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Peruggini trionfa ancora: con la sua Ferrari 458 il pilota foggiano vince al Nevegal

La bella vittoria al Nevegal di Lucio Peruggini e della sua Ferrari 458 del team AF Corse

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Una vittoria azzannata con grinta e determinazione dal bicampione italiano GT, che ci racconta sensazioni e perplessità della prima crono 2018. Facile no, travagliata abbastanza. Si potrebbe sostanziare in queste due eloquenti perifrasi, la bella vittoria al Nevegal di Lucio Peruggini e della sua Ferrari 458 del team AF Corse, che pur con proporzioni meno ampie rispetto ad altre uscite, ribadiscono la loro competitività di riferimento fra le Coupé di griffe destinate alle salite.

Il driver foggiano aveva scarrellato 28 manche vincenti in sequenza nella doppia annata precedente, ma il debutto veneto si è da subito palesato complesso, a causa della sconoscenza totale del percorso bellunese, nel database mentale del pilota in rosso. La sua analisi, restituisce le insidie mostratesi già alla vigilia: “Ho provato la strada con un pacioso cross over, ma anche se l’avessi testata con una supercar di serie, comunque non avrei decifrato la vera fisionomia della sagoma stradale. Solo la vettura da corsa infatti, ti trasferisce determinate reazioni al volante per le imperfezioni del manto, per cui alla vigilia di una prima volta in una corsa, puoi solo memorizzare la sequenza delle curve, ma senza decifrare tutti i segreti e le astuzie che invece maturi nelle partecipazioni alle edizioni successive, di una stessa salita. Il tracciato del Nevegal non è difficilissimo da imparare, ma è paradossalmente meno semplice di quanto appaia a primo impatto. Alla fine della prima manche, ho deciso di prendermi rischi per provare a tornare al top nella seconda sessione e tenendo il piede giù in alcuni settori molto veloci, ho centrato l’obiettivo. Francamente sono perplesso per alcuni aspetti inerenti la sicurezza, perché quando ti vedi curvoni in appoggio privi di qualunque barriera deformabile che ti protegga da un eventuale urto con la roccia scoperta, resti un pò male. Ognuno di noi è ben consapevole dei rischi, ma ribadisco che a volte basterebbe fasciare con le gomme certe zone, per essere più cautelati. Parlando con un veterano vincente come Rosario Iaquinta, che di gare ne ha vinte parecchie e di esperienza ne ha da vendere, mi diceva che fosse molto stupito dalla difficoltà di gestire al limite una pesante GT, che sviluppa molta velocità ma non ha la reattività nei cambi di direzione e l’incisività in frenata, delle barchette sport. Per dire che andare forte con le gran turismo in salita, non è affare per nulla semplice. Sono contento di questo primo risultato positivo, cercheremo di ripeterci nella prossima”.

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