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Il Foggia sogna con Mazzeo, poi crolla in 10 nell'ultimo quarto d'ora: al 'Tardini' vince il Parma 3-1

Secondo k.o. esterno consecutivo per i rossoneri che non riescono a ripetere il 'miracolo' di Novara. Rimasti in dieci per il rosso a Loiacono, i rossoneri la sbloccano con Mazzeo e sfiorano il raddoppio con Kragl. Nella ripresa la rimonta gialloblu

E’ andata male, come la tradizione suggerisce, come le contingenze della gara di oggi lasciavano presupporre. Il Foggia di Stroppa regge per quasi 75’, in vantaggio di un gol seppur con un uomo in meno per l’espulsione di Loiacono rimediata al 13’ del primo tempo. A quel punto si era ancora sullo zero a zero: tuttavia il Foggia ha tenuto testa, segnato il gol del vantaggio e sfiorato clamorosamente il raddoppio. Che cosa sarebbe accaduto se quel siluro di Kragl fosse esploso in fondo al sacco, piuttosto che maltrattare la traversa di Frattali, non è possibile dirlo. Senza dubbio, però, il Parma avrebbe dovuto faticare un po’ di più per portare a casa i tre punti, costruiti e ottenuti solo nell’ultimo quarto d’ora di gara.

PRIMO TEMPO – Non si può non dirottare l’attenzione a quello che accade al 13’. Un lancio dalle retrovie che sorprende la difesa rossonera, e Loiacono che affossa Ceravolo lanciato verso la porta. E’ fallo, e automaticamente rosso. Il Foggia rivede i fantasmi di Novara, sognando nel contempo di bissare l’impresa. Non è semplice, anche perché la batteria di attaccanti di cui dispone D’Aversa è di quelle che contano. Eppure è il Foggia ad andare avanti: una punizione di Kragl, la barriera che respinge, Agnelli che ci prova, il palo e la schiena di Frattali che accomodano la palla per il tap in di Mazzeo. E’ gol, ed è anche meritato. Il Foggia legittima il vantaggio, non lasciando neppure l’impressione che l’inferiorità numerica possa pesare. Con il 4-3-2 che ridisegna Stroppa, in cui Nicastro e Mazzeo lavorano in verticale, per cercare di prendere alle spalle i due centrali parmensi, e di dar manforte quando serve alla mediana, il Foggia riesce a tenere bene il campo, superare gli avversari sul piano del gioco e del possesso. Alla fine del primo tempo i numeri parlano chiaro: 5 tiri nello specchio per i rossoneri, 2 soli per il Parma, e neanche pericolosi. Più pericoloso è sicuramente il missile che dalla stazione spaziale Kragl sfonda la traversa di Frattali. Traversa benedetta, e alla quale i parmensi rivolgeranno qualche preghiera supplementare. Alla fine del primo tempo il risultato premia la squadra migliore. Abile nel palleggio, ben messa in campo, che comanda il gioco, contro una squadra incapace di sfruttare l’ingente potenziale tecnico. Il Vacca versione emiliana assomiglia tanto alla versione pallida e del tutto inconcludente ‘ammirata’ nei primi sei mesi in rossonero di questa stagione. Il resto è frutto di iniziative estemporanee.

SECONDO TEMPO – D’Aversa tira fuori Di Gaudio per inserire Calaiò. Subito la mossa del doppio centravanti, per tenere sotto pressione la retroguardia rossonera, e magari cercare il gol anche su qualche palla sporca. Qui, forse, si consuma il primo momento chiave del match: perché Stroppa quasi subito rinuncia a Nicastro, inserendo Martinelli. Una scelta (poi sconfessata nel finale) che assunse anche Novara e che paradossalmente avvantaggia i ducali. Il Foggia non tiene più il pallone, anche perché Mazzeo né ha le caratteristiche per fare da centroboa, né dispone della necessaria freschezza atletica. E così si assiste a un arretramento dei rossoneri, aumentato anche nel momento in cui D’Aversa passa a un superoffensivo 4-2-3-1 rinunciando a un mediocre Vacca per il più offensivo e incisivo Baraye. La mossa Duamel per Deli, non risolve la situazione. Il francese perde praticamente tutti i duelli, mentre il resto della squadra fatica ad accompagnare le sempre più rare opportunità di ripartire. Il Parma, invece, spinge e alla fine trova il gol. Anche con la complicità di una difesa rossonera malposizionata (Gerbo tiene in gioco Siligardi sulla destra) e di un Guarna che respinge sui piedi di Calaiò il traversone basso dell’esterno gialloblu. L’attaccante ha il tempo di girarsi e segnare. Manca ancora troppo tempo, sufficiente alla squadra di D’Aversa per convertire una tremenda sconfitta in una vittoria esaltante. Siligardi realizza il tap in su un’altra respinta di Guarna non irreprensibile. Scenario pressoché identico a un passo dal 90’ quando è invece Ceravolo a correggere in rete. Vince il Parma, grazie soprattutto alle copiose risorse offensive e agli episodi favorevoli, più che per una oggettiva superiorità tattica. Ed è questo aspetto a dover moderare la delusione dei foggiani e stemperare l’entusiasmo di D’Aversa e i suoi.

PARMA (4-3-3) Frattali; Gazzola, Di Cesare, Lucarelli (34’st Anastasio), Gagliolo; Dezi, Vacca (19’st Baraye), Scavone; Siligardi, Ceravolo, Di Gaudio (1’st Calaiò). A disposizione: Nardi, Mazzocchi, Frediani, Barillà, Serralta, Dini. All. D’Aversa

FOGGIA (3-5-2) Guarna; Tonucci, Camporese, Loiacono; Gerbo (43’st Floriano), Agnelli, Greco, Deli (23’st Duhamel), Kragl; Nicastro (9’st Martinelli), Mazzeo. A disposizione: Noppert, Figliomeni, Fedato, Beretta, Martinelli, Noppert, Rubin, Agazzi, Floriano, Ramè, Scaglia, Calabresi. All. Stroppa

Arbitro: Baroni di Firenze

Marcatori: 24’pt Mazzeo (F), 28’st Calaiò (P), 36’st Siligardi (P), 44’st Ceravolo (P)

Ammoniti: Gazzola (P), Tonucci (F), Baraye (P), Siligardi (P)

Espulsi: 13’pt Loiacono (F) per interruzione di chiara occasione da gol

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