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Sabato, 20 Aprile 2024
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Verso Reggio, Stroppa: “Momento non eccezionale, ma perché tanta negatività?”

Il tecnico rossonero nella conferenza stampa della vigilia fa il punto sul momento rossonero, tra assenze (ben sei tra squalifiche e infortuni) e stato d’animo della squadra: “Ho vissuto la Serie A, ma anche la serie C senza soldi. Ora c’è tutto per far bene”

"Perché?" Un interrogativo diventato famoso (nella sua versione ispanica) in una delle tante interviste-show di Jose Mourinho. Era l’aprile del 2011 e il Real Madrid aveva appena perso 2-0 in casa nella semifinale di Champions contro il Barcellona.

Dal Bernabeu si giunge allo Zaccheria, un’altra conferenza stampa – stavolta alla vigilia di un match –, un altro protagonista (mister Stroppa), e un altro pesante ‘Perché’ a chiudere l’incontro con i giornalisti. Un interrogativo dalla portata mediatica imparagonabile a quella dello Special One, eppure quella di oggi è in qualche modo catalogabile come la conferenza stampa più intensa di mister Stroppa.

Parla col cuore in mano il tecnico rossonero, nel cercare di spiegare e spiegarsi perché ci sia tanta negatività attorno alla squadra, che pure resta a -2 dal primo posto e con una sola sconfitta all’attivo. “Io questa maglia la sento addosso. E non lo dico per ruffianeria, ma perché ho vissuto qui momenti belli e brutti. Ho vissuto la serie A con una grande spiensieratezza, quando andavamo in tutti i campi a dettar legge, e la serie C quando non c’erano soldi per far nulla. Adesso ci sono i numeri, c’è una società solida e con disponibilità economica, c’è la squadra che è forte, ci sono i tifosi che sono uno spettacolo, c’è tutto perché si viva con entusiasmo. Ma perché? Perché questa negatività?”

Un’atmosfera che finisce per incidere i giocatori: “Dispiace per questo malessere generale, la squadra deve essere ovattata, e sfuggire a questo clima”. L’umore non è dei migliori, lo testimonia anche il vertice alla Tamma tenutosi nel post gara con la proprietà con giocatori e staff tecnico: “In realtà volevo che andassero solo i giocatori, perché si sentissero più liberi di esprimersi – precisa il tecnico rossonero –, ma la dirigenza mi ha invitato a partecipare. Si è fatto il punto sul momento, e sulle cose da migliorare”. Insomma, ancor più di prima bisogna far quadrato, e mettere al bando il chiacchiericcio e i mugugni degli insoddisfatti di mestiere.

La prima chance per riscattare il mezzo passo falso con la Casertana arriva a Reggio Calabria. Occasione per un altro déjà-vu, visto che ad allenare i calabresi c’è Karel Zeman, figlio di Zdenek, mentore di Stroppa: “Che sensazione mi dà giocare contro di lui? È strano, ma fa piacere. Ora sono un po’ in difficoltà (quattro sconfitte e tre pareggi nelle ultime sette gare, ndr), ma hanno avuto un ottimo inizio. È un ragazzo eccezionale, e sta facendo comunque un buon lavoro perché ha dato identità alla sua squadra”. Diciassette punti separano la Reggina dal Foggia, eppure Stroppa non si fida: “Sembra che giochino con spensieratezza. È una squadra frizzante, giovane, e con qualche elemento di esperienza e qualità come Coralli, che è un punto di riferimento”.

Capitolo assenze, la squadra vive forse il momento più delicato, senza grosse alternative e con tre gare in sette giorni alle porte, perché dopo Reggio, ci sarà il Fondi allo Zaccheria martedì 6 e il Melfi sabato 10. E ai lungodegenti Mazzeo ed Empereur, si sono aggiunti l’infortunato Agazzi (“Strano che abbia finito bene la partita e poi il giorno dopo abbia accusato un problema agli adduttori”) e i tre squalificati Gerbo, Loiacono e Padovan: “Siamo decimati, giocherà chi sta meglio e poi domenica faremo la conta in vista di martedì. Per fortuna due uomini li recupereremo”. E sulle espulsioni figlie del nervosismo ribadisce la sua estrema contrarietà: “Posso accettare le espulsioni di gioco, non quelle per proteste o come quella di Padovan”.

La parola dunque passa al campo, dove la squadra dovrà dare le giuste risposte, e magari fare passi in avanti nel processo di maturazione che non sembra ancora concluso: “In tutte le gare le occasioni avute dai nostri avversari sono nate da errori nostri. Ci siamo spesso fatti male da soli. Ai miei giocatori ho chiesto quello che chiedo sempre, compattezza, equilibrio, perfezione delle letture”. E poi la cattiveria agonistica: “A parità di atteggiamento, vengono fuori i valori tecnici, e così aumentano le possibilità di vittorie”. Insomma, la vittoria resta l’unica soluzione ai problemi, l’unica risposta per soffocare la negatività. 

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