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Foggia-Spezia 1-0: le pagelle dei rossoneri

Leali, Billong e Ranieri alzano il muro rossonero. Zambelli presente, Gerbo si riscatta con un assist al bacio. Il ritorno al gol di Iemmello, il buon approccio di Busellato. Galano "scivola" di nuovo

C’è una foto che racconta tutto. Selva di mani che rincorrono un volto, quello di un giocatore che ha appena segnato un gol, che di lì a poco regalerà la vittoria alla sua squadra. Sorrisi di una gioia speciale, rabbiosa, vera, si disegnano nei volti di chi ha visto finalmente spezzarsi il frustrante equilibrio di uno 0-0 che sarebbe stato del tutto inutile. Tutti ad abbracciare Iemmello, a fare gruppo, il “blocco unico” per dirla alla Grassadonia. L’arma da sfoderare da qui alla fine, per provare a superare le battaglie in arrivo e prevalere nella guerra per la sopravvivenza. Il Foggia ci crede, deve farlo per sé, ma soprattutto per uno Zaccheria che anche ieri non ha rinunciato a indossare l’ideale maglia numero 12. L’obbligo è quello di non perdere mai quella cattiveria, la famigerata “ferocia” che Grassadonia ha ritrovato dopo il suo ritorno, e che vale molto più delle soluzioni tattiche e delle scelte tecniche. Certo, se questa ferocia non si fosse palesata a corrente alternata forse non si parlerebbe di corsa salvezza. Ma quel che è stato ormai è storia, non si può cambiare. Il destino del Foggia, la sua storia futura, però, sono ancora in ballo. Pagine bianche da scrivere. Il contenuto dipende solo dai calciatori.

Le pagelle

FOGGIA (3-5-1-1) Leali 7; Martinelli 6 Billong 7 Ranieri 7; Zambelli 6,5 (37’st Cicerelli s.v.) Gerbo 6,5 Agnelli 6 (20’st Busellato 6) Deli 6,5 Kragl 5,5; Galano 5,5 (11’st Iemmello 7); Mazzeo 6. A disposizione: Noppert, Loiacono, Arena, Ngawa, Chiaretti, Boldor, Matarese. All. Grassadonia 6,5

SPEZIA (4-3-3) Lamanna 6,5; Vignali 6 Capradossi 5,5 Ligi 5,5 Crivello 5; Bartolomei 6 Ricci 6 (40’st Galabinov s.v.) Maggiore 6,5; Gyasi 5 (31’st Pierini 5,5) Okereke 5,5 Da Cruz 6. A disposizione: Manfredini, Barone, Brero, Augello, De Francesco, Terzi, De Col, Figoli, Suleiman, D’Eramo. All. Marino 5,5

Arbitro: Pillitteri di Palermo 4,5

Leali 7 – L’esultanza globale quando le sue braccia avvolgono uno degli ultimi palloni giocabili della partita è di quelle da ricordare. Non si trattava di una parata, ma del marchio posto su una vittoria finalmente certa. Lui, però, due interventi di un certo livello li aveva già messi a referto. Ah, se fosse arrivato a inizio stagione.

Martinelli 6 – L’avventatezza di certi interventi che rischiano di minare il buon lavoro precedente sono una costante, un marchio di fabbrica. Fortunatamente spiccano più le cose buone. Non di certo la parata in area, sfuggita a Pillitteri.

Billong 7 – Da Cruz lo salta una volta senza, però, produrre poi chissà cosa. Unica macchia (o pseudo tale) di una partita nella quale il suo dominio è a tratti inquietante (per gli avversari, si intende). Vale lo stesso discorso fatto per Leali. Ah, se fosse arrivato già in estate.

Ranieri 7 – Lui in estate c’era già, anche se arrivò a Foggia con un cv da terzino sinistro. E invece ecco il “braccetto” con gli attributi. Cazzuto nei contrasti, lucido nei rilanci. Sbaglia zero interventi, concedendosi anche saltuarie supplenze dell’acciaccato Kragl.

Zambelli 6,5 – Ispirato, propositivo e pericoloso, eppure spesso ignorato. Perché? L’interrogativo vien da sé, specie guardando il primo tempo dei rossoneri. Stavolta anche l’autonomia fisico-atletica lo sostiene. Non a caso Grassadonia lo richiama in panchina solo per inserire un giocatore più offensivo (37’st Cicerelli s.v.)

Gerbo 6,5 – Per un tempo si fa poca fatica a trovare i meno positivi. Stranamente nella lista appare anche il suo nome. Fioccano gli errori tecnici e nelle scelte (tipo il tiraccio che chiude male una bella ripartenza). Poi però, con l’innesto di Cicerelli, Grassadonia lo sposta sulla fascia, da dove si inventa l’assist per il gol di Iemmello. Mica poco, mica male.

Agnelli 6 – Se il Foggia viaggia a velocità da torneo over 65 non è colpa del regista, ma di tutta la squadra. Anche perché il capitano di palloni ne tocca pochi, preoccupandosi più di fare il “domestico” tenendo pulito e in ordine il centrocampo. Con la solita dose di corsa e sacrificio, fino a che i crampi non gli portano il conto (20’st Busellato 6 – Non si vedeva dalla pessima chiosa di Lecce. Stronca subito ogni perplessità, calandosi nella parte. E mette lo zampino nei preparativi per il gol di Iemmello).

Deli 6,5 – Per un tempo è lui il Foggia. Basterebbe un partner altrettanto vivo per facilitare la corsa del Foggia verso il vantaggio. Nella ripresa cala di intensità, pur restando tra i più vivi, non prima di aver sfiorato il gol con una sorta di rigore in movimento. Forse avrebbe potuto fare meglio

Kragl 5,5 – Resta la sensazione che in un altro momento potrebbe non giocare. Non per demeriti, ma per una condizione che appare tutt’altro che brillante. Ma rinunciare al suo sinistro, ora, è davvero complicato.

Galano 5,5 – Fa la sotto punta a tutti gli effetti, il che non agevola lui, non agevola Mazzeo e in certi casi neppure Deli. La mancanza di spunti lo manda presto in paranoia. Timidi risvegli si intuiscono in avvio di ripresa, troppo poco per evitare la sostituzione (11’st Iemmello 7 – Mazzeo lo manda in porta e lui sciupa. Alla seconda opportunità raccoglie l’invito di Gerbo e trova la quinta gioia stagionale. Potrebbe fare bis, ma la foga inficia sulla precisione. Poco male. Il “graffio” letale c’era già stato. Si spera sia il primo di una lunga serie. Lo spera la squadra, glielo chiede la piazza).

Mazzeo 6 – Con Galano si ripropongono gli antichi disagi. Il ruolo di centroboa non gli riesce granché, oltretutto gli tocca sgomitare con quell’armadio di Ligi. Meglio quando può non dare punti di riferimento come a Brescia, o quando può lavorare più da rifinitore quando il suo partner diventa Iemmello. Non a caso il miglior Mazzeo viene fuori nell’ultima mezz’ora.

All. Grassadonia 6,5 – La porta a casa con la forza di volontà e con la pazienza. E pure con l’aiuto della fortuna, che un po’ troppe volte ha voltato le spalle alla squadra. Sfrutta il turno favorevole, ma ora con Venezia e Livorno è vietato fermarsi.


 

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