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Martedì, 23 Aprile 2024
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Squadra senza idee e mordente: il Foggia è a un passo dai playoff, ma la figuraccia con la Paganese preoccupa

Curcio predica nel deserto, pessimo l'approccio di Balde. Galeotafiore e Vitale errore fatale e le scelte di mister Marchionni non convincono. A tre gare dalla fine della regular season i rossoneri sono quasi qualificati, ma serve un cambio di passo per poter affrontare dignitosamente la fase successiva

A conti fatti bisognerà ringraziare il Potenza, che battendo il Monopoli ha quasi regalato al Foggia la certezza aritmetica dei playoff. Il ‘quasi’ è d’obbligo, perché il calcio insegna che anche i margini più ampi possono essere colmati. Tuttavia, con tre gare ancora da giocare, per molti solo due, il Foggia può vantare un vantaggio che va dai 3 ai 7 punti. Il paradosso è che i rossoneri potrebbero conquistare un posto negli spareggi promozione anche perdendo le tre gare che gli restano da giocare. Ma è un rischio che non conviene correre. Intanto perché si macchierebbe una stagione fin qui positiva, poi perché una volta arrivati ai playoff bisognerà giocarli con convinzione. Che non vuol dire puntare alla vittoria finale, ma nemmeno esporsi a figure barbine. Un po’ come quella esibita ieri allo Zaccheria, vuoto come tutti gli stadi, ma dove i tifosi avevano lasciato una traccia per manifestare un sostegno che nemmeno un anno di pandemia ha attenuato anche solo leggermente. Un tifo che avrebbe meritato ben altra prestazione rispetto a quella offerta dalla squadra di Marchionni. Abulica, apatica, poco convinta. La peggiore prestazione della stagione. Una squadra che non è mai riuscita ad andare oltre uno sterilissimo possesso palla che ha agevolato la partita della Paganese, anche dopo l’espulsione di Diop. Per la squadra di Di Napoli giocare in undici o in dieci è stata la stessa cosa. La squadra ha difeso bene studiando i momenti giusti per colpire, agevolata dall’indisponente atteggiamento della formazione di casa. Recriminare per il palo di Dell’Agnello sarebbe pretestuoso. Il Foggia avrebbe potuto e dovuto dare un senso al suo iniziale dominio, alzando i ritmi e migliorando la qualità delle proposte offensive. Avrebbe dovuto. Non lo ha fatto.

FOGGIA (3-5-2) Fumagalli 6; Galeotafiore 5 Gavazzi 5,5 Agostinone 5,5; Kalombo 5,5 (33’pt Balde 4 (19’st D’Andrea 5,5)) Vitale 5 Rocca 5,5 Garofalo 5 (35’st Said s.v.) Di Jenno 5,5; Curcio 6 Dell’Agnello 5,5 (35’st Nivokazi s.v.). A disposizione: Mascolo, Jorio, Moreschini, Iurato, Aramini, Turi. All.: Marchionni 5

PAGANESE (3-5-2) Baiocco 6,5; Onescu 6 Schiavino 6 Sirignano; Carotenuto 6 (20’st Cernuto 6) Zanini 6,5 Bramati 6 Volpicelli 6,5 (27’st Gaeta 6) Mattia 6,5; Diop 3 Raffini 5,5 (10’st Mendicino 7). A disposizione: Campani, Bovenzi, Esposito, Gaeta, Bonavolontà, Scarpa, Cigagna, Guadagni, Curci. All.: Di Napoli 7

Arbitro: Frascaro di Firenze 6

Assistenti: Toce di Firenze 6 – Voytyuk di Ancona 6

Fumagalli 6 – Un’uscita dai pali, con caduta rovinosa indispettisce Diop a tal punto da rifilargli una castagna in pieno zigomo. È l’episodio clou che la sua squadra non riesce a trasformare in un oggettivo vantaggio.

Galeotafiore 5 – Compartecipe del pasticciaccio sulla trequarti da cui si origina il gol. Che rende inopportuna ogni altra valutazione sul resto della partita.

Gavazzi 5,5 – Non trasmette sicurezza al reparto, malgrado la Paganese si preoccupi principalmente di difendere.

Agostinone 5,5 – Dovrebbe e potrebbe dar manforte in fase di costruzione, visto che il gioco si poggia quasi esclusivamente sulla sinistra, specie nel primo tempo. Poca, pochissima qualità.

Kalombo 5,5 – Sacrificato per ragioni tattiche, quando Marchionni pensa bene di inserire la terza punta. Fino a quel momento non aveva brillato granché. (33’pt Balde 4 – Pasticcione, maldestro, fino a diventare irritante. Chiude il match con un cross sghimbescio da censura. Marchionni non ne può più e lo cambia (19’st D’Andrea 5,5 – Non incide, semplicemente perché il Foggia è in balia della sua mediocrità)).

Vitale 5 – Bella la verticalizzazione per Dell’Agnello, una delle poche, se non l’unica giocata degna di nota. Rovina tutto gestendo come peggio non poteva un pallone che da innocuo diventa letale per i suoi.

Rocca 5,5 – Si accende a tratti, come un neon che sta per fulminarsi. La posizione di mediano ne limita le galoppate, che sarebbero servite come il pane per spezzare l’inerzia della gara.

Garofalo 5 – Alla buona giocata fa seguire sempre un errore pacchiano. Non riesce a mettere insieme due cose positive. Come la Penelope di Omero, fa e disfa. Ma stavolta i Proci ne traggono vantaggio (35’st Said s.v.)

Di Jenno 5,5 – È già da un po’ che limita le sortite preoccupandosi in prima battuta dell’avversario. Ok la cautela, ma ha un piede per nulla malvagio e senza dubbio più educato del destro di Kalombo. Osare di più, please.

Curcio 6 – Il tacco che spacca in due la difesa della Paganese, mandando in porta Garofalo, è una delle cose più belle degli ultimi mesi. Purtroppo, ma questo lo si sapeva, parla una lingua che in pochi comprendono.

Dell’Agnello 5,5 – Centra il palo, la sfiga gli nega un pomeriggio di gloria, e la sua resta una partita avvolta nella mediocrità (35’st Nivokazi s.v.).

All.: Marchionni 5 – Per l’ennesima volta la squadra resta in superiorità numerica e si sgonfia. Come a Bari, perde malamente e meritatamente. Anche i cambi convincono poco: certo, non poteva immaginare a un Balde così fuori partita, ma ci sfugge il senso di mantenere la difesa a tre contro una squadra senza attaccanti, spostando a turno il fratellino di Keita e Vitale sull’out di destra.

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