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Foggia-Venezia 1-1: le pagelle dei rossoneri

Iemmello è tornato, gol e doppietta sfiorata. Male Mazzeo, mentre Galano è un caso. Il fiore Carraro tarda a sbocciare. Il talento di Ranieri continua a brillare

Nessun ribaltone, al netto di colpi di scena dell’ultima ora. Grassadonia continuerà a sedere sulla panchina del Foggia, ma a questo punto la trasferta di Livorno (unica squadra ad avere una classifica peggiore dei rossoneri) se non ha il sapore dell’ultima spiaggia, le si avvicina parecchio. Lo ha detto lo stesso Nember in sala stampa ieri sera: il tempo delle scuse è finito. Non ci sono punti virtuali né invettive contro la malasorte che tengano. Al Foggia serve il cambio di marcia. Quale può essere la ricetta? Innanzitutto la fine degli esperimenti, ma il ricorso a una maggiore concretezza. Basta improvvisazioni tattiche o attribuzioni di nuovi ruoli ai giocatori. Affidarsi alla logica, anche a costo di dover fare scelte impopolari con l’esclusione di alcuni pezzi grossi. Di tempo ce n’è, ma rinviare l’appuntamento con la svolta ogni settimana a lungo andare potrebbe essere deleterio.

Le pagelle dei rossoneri

FOGGIA (4-3-1-2) Bizzarri 6,5; Martinelli 5,5 Camporese 5 Ranieri 6,5 Rubin 6; Gerbo 6,5 Carraro 4,5 Deli 5 (1’st CicerellI 6); Galano 5 (26’st Busellato 5,5); Mazzeo 5 (39’st Gori s.v.) Iemmello 7. A disposizione: Noppert, Sarri, Loiacono, Cavallini, Boldor, Arena, Ramè. All. Grassadonia 5

VENEZIA (4-3-1-2) Vicario 6,5; Zampano 6 Modolo 6 Domizzi 6,5 Bruscagin 6,5; Suciu 6 Bentivoglio 6,5 Segre 6 (18’st Marsura 6); Pinato 6 (31’st Schiavone s.v.); Vrioni 6,5 (36’st Litteri s.v.) Di Mariano 6,5. A disposizione: Facchin, Lezzerini, Andelkovic, Coppolaro, Fabiano, St. Clair, Cernuto, Garofalo. All. Zenga 6,5

Arbitro: Volpi di Arezzo1 5,5

Bizzarri 6,5 – A Vrioni basta un tocco sporco per prenderlo controtempo. Si riscatta con due parate non impossibili, ma comunque determinanti.

Martinelli 5,5 – A parziale discolpa la posizione. Non è un terzino e si vede, anche se nel primo tempo fa il suo lavoro con grande diligenza. Ma sul gol del Venezia stringe troppo centralmente, così tocca addirittura a Iemmello andare su Bruscagin.

Camporese 5 – Troppe disattenzioni nel momento di maggiore pressione del Venezia. Tocca agli altri – Ranieri in particolare – andare a rattoppare i suoi buchi.

Ranieri 6,5 – In barba ai 19 anni di età e a un’esperienza quasi nulla, fa la parte del gigante e del difensore leader. Nella zona di sua competenza c’è poco da monetizzare per gli attaccanti ospiti. E’ talmente in fiducia da andare a sbrogliare anche le matasse degli altri.

Rubin 6 – Finché regge (più del preventivato) fa vedere cose egregie. Presente in avanti, attento dietro. Nel primo tempo ripresenta la miglior versione di sé. Arranca nella seconda parte, ma si tiene in piedi con l’esperienza.

Gerbo 6,5 – Quasi commovente per la dose di corsa che mette in campo. Corre per sé, per Carraro e per Deli, in un centrocampo che avrebbe bisogno di corridori, oltre che di geometri. Ci (ri)prova anche dalla distanza. Non è troppo fortunato, anche se nel secondo caso per poco non cagiona il bis di Iemmello.

Carraro 4,5 – Quando c’è da prendere l’iniziativa si fa molto più piccolo del suo metro e novanta di statura. Impreciso in impostazione, timido oltremodo. Magari un giorno diventerà più forte di Greco, ma ne deve fare di strada.

Deli 5 – La condizione fisica non sembra delle migliori, aggiungi poi il ruolo, mezzala sì, ma un po’ meno d’assalto per le logiche ragioni di equilibrio dettate dalla presenza del tridente pesante. Ne viene fuori una versione ibrida, senza capo né coda, con una scarsa produzione offensiva e un altrettanto inefficace contributo in fase passiva (1’st CicerellI 6 – Voglioso, intraprendente e fisicamente fresco. Ci prova dalla distanza due volte e il piede sembra caldo. Poi sbaglia due cross, fino a piombare nel vortice della mediocrità generale. Ma forse meriterebbe maggiore fiducia).

Galano 5 –Insieme al Mazzeo pre-tridente è il più grande equivoco tattico di questo inizio di stagione. Da Trequartista non ingrana, pestandosi i piedi con Mazzeo e Deli. Di tanto in tanto cerca gloria nel settore che più gli si addice – la fascia destra – ma l’ispirazione non c’è. Fallisce un succulento contropiede, provando ad aggirare Domizzi senza riuscirci. Un minuto dopo il Venezia pareggerà. Esce tra i mugugni del pubblico che forse lo voleva ancora in campo (26’st Busellato 5,5 – A dar sostanza al centrocampo. Entra in una fase morta del match, per i suoi, di certo non si può chiedere a lui di agitare la bacchetta magica).  

Mazzeo 5 – Con Galano l’intesa non c’è proprio. Certo, con un’occupazione più saggia degli spazi qualcosa di più interessante la si vedrebbe. Lui, però, è in giornata no. Poco presente, molto impreciso. Reclama un rigore, che c’era, ma ha giocato gare migliori (39’st Gori s.v.).  

Iemmello 7 – Riecco il ‘Re’. Si prende il rigore e la responsabilità di calciarlo. Le gambe non tremano, lo stadio sì, quando buca infila Vicario a oltre 800 giorni di distanza dall’infelice finale con il Pisa. Sfiora il bis con una meravigliosa giocata che avrebbe fatto venire giù lo stadio. Il palo non gli ha voluto bene. Nella ripresa è un salvataggio sulla linea a negargli la doppietta. Ci mette tutto, il cuore in particolare, laddove la condizione non lo sorregge più. Nell’azione del pari va lui a chiudere su Bruscagin, ma ci doveva essere qualcun altro.

All. Grassadonia 5 – Le assenze non lo aiutano, ma di materiale buono in campo ce n’è. Ecco perché il pubblico si aspetterebbe uno spettacolo diverso. Discreto quanto visto nel primo tempo, inaccettabile la gara della ripresa. Dice che serve ancora del tempo per oliare i meccanismi, ma non è un po’ troppo tardi?

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