Cucchi racconta 'La Partita del Secolo' e incensa Zemanlandia: "Vedere giocare quel Foggia era spettacolare"
Una delle più autorevoli voci di ‘Tutto il calcio minuto per minuto’ ha ripercorso quella semifinale del primo mondiale televisivo della storia, tracciando i profili dei principali protagonisti, e riuscendo a conferire spunti inediti alla partita più conosciuta di sempre
L’hanno definita “La partita del secolo”, sulla scia di una targa affissa all’esterno dello stadio ‘Azteca’, teatro di un match emozionante e drammatico. “Non la più bella partita di sempre”, come ha dichiarato Riccardo Cucchi, ma senza dubbio “la più appassionante”
Una delle più autorevoli voci di ‘Tutto il calcio minuto per minuto’ ha ripercorso quella semifinale del primo mondiale televisivo della storia, tracciando i profili dei principali protagonisti (da Albertosi a Riva, passando per Burgnich, Facchetti, Mazzola, Rivera e Boninsegna, ma anche i tedeschi Schnellinger, Beckenbauer e Muller), e riuscendo a conferire spunti inediti alla partita più conosciuta del mondo.
La celebrazione dei “venditori di sogni”, visti con gli occhi di un adolescente – quale era Cucchi nel 1970 – che sognava di diventare un calciatore, ma che di lì a poco sarebbe diventato uno dei più grandi narratori, sulla scia di Martellini e Ameri, i “due Omero” che ebbero il privilegio di raccontare quella partita.
“Non ho mai smesso di stare appresso ai venditori di sogni, in realtà. Perché inseguendo i sogni, anche i miei, sono arrivato a viverli. Non su un campo come avrei desiderato da ragazzino, ma con gli occhi e la voce. Per regalare ancora emozioni a chi era in ascolto. Per raccontare quegli eroi del pallone capaci di farci sussultare come bambini”, scrive Cucchi nelle pagine finali del suo libro. E fu proprio la sua voce a narrare 36 anni dopo, un’altra semifinale mondiale vinta ai supplementari contro i tedeschi, prima della epica finale vinta contro la Francia.
Cucchi è stato il primo ospite della nuova edizione del 'Foggia Festival Sport Story', rassegna ideata da Filippo Santigliano e organizzata da Fondazione Monti Uniti, libreria Ubik e Piccola Compagnia impertinente. A Cucchi è stato anche consegnato il "Premio il racconto dello sport".
"Il rispetto è stato il primo valore insegnatomi. Il microfono, strumento per raccontare ciò che vediamo, ma è fondamentale utilizzarlo rispettando gli ascoltatori, le loro sensibilità, le loro passioni e rispettandoli per lealtà. Chi ascolta non ha immagini per verificare, deve potersi fidare della voce che racconta. Quindi, è fondamentale che ci sia rispetto per chi ascolta e soprattutto che sia un rispetto basato sulla lealtà".
Ai microfoni di FoggiaToday, il giornalista si è anche concesso una digressione sul Foggia di Zdenek Zeman, peraltra citata nel libro, come una delle squadre capaci di produrre un calcio innovativo: "È stato meraviglioso essere a Foggia in quegli anni. Veder giocare quel Foggia era spettacolare. Il movimento continuo dei calciatori rendeva difficile anche per noi interpretare e capire i calciatori. Era complicato collocarli in una zona fissa. Quel Foggia era una sorta di tourbillon dove ognuno faceva altro oltre a ciò che caratterizzava il ruolo nel quale era stato inserito in squadra. La grande novità di Zeman è stata rendere ogni singolo giocatore un interprete universale del ruolo, questo è stato straordinario per l'epoca".