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Foggia-Salernitana 1-0: le pagelle dei rossoneri

Mazzeo chiude alla grande la sua stagione 'casalinga' con il gol vittoria. Grande prova di cuore e carattere di capitan Agnelli. Bene anche Camporese e il 'picchiatore' Tonucci

35 punti nel girone di ritorno, meglio anche di Frosinone, Cittadella, Bari e Palermo, tutte squadre che nella classifica generale sono avanti ai rossoneri. In totale sono 57 punti, che potrebbero diventare 59, 60 o restare così se domenica prossima il Frosinone dovesse vincere l’ultima di campionato. Ma poco importa. I numeri certificano un dato importante: la stagione del ritorno tra i cadetti, vent’anni dopo, è stata più che positiva. Al di là delle ambizioni di una piazza esigente, a volte più del dovuto, è un risultato per il quale tutti avrebbero posto la propria firma. Figurarsi dopo il girone di andata irto di ostacoli e chiuso con solo tre squadre alle spalle. E questo non può che far crescere l’ideale titolo in borsa della seconda parte di stagione disputata dalla truppa di Stroppa; senza dimenticare quello che è accaduto fuori dal campo da gennaio in poi. Eventi che il mister, con la preziosa collaborazione del diesse Nember, è riuscito a tenere distanti dal campo, senza che potessero minimamente incidere sulle prestazioni dei giocatori. Non è stato semplice, non tutti ci sarebbero riusciti. Stroppa, difeso a spada tratta forse solo dalla società, mentre in tanti ne caldeggiavano l’esonero quando le cose non andavano bene, fantasticando sul suo ipotetico successore. Nomi di tecnici che per settimane si sono affastellati nelle menti dei più delusi, pessimisti ed esigenti, ulteriormente affranti quando gli ipotetici salvatori della patria andavano a sedersi sulle panchine di altre squadre. Vien da sorridere, pensando a quanti si struggevano nell’osservare i vari Di Carlo (a rischio retrocessione con il Novara), Cosmi (a rischio playout con l’Ascoli), Colantuono (finito dietro il Foggia) scegliere altri lidi, mentre sulla panchina del Foggia continuava a sedere Stroppa. Situazione non molto diversa da quella vissuta un anno fa. Anche allora, come quest’anno, ebbe ragione Giuanin da Mulazzano.

Gli highlights del match

Il film fotografico della partita

FOGGIA (3-5-2) Noppert 6,5; Tonucci 6,5 Camporese 7 Calabresi 6; Gerbo 6,5 Agnelli 7 (18’st Scaglia 5,5) Agazzi 6 Deli 6,5 Rubin 6 (14’st Kragl 6); Floriano 6 (10’st Nicastro 6) Mazzeo 7,5. A disposizione: Guarna, Figliomeni, Loiacono, Beretta, Martinelli, Celli, Ramè, Lanzetta. All. Stroppa 7

SALERNITANA (3-4-1-2) Radunovic 6,5; Mantovani 6 Tuia 6 Monaco 5,5; Casasola 6 Signorelli 5 (29’st Gaeta 5,5) Akpa Akpro 6,5 (40’st Odjer s.v.) Di Roberto 5,5; Rosina 6; Bocalon 5 Sprocati 5,5 (23’st Palombi 5,5). A disposizione: Russo, Iliade, Kiyine, Minala, Palombi, Orlando, Asmah, Ricci, Rossi, Popescu. All. Colantuono 5,5

Arbitro: Saia di Ragusa 5,5

Noppert 6,5 – La timidezza iniziale lo lascia piantato laddove una maggiore intraprendenza sarebbe più opportuna. Poi decide di scrollarsela di dosso, concedendosi qualche uscita un po’ goffa, ma efficace, accolta con estrema benevolenza dal pubblico. Fortunato in due circostanze, quando i salernitani gliela buttano addosso. Ma tiene la porta inviolata per la prima volta, e il mezzo voto in più di incoraggiamento se lo merita.

Tonucci 6,5 – “Tonucci picchia per noi” canta la ‘Nord’ a fine gara. Segno di un amore per il difensore ‘ignorante’ scoccato già da tempo. E’ stato tra i colpi meglio riusciti da Nember. E anche ieri dà prova di forza chiudendo con la solita rudezza che piace ai tifosi.

Camporese 7 – Due chiusure salvavita, una per tempo, che hanno il sapore di un gol. Prova autorevole dal 1’ al 90’, in barba ai crampi che nel finale a tratti rischiano di paralizzarlo, o quasi.

Calabresi 6 – Pronti via, due goffi interventi che scatenano Rosina, a cui piace bazzicare la sua zona. Fortuna che gli errori non pregiudichino il risultato. Poi si desta e comincia ad alzare il livello assestandosi sugli standard (alti) delle ultime settimane.

Gerbo 6,5 – Primo tempo a due volti, tra serpentine meravigliose e qualche banale errore in appoggio. Ma le cose belle tendono a spiccare di più. Cerca anche la gloria con un tiro dalla distanza, prima di abbassare ritmi e posizione. Ma finché ne ha il motorino corre.

Agnelli 7 – Becca un giallo, dopo una protesta e un fallo su Rosina, con cui battaglia per larghi tratti. Ma è abbagliante la grinta che mette su ogni pallone, anche quello in apparenza perso, sul quale gli altri compagni preferiscono guardare (18’st Scaglia 5,5 – Al piccolo trotto, come tutta la sua avventura in rossonero. Una buona chance ce l’ha, ma il cattivo controllo inficia sulla conclusione)

Agazzi 6 – Più mezzala che regista, ed è da incursore che fa vedere le migliori cose.

Deli 6,5 – Scelto spesso come riferimento per gli uno due. Manda in porta prima Floriano, poi Mazzeo. Nella seconda occasione gli va bene. Nella ripresa sfrutta gli ampi spazi per andare in fuga, e gli avversari spesso devono ricorrere ai metodi poco leciti per bloccarlo.

Rubin 6 – Finché ne ha, appoggia la manovra. Non ha una grossa autonomia, ma si sono intravisti sprazzi del buon vecchio Rubin (14’st Kragl 6 – Un’ovazione ne accompagna l’ingresso in campo. Dà l’idea di essere un po’ pesante, eppure due tre affondi se li concede).  

Floriano 6 – Ha una palla d’oro, gli manca la freddezza dei grandi bomber, anche se Radunovic gli chiude bene lo specchio. Si accende a sprazzi, e Stroppa decide di sostituirlo dopo un'ora, per  mettere più peso a un attacco troppo leggero. Non prima, però, di aver sfiorato di nuovo il gol con un violento mancino (10’st Nicastro 6 – Poche chance per farsi vedere, ma produce cose buone, come un filtrante che spiana la strada a Kragl e merita gli applausi di Stroppa).

Mazzeo 7,5 – Pronti via Agnelli lo manda in porta con un delizioso invito, lui lo sciupa. Poi rimedia. E sono 18 in campionato. Quinto miglior marcatore della serie B, a 35 anni. Che cos’altro si può dire?

All. Stroppa 7 – Il voto va alla partita, ma per la stagione meriterebbe molto di più. Per averci creduto sempre, specie quando le cose andavano male. Perché è facile ora rendergli merito. Lui, come sempre, ha lavorato, ci ha messo la faccia, si è preso le colpe, sue e degli altri. E si è rialzato insieme a tutta la squadra. E non era affatto facile, considerando anche quello che è successo da gennaio in poi. Bravo, mister.

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