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Martedì, 23 Aprile 2024
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Galano gela la sua Foggia al 92esimo, il Bari vince il derby e torna in vetta

Una rete a tempo scaduto del fantasista foggiano decide un derby bruttino, ma equilibrato. Rossoneri sempre in partita, fino all’espulsione di Coletti per doppia ammonizione

Un gol allo scadere bello da raccontare per chi vince, terribile da digerire per gli sconfitti. Le beccate del galletto hanno avuto la meglio sul tridente un po’ spuntato dei satanelli, comunque volenterosi e in partita fino alla fine. Forse sarebbe dietrologico pensare a cosa sarebbe stato senza l’espulsione di Coletti. Resta però da incensare la prestazione, comunque gagliarda, della squadra di Stroppa. Insomma, una sconfitta dignitosa, che nel campo dell’attuale capolista, può pure starci. Anche se le modalità fanno male. 

PRIMO TEMPO – E’ la Serie B, ma non si nota. E’ festa al San Nicola, per un evento che mancava da vent’anni: e la nord tira fuori una coreografia degna delle grandi occasioni, mentre i tifosi foggiani scaldano le corde vocali per farsi sentire, nonostante l’inferiorità numerica. C’è entusiasmo e tensione, come testimoniano le due squadre, che nel primo tempo sembrano due pugili in fase di studio, che non vanno oltre tenere scaramucce. Il Foggia c’è, senza timori reverenziali, né mostrando la frustrazione che le numerose assenze un po’ legittimerebbero. Pochi spazi, dove si intensifica il traffico dei due schieramenti, quasi speculari. Grosso avanza Tello per sporcare i pensieri di Vacca, che infatti metterà in fila tre errori potenzialmente letali. Petriccione resta più bloccato accanto a Basha. Galano prova ad accendersi abbandonando presto il versante destro, cercando gloria per vie centrali, ma gli spazi sono assai ridotti. Perché per una volta il Foggia riesce a restare stretto, a mantenere serrate le linee tra i reparti. Beretta da solo è bravo a tenere sull’attenti sia Tonucci che Gyomber, mentre Fedato in qualche occasione qualche fastidio a Fiamozzi lo dà. Meno invece di quanto faccia Calderini dall’altra parte, anche se la diligenza dell’ex Fondi è sufficiente come zavorra per Anderson. A livello di occasioni, meglio il Bari (che mette a referto anche un palo di Improta sugli sviluppi di un corner e altre due conclusioni insidiose, contro un colpo di testa di Beretta), ma a livello di gioco lo zero a zero è la perfetta fotografia di quanto visto nei primi 45’. 

SECONDO TEMPO – Una partenza veemente dei rossoneri, che conquistano tre angoli consecutivi in avvio, sorprende non poco l’undici di Grosso, che nei primi 10’ sembra quasi barcollare. Al Foggia, tuttavia, manca il famoso istinto del killer per mandare definitivamente al tappeto gli avversari. Il grande lavoro che Beretta produce in avanti meriterebbe ben altra assistenza. La risposta di Grosso si chiama Brienza, che si sistema sulla trequarti, con Tello che arretra nei due della mediana e Basha che si accomoda in panchina. Prima mossa vincente, perché l’ex rossonero, al di là dell’età non più verde, tra le linee ci sa fare sempre. Galano lo pesca subito con un cioccolatino, che finirebbe nel sacco se il dieci barese potesse usare il suo mancno. Il Bari si desta, schiacciando il Foggia nella propria metà campo, anche perché tra i satanelli qualcuno (Agnelli su tutti) comincia ad accusare il peso della lunga inattività. Con l'ìnnesto di Fedele Stroppa ridona forza alla mediana, ma il paragone è impietoso rispetto alle soluzioni dalla panchina a disposizione del collega barese. Floro Flores e Nenè farebbero assai comodo al tecnico brianzolo, che invece può solo giocarsi la carta Chiricò, nella speranza di pescare la giusta ripartenza. L'equilibrio resta intatto, almeno finché Coletti non si fa cacciare per doppia ammonizione, dando il via al logico forcing dei galletti, e costringendo Stroppa a forzare l'ultimo cambio, richiamando Fedato e colmando il buco in difesa con Empereur. Il resto è storia: il Foggia resiste fino all'errore della difesa che spiana la strada al gol di Galano, che non esulta, ma fa impazzire il 'San Nicola', di nuovo in festa contro i cugini foggiani dopo 22 anni. Per il Foggia tanto onore. Peccato che non porti punti. 

BARI (4-3-3) Micai; Anderson, Tonucci, Gyomber, Fiamozzi (44’st Nenè); Tello, Basha (13’st Brienza), Petriccione; Galano, Cissé (25’st Floro Flores), Improta. A disposizione: De Lucia, Conti, Capradossi, Sabelli, D’Elia, Cassani, Salzano, Iocolano, Diakhite. All. Grosso 

FOGGIA (4-3-3) Tarolli; Loiacono, Camporese, Coletti, Celli; Agnelli (29’st Fedele), Vacca, Gerbo; Fedato (36’st Empereur), Beretta, Calderini (27’st Chiricò). Sanchez, Sarri, Lodesani, Figliomeni, Empereur, Martinelli, Rubin, Floriano, Ramè, Fedele. All. Stroppa 

Arbitro: La Penna di Roma

Marcatori: 47’st Galano (B) 

Ammoniti: Gerbo (F), Tello (B), Loiacono (F), Tonucci (B), Coletti (F)

Espulsi: 35’st Coletti (F) per doppia ammonizione    

Note: Totale spettatori 33.547 (8.581 abbonati, 24.986 paganti)

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