza, e neppure l’assistenza dei compagni.

All. Grassadonia 4,5 – Parecchi passi indietro. Una resa inequivocabile e inspiegabile nell’atteggiamento e nell’assoluta mancanza di contromisure a gara in corso. Nel finale rispolvera Boldor per Cicerelli, a difesa di un inutile 0-0 che comunque non riesce a portare a casa. Ma la soddisfazione e l’ottimismo palesati nel post gara, forse, sono ancora più inconcepibili di quanto accaduto in campo.

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