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Livorno-Foggia 3-1: le pagelle dei rossoneri

Ranieri e Loiacono strappano la sufficienza. Malissimo Deli e Galano, Kragl irriconoscibile. Disastro Bizzarri

17 punti senza penalizzazione, che comunque non porterebbero oltre il tredicesimo posto. Difficile parlare di bicchiere mezzo pieno, e non c’è bisogno di essere in malafede per sostenere che quanto fin qui visto, quanto fin qui fatto dal Foggia, può essere giustificato fino a un certo punto, e accettato ancor meno. Non è il caso di fare processi, perché quando una squadra costruita per provare a occupare uno dei 6 posti disponibili per i playoff, si ritrova all’ultimo posto dopo aver messo in serie 7 gare senza vincere e due pesanti sconfitte contro squadre mediocri come Cosenza e Livorno, le colpe vanno distribuite equamente. A pagare, per ora, sarà solo l’allenatore, come la tradizione calcistica insegna, ma sarebbero in tanti a finire sul banco degli imputati, dalla dirigenza ai calciatori. Fortuna che almeno le avversarie non sono ancora scappate, e tempo per uscire dalla zona rossa ce n’è e ce ne sarà (per dirla alla Ligabue). Ma ora non è più tempo degli esperimenti, servono scelte oculate, ponderate. Nember è chiamato a un compito non semplice, anche perché venerdì sera allo Zaccheria arriverà la Cremonese.  

       
LIVORNO (3-4-1-2) Mazzoni 6,5; Di Gennaro 6 Dainelli 6,5 Bogdan 6; Valiani 6 Luci 7 (37’st Porcino 6) Agazzi 6,5 Fazzi 6; Diamanti 7,5; Canessa 6 (25’st Bruno 6,5) Raicevic 6 (14’st Murilo 6). A disposizione: Zima, Romboli, Gasbarro, Maicon, Iapichino, Gonnelli, Gemmi, Maiorino. All. Breda 7
FOGGIA (4-3-3) Bizzarri 4; Martinelli 5,5 Camporese 5,5 (25’st Loiacono 6) Ranieri 6 Kragl 5; Gerbo 5 (16’st Mazzeo 5) Agnelli 5,5 Deli 4; Galano 4 Iemmello 5,5 Cicerelli 5,5. A disposizione: Boppert, Boldor, Tonucci, Rubin, Zambelli, Arena, Carraro, Gori. All. Grassadonia 4
Arbitro: Sacchi di Macerata 6

Bizzarri 4 – Diamanti è il classico mancino al quale il piede destro serve solo per una corretta deambulazione. E infatti la conclusione è parabilissima. Ma Bizzarri riesce a farsi bucare con una reattività da giocatore di movimento adattato a portiere nelle partitelle del giovedì. Si salva in tempo quando Diamanti prova a beffarlo da centrocampo. Poi a inizio ripresa compie un prodigio da grande portiere, prima di farsi uccellare ancora sulla parabola strana, ma non impossibile del fantasista toscano. Un disastro. 
Martinelli 5,5 – La sua gara da terzino dura poco, l’infortunio di Camporese gli restituisce il centro della difesa. Dove si balla e alla grande. Ma i disastri li fanno altri. 
Camporese 5,5 – Sovrastato sulla palla aerea dalla quale scaturisce il primo vantaggio di Diamanti. Poi lo scontro, il ginocchio che fa una torsione innaturale, il dolore, il congedo in barella. E, probabilmente, un lungo stop che potrebbe pregiudicarne il resto della stagione (25’st Loiacono 6 – Segna subito dopo il suo ingresso. Potrebbe essere l’abbrivio di un’altra partita. Invece resterà l’unico momento di gioia di un pomeriggio da dimenticare in fretta). 
Ranieri 6 – Per una volta perde anche lui le certezze. Sul primo gol di Diamanti non gli concede il sinistro, ma il gol viene fuori ugualmente. Anticipato a inizio ripresa da Raicevic, che per poco non fa gol. Sul 2-1 si inventa una percussione alla Lucio, chiusa con un bel sinistro, ma Mazzoni non fa il Bizzarri. 
Kragl 5 – Imbarazzante la tenera marcatura su Diamanti a inizio gara. Resta bloccato nella sua nuova posizione senza proporsi quasi mai. Mette lo zampino sul gol di Loiacono, essendo lui a calciare la punizione da cui si origina tutto. Ma lui, come tanti, è quasi irriconoscibile. Nel suo caso, però, la causa sembra essere più di natura tattica. 
Gerbo 5 – Stavolta l’impegno non basta. Tanti errori in appoggio, scarso filtro. Ma non gli si può chiedere sempre di cantare e portare la croce (16’st Mazzeo 5 – Mezz’ora per lui, al piccolo trotto, con lo stesso entusiasmo che avrebbe un bambino nel guardare una soap opera in luogo di una partita alla play. Il modo in cui si fa sottrarre la sfera nell’azione che conduce al 3-1 lo testimonia). 
Agnelli 5,5 – Ha difeso sempre il tecnico, con le parole e i fatti. Anche ieri, tra gli ultimi ad arrendersi, tra i pochi, se non il solo, a dare un senso alla propria giornata. Ma per lui vale lo stesso discorso fatto per Gerbo. 
Deli 4 – La fama di eterno incompiuto lo precede. L’attuale ruolo, poi, non ne agevola la crescita. Ne censura le fughe da incursore, e denuncia le carenze in fase difensiva. E poi c’è quell’indolenza che ne aggrava la prestazione. 
Galano 4 – Stavolta gioca nella sua posizione. Stecca ancora, dando la sensazione di essere con la testa altrove. Atteggiamento difficile da accettare. 
Iemmello 5,5 – L’assist a Loiacono unico squillo di un pomeriggio buio. Di certo non può sempre venire a centrocampo per prendersi il pallone. 
Cicerelli 5,5 – A sinistra nel tridente. Ennesimo ruolo confezionatogli da Grassadonia. Scolastico fin troppo, ma meno osceno rispetto ai compagni. Potrebbe pareggiarla subito, ma di sinistro fa il solletico a Mazzoni.
All. Grassadonia 4 – Non è questione di guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. La sua squadra è ultima perché gioca male, e il refrain va avanti da agosto. E l’appello ai famosi punti sul campo (formulato da più parti) ha oggettivamente stancato. Oltretutto con 8 punti in più il Foggia sarebbe appena fuori dalla zona playout. Al netto di incredibili (e impronosticabili) colpi di scena, la sua avventura in Capitanata è giunta al termine. Paga lui per tutti, come un’ingiusta legge non scritta del calcio impone. Ma sbaglia chi pensa che i problemi del Foggia si risolvano semplicemente con il cambio della guida tecnica. 

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